Signori e signore, ecco il futuro delle forze dell'ordine, come direbbe Raymond Sellars nel nuovo Robocop. Si tratta del personaggio interpretato da Micheal Keaton, che notoriamente sembra sempre divertirsi moltissimo nei panni del cattivo. Il trailer arriva in rete con un effetto valanga e il regista a cui è stato affidato l'incarico non indifferente di ricostruire Alex Murphy, ovvero Jose Padilha, ha dovuto di buon grado sottoporsi a una lunga serie di interviste, in cui ha spiegato cosa aspettarsi da questa nuova vita di Robocop.

Per cominciare, la domanda più ovvia posta da Cinema Blend riguarda il fatto che il film originale fosse vietato ai minori per via di una carica di violenza oggi inimmaginabile al cinema quando si ha a che fare con film ad alto budget: "Non sarà un R-rated (vietato ai minori), non sono dell'idea che il nuovo film debba esserlo perché lo era quello originale".

Ma soprattutto: "Non sto cercando di rifare il primo film, sarebbe sciocco. Io amo quel film, è straordinario è iconografico, caratterizzato da scelte stilistiche ardite e un uso della violenza legato a quello stile". Secondo Padilha però non si trattava di una scelta fine a se stessa: "L'uso della violenza nel primo Robocop non era un puro divertimento, era una dichiarazione contro il fascismo e un certo modo di condurre gli affari tipico di quell'epoca".

Ma non siamo più nel 1987: "Il mondo è diverso ora e non so se quelle scelte stilistiche possono ancora essere applicate, o comunque non nel modo in cui ci siamo avvicinati al nostro film. Io ho ricreato Robocop nello stesso modo in cui il nuovo Batman si è differenziato da quello precedente. Esattamente come in quel caso, il nuovo film e il vecchio film sono molto diversi. Penso sia giusto fare qualcosa di diverso".

E per diverso intende qualcosa di più vicino alla nostra realtà: "Il nostro film vuole parlare di qualcosa che sta accadendo proprio adesso, ovvero l'uso dei droni in guerra. Stiamo vedendo sempre più guerre in cui una delle fazioni non corre più rischi. Pensate alla guerra in Vietnam, perché è finita? Perché i soldati morivano. Ma presto in battaglia verranno mandati di robot, per cui nessuno morirà e non verranno più fatte pressioni per fermarle. È un grosso sbilanciamento di potere."

Va anche più in profondità: "Oggi, quando un soldato tira il grilletto, puoi chiederti se ha preso la giusta decisione o no, perché è un essere umano cosciente. Ma se è un robot e sbaglia, chi puoi biasimare? La società che lo ha costruito, l'esercito che lo ha mandato sul campo, la compagnia che ha realizzato il software? Non ci saranno più punti di riferimenti a cui poter addossare la responsabilità e sta accadendo già ora".

Parla poi di altre scelte stilistiche: "L'azione è molto improntata al realismo, usiamo attori veri e situazioni vere. Robocop non è Superman, ha un cervello umano inserito in una macchina e per questo è vulnerabile".

Riguardo al personaggio di Samuel Jackson e all'uso della satira: "Non abbiamo gli spot pubblicitari come nei film precedenti, ma un magnate dei media di destra che distorce la realtà per i suoi scopi, parla di Robocop tutto il tempo, manipolando le informazioni a modo suo e nella direzione che gli interessa. Qui non abbiamo la pubblicità, la satira arriva dai media stessi".

E a proposito del personaggio di Michael Keaton: "Lui è un grande pensatore, si rende conto della domanda più importante, ma vede il quadro generale e lo semplifica a livello di io ho ragione e tu hai torto." Infine, ecco come Joel Kinnaman descrive il suo personaggio: "È una macchina con una coscienza, è un robot ed è umano. Ed è così che la Omnicorp vuole venderlo, motivo per cui gli la lasciato una mano vera, per creare l'illusione di un contatto umano con la macchina".

Robocop arriverà nei cinema Usa il 7 febbraio 2014, siete pronti a un nuovissimo tipo di poliziotto?