Esiste un immaginario del passato che con il trascorrere del tempo tende ad assumere connotati che rasentano l'incredibile. "Davvero usavamo i floppy disk?", "Davvero registravamo i film su nastro?", "Davvero la prima trilogia di Star Wars doveva essere quella definitiva?". Adesso andrà aggiunto anche: "Davvero la DC Comics produceva fumetti a New York?"

Il 29 ottobre Diane Nelson, presidente della DC Entertainment, ha annunciato per e-mail a tutti i suoi impiegati, anticipando il fatto che potessero venire a conoscenza della cosa da fonti esterne, l'intenzione di spostare tutte le operazioni dall'edificio situato al 1700 di Broadway, nella città di New York, alla sede della Warner Bros a Burbank, in California. Ovvero a pochi chilometri di distanza da Hollywood e dove, tra l'altro, si trova già il quartier generale della Disney. Il trasloco avverrà nel corso del 2015.

Qualcuno aveva in passato definito la mossa prima o poi inevitabile visto che le tre principali menti creative e direttive dei comics, Jim Lee, Dan DiDio e Geoff Johns, hanno la loro residenza in California e che da alcuni anni il loro compito è di far travasare questa creatività dai fumetti a videogiochi, televisione, giocattoli e via dicendo. E il nuovo CEO della Warner Bros. (che possiede la DC), Kevin Tsujihara, ha più volte chiarito che è prioritario sfruttare le proprietà intellettuali DC negli altri media. In effetti la notizia è stata una sorpresa per pochi.

Da un punto di vista storico è un cambiamento davvero epocale, visto che la DC è nata a New York (da una serie di precedenti incarnazioni) ed è sempre stata a New York, in vari punti della città, dal 1935. Del resto Gotham City e Metropolis non sono altro che due variazioni estreme della città. Come ha detto Joe Quesada, capo creativo della Marvel: New York sono i comics e i comics sono New York.

La Nelson ha poi difeso, in un'intervista al Wall Street Journal, questo trasloco. Unificare le sedi non riguarda, secondo lei, un risparmio di denaro, ma un miglioramento della creatività e della collaborazione. "Tutto è più difficile quando la società ha due sedi alle estremità opposte del paese. Abbiamo la tecnologia per rimanere collegati, ma le persone si sentono comunque separate. Le nostre idee sono migliori se create assieme."

Ha comunque negato il fatto che sia un preludio a un assorbimento totale della DC all'interno della Warner, ma che anzi questo permetterà di far sentire un peso maggiore della DC dentro la Warner. "Non è una riorganizzazione aziendale", ha aggiunto, pur conscia che molti impiegati dovranno fare una scelta importante per la loro vita.

Rimane il fatto che i soldi che contano non sono nei comics (intesi come albi a fumetti), dove contano le proprietà dei personaggi, ma nell'industria del cinema, della televisione (viste le nuove serie supereroistiche che stanno avendo successo) e dei videogiochi.

Del resto "panta rei". Il passato si allontana nel tempo e con esso le immagini delle partite di softball che le due redazioni "nemiche" di Marvel e DC amavano raccontare nelle pagine degli albi di Batman e di Spider-Man fino a qualche anno fa.