A partire dal 1998 Mondadori ha pubblicato in modo sporadico, senza periodicità e per le prime dieci uscite anche senza numero, una serie di volumi paralleli alla collana madre Urania. Opere di fantascienza, ma anche horror o fantasy, questi numeri speciali mancavano dal 2009, data in cui venne pubblicato Il quinto principio di Vittorio Catani. La tradizione tuttavia non è stata interrotta. A dimostrarlo arriva il numero 40 di questa serie Il fiume degli Dei di Ian McDonald.

Le dimensioni del romanzo giustificano l'inedita denominazione "jumbo". La storia è di oltre cinquecento pagine, più sette di glossario, indispensabile per capire i numerosi termini indiani utilizzati. Autore di punta della cosidetta Brit Invasion, la pattuglia di scrittori britannici che negli ultimi anni hanno regalato agli appassionati opere avvincenti e innovative, McDonald predilige Brasile, India e Cina come scenari per le sue opere.

Come il racconto vincitore del Premio Hugo La moglie del Djinn, apparso sul numero 54 di Robot, e il romanzo Il circo dei gatti di Vishnu, pubblicato da Odissea Fantascienza, anche Il fiume degli dei è ambientato in India, in un futuro non troppo lontano. India che non è un semplice scenario di una storia ma protagonista: il gigantesco subcontinente permea il romanzo con sapori e odori esotici e futuristici. Un Urania davvero speciale, uno dei migliori romanzi di un autore purtroppo ancora poco conosciuto nel nostro paese.

L'autore

Ian McDonald, nato nel 1960, metà scozzese e metà irlandese, è vissuto quasi sempre a Belfast. Nel 1991 ha vinto il premio Philip K. Dick con il romanzo King of Morning, Queen of Day e nel 2007 lo Hugo per il racconto La moglie del djinn. I suoi libri più noti in Italia sono Necroville (un horror del 1994), Forbice vince carta vince pietra dello stesso anno e I confini dell'evoluzione (1995). Il fiume degli dei (River of Gods, 2004) ha vinto il premio della British Science Fiction Society ed è stato candidato allo Hugo.

La quarta di copertina

Il fiume degli Dei è il Gange, "che scorre dall'Himalaya al golfo del Bengala attraverso le pianure dell'India settentrionale. Dopo anni di siccità, nell'agosto 2047 la diga costruita illegalmente a Kunda Khadar è diventata il casus belli del conflitto tra l'India e uno degli stati confinanti. Nel frattempo, su un asteroide catturato dal campo gravitazionale terrestre viene trovato il messaggio inciso da un’intelligenza artificiale: e benché si tratti di un reperto più antico del sistema solare, contiene le immagini digitali delle tre persone che potranno decodificarlo, oggi… Un romanzo di fantascienza con profonde radici nella società del futuro, una sorta di Tutti a Zanzibar dell'era informatica".

Christopher Priest, The Guardian

Ian McDonald, Il fiume degli dei 

Traduzione di Riccardo Valla e Silvia Castoldi, Mondadori, collana Urania Speciale 40, pagg. 518, euro 7,90