Castelvecchi Editore pubblica in questi giorni un romanzo che meritava essere riproposto. Si tratta di La papessa del diavolo (La papesse du diable) a cura di Antonio Veneziani. Gli autori sono Jehan Sylvius e Pierre De Ruynes, ma si tratta di pseudonimi. Sulla loro vera identità sono state fatte, nel tempo, varie ipotesi e attualmente si pensa fossero Ernest Gengenbac, ex religioso e scrittore surrealista, e Robert Desnos, poeta, giornalista e uno dei fondatori del Surrealismo. In Italia la prima edizione è del 1969 (Forum Editoriale, collana Non regolari). C'è poi stata una seconda edizione nel 1980. Sino a oggi era un volume praticamente introvabile, se non in alcuni siti di collezionisti. 

Nel romanzo si narra come, nell'anno 19..., tutti i paesi dell'Occidente verranno conquistati da un Oriente oscuro e crudele. La Chiesa Cattolica ha finito il suo ruolo e il Papa sarà crocifisso a Parigi sulla Torre Eiffel. Al comando di queste orde barbare c’è una donna bellissima e crudele, lesbica e diabolica, una arcimaga comandata da una sorta di Angelo Nero, forse un alieno con doti telepatiche.

Riportiamo quanto fu scritto nella quarta della prima edizione: "Nata dall'incontro insospettabile tra un cultore di messe nere e demonismo e un poeta surrealista che si nasconde dietro il magico pseudonimo di Pierre de Ruynes, questa Apocalisse frenetica risponde al desiderio di morte della marcia cultura occidentale a favore della nuova barbarie: « Vedremo infine i Mongoli, — scrivono nel 1925 in un manifesto Breton e Eluard, Artand e Ernst, Crevel e Aragon, — accamparsi sulle nostre piazze».

Il fascino di La Papessa del diavolo non risiede soltanto nella sua ciclica e sconvolgente lotta tra forze del Bene e forze del Male, tra Dio e Satana, tra Cristo e Anticristo, tra Occidente ed Oriente, tra Maschio e Femmina, tra Repressione sublimata e Liberazione orgiastica, ma anche nell'immaginazione furiosa e febbrile che accumula invenzione dietro invenzione con la coerenza del delirio, colpisce con la potenza del particolare erotico insinuante e della allusione senza fronzoli, scatena tentazioni e paure latenti con un vigore fantastico (talora fantascientifico) da gran profezia biblica. Di un grande momento della storia della cultura e della rivolta contro la cultura, nell'appuntamento degli anni seguiti al diluvio del 14/18 e aperti alla speranze della Rivoluzione che viene dall'Asia, La Papessa del diavolo è un frutto minore e avvelenato, uno dei più curiosi e dei più ingiustamente trascurati e, ciò che più conta, dei meno caduchi."

Un brano dal testo

Il Vecchio Mondo stramazza, il sangue scorre e le rovine si accumulano. La desolazione regna dappertutto ed Ella appare, cavalcando un grosso cavallo bianco.

Sulla fronte ha stampata una stella rovesciata: nella mano destra tiene una enorme sciabola dalla lama rossa, e nella sinistra una torcia che lancia pallidi chiarori.

Gli autori

La vera identità di Jehan Sylvius e Pierre de Ruynes resta incerta. Dietro i due pseudonimi – secondo l'ipotesi più accreditata – si celano rispettivamente Ernest Gengenbach (o Jean Genbach, 1903 – 1979) ex religioso e scrittore surrealista, e Robert Desnos (1900 – 1945), poeta, giornalista e tra i fondatori del Surrealismo. Recentemente sono state avanzate ipotesi riguardanti il poeta Pierre Renaud (1894-1965) e Renée Dunan (1892-1963), dadaista, anarchica, naturalista, pacifista e autrice di numerosi romanzi d'argomento erotico e fantastico pubblicati sotto diversi nomi.

La quarta di copertina

"L'epoca moderna ha fatto il suo tempo. L'indole stereotipata dei gesti, degli atti, delle menzogne dell’Europa sta a dimostrare che il tempo del disgusto si è concluso. Spetta ai Mongoli ora accamparsi sulle nostre piazze". Così recita un Manifesto surrealista del 1925, e su questa profezia si basa La Papessa del Diavolo, pubblicato per la prima volta a Parigi nel 1931. È la storia apocalittica e divertita, ma non per questo meno inquietante, della fine della civiltà per mano di un'Arcimaga babilonese e, alle sue spalle, dell'Arcangelo Nero che ordisce la fine dei tempi.

Tra torture e massacri, erotismo saffico e humor nero si dipana un delirio estremamente metodico, un’orgia iconoclasta che mescola il triviale con il poetico, sotto il segno della distruzione totale. L'origine stessa di questo romanzo di magia, amore e morte è ancora avvolta nel mistero.

Jehan Sylvius e Pierre De Ruynes, La papessa del diavolo (La papesse du diable)

Antonio Veneziani (a cura di)

Castelvecchi Editore, collana Biblioteca dell'Immaginario, pagg. 123, euro 14,50