È un periodo impegnativo per il l'uomo che ha ridefinito Battlestar Galactica: da una parte, segue le vicende di un team specializzato in malattie infettive che si trova davanti qualcosa di davvero oscuro in una base artica, in quel di Helix (appena iniziato su Syfy), dall'altra salta all'altro capo del mondo e si mette a viaggiare nel tempo con Outlander, serie basta sui romanzi di Diana Gabaldon e di cui in questi giorni ha debuttato il trailer.

Il telefilm racconta la storia di Claire/Caitriona Balfe, un'infermiera dell'esercito negli anni '40 che durante una vacanza in Scozia col marito attraversa involontariamente un portale spazio/tempo che la spedisce nel 18° secolo. Qui incontra il giovane guerriero Jamie Fraser/Sam Heughan e le cose si complicano sempre di più.

In una intervista con Entertainment weekly, scopriamo che è stata sua moglie a consigliargli i romanzi e come si è sviluppato il suo interesse: "Sono un appassionato di Storia e della fiction storica, ma penso che ciò che mi ha attirato è stato il personaggio di Claire. È in gamba, interessante, divertente e mi piace l'idea che sia una donna degli anni '40 invece che contemporanea."

Claire e il suo mondo cambiano così le regole che ci si aspetta dai viaggi nel tempo:

"Mi piace il modo in cui lei gestisce le situazioni in cui si viene a trovare e, perché il pubblico accetti la premessa iniziale, Claire deve essere rappresentata in modo realistico. Non può andarsene in giro facendo commenti sarcastici sul 20° secolo e cercando un telefono. È un infermiera, ha un'esperienza di cui i guerrieri scozzesi hanno bisogno."

Anche la ricerca del casting non è stata facile: "All'inizio pensavamo che di Claire fosse pieno il mondo, mentre il suo amante scozzese (Jamie Fraser) sarebbe stato più difficile. Siamo finiti all'inferno perché era tutto il contrario. È stato difficile trovare Claire, tutta la storia poggia sulle sue spalle, è in ogni scena, ogni giorno. Ci voleva un'attrice che donasse profondità al personaggio."

Un altro aspetto importante era l'ambientazione storica: "Quello che volevamo fare era una ricostruzione reale, non creare un 18° secolo che ammiccasse a un pubblico moderno. C'è sempre la tentazione di realizzare un dramma in costume, in cui tutto è lindo e pulito. Noi abbiamo scelto un tono sporco e ruvido, come lo era la vita all'epoca."

Visto che la serie andrà in onda su Starz, ovvero l'emittente di Spartacus (serie che ha ridefinito il concetto di estremo), l'ovvia domanda è quale livello di sesso e sangue sarà presente in Outlander: "È più una storia intimista in un contesto epico. Non abbiamo dovuto aggiungere niente, perché nei romanzi di sesso ce n'è parecchio. ha anche la sua dose di violenza, ma non è una serie a base di battaglie,  non ci sono spruzzi di sangue al rallentatore."

L'ovvio parallelo è con Game of thrones. "Ha sicuramente gettato le basi e dimostrato che questo tipo di genere ha una forte presenza di pubblico sulle reti via cavo. Ha anche dimostrato che puoi trasformare i lettori in spettatori per poi allargarsi a un pubblico più ampio. Ma non pensiamo di essere in competizione. Loro hanno vinto quell'angolo di mondo, noi dobbiamo trovare il nostro spazio."

Infine, Moore definisce il piano per la trasposizione romanzi/serie tv, visto che finora la saga (in italiano conosciuta come La straniera) è composta da sette romanzi (più tre racconti e un fumetto) in patria e undici da noi (grazie alla moda imperante di spezzare in due un libro). "Lo schema generale è: una stagione, un libro. La prima è composta di sedici episodi e coprirà l'intero primo romanzo."

Outlander è prevista in arrivo questa estate (la data è ancora da definire), vi lasciamo con il primo trailer ufficiale.