C'è ancora speranza per il mondo? È l'interrogativo da cui parte Worlds Apart. Nel futuro, fra molti anni, ma forse neanche così tanti, un'astronave aliena atterrerà sulla Terra e troverà solo rovine. Il mondo è inquinato, senza vita. Cosa è successo? Nelle loro esplorazioni, gli alieni recupereranno un orsacchiotto di peluche. E, grazie alle loro avanzate tecnologie, scopriranno cosa è successo.

In parte fantascienza, in parte favola sul destino dell'umanità, Worlds Apart è un'animazione in computer grafica supervisionata dal californiano Michael Huber, un professionista degli effetti visivi che ha in passato lavorato su progetti importanti come Godzilla, Black Hawk Down, Minority Report, Matrix Revolutions e Blade Trinity, ma ha anche collaborato con grandi case produttrici di videogiochi quali Electronic Arts. 

Il progetto di cui va più orgoglioso è però Shade, un corto sci-fi riportato qui sotto e realizzato nell'ormai lontano 1999 con cinquantamila dollari (nove minuti e mezzo la durata), con cui ha vinto vari premi e che gli ha fruttato varie viaggi in Giappone per spiegare i segreti dell'animazione. Grazie a tale esperienza, ha scoperto l'amore per l'insegnamento. 

Oggi Huber è professore al Cogswell College di Sunnyvale, California, dove ha avviato Project X, un laboratorio aperto in cui gli studenti incontrano professionisti affermati e grandi realtà del settore (contatti diretti con Pixar, Sony Picture Image, Dreamworks, tanto per fare qualche nome). Da questa fucina di idee nascono progetti quali questo Worlds Apart

L'aspetto interessante dell'esperienza Project X sta nel fatto che non si tratta di una classe in senso stretto, quanto di una vera e propria casa di produzione, per quanto piccola. L'ammissione degli studenti avviene per invito, previa presentazione del proprio portfolio ed esame, e l'esperienza è poi reale, nel senso che viene affrontato, anzi vissuto, ogni aspetto del processo che porta alla nascita di un corto. Ed ecco il risultato.