La compagnia Diritto & Rovescio rappresenta, dal 24 marzo al 5 aprile, al Teatro Belli di Roma, Alan Turing e la mela avvelenata, un dialogo immaginario fra Alan Turing e sua madre, tra lettere forse mai scritte e dialoghi forse mai avvenuti. A scandire il ritmo di questa conversazione fuori dal tempo le voci del Tribunale, dove in nome della Regina si decide la rovina di una delle menti più geniali del XX secolo.

Anche se adattate per esigenze drammaturgiche, la gran parte delle parole, dei concetti e degli episodi raccontati sono stati realmente pronunciati, scritti e vissuti da Alan Turing.

Lo spettacolo è stato presentato in anteprima al Garofano Verde 2008 – scenari di teatro omosessuale – rassegna curata da Rodolfo di Giammarco, riscuotendo un grande successo di pubblico.

Alan Mathison Turing (Londra, 23 giugno 1912 – Wilmslow, 7 giugno 1954) è stato uno dei matematici e logici che più hanno lasciato il segno nella storia del ventesimo secolo. Considerato uno dei padri dell'informatica, concepì il modello formale della macchina da calcolo.

Tale modello è l'indispensabile strumento teorico utilizzato nella teoria della calcolabilità e nello studio della complessità degli algoritmi. Per definire in modo formalmente preciso la nozione di algoritmo oggi preferenzialmente si sceglie di ricondurlo alle elaborazioni effettuabili con macchine di Turing. La tesi di Church-Turing postula che per ogni

Alan Turing
Alan Turing
funzione calcolabile esista una macchina di Turing equivalente, ossia che l'insieme delle funzioni calcolabili coincida con quello delle funzioni ricorsive. La ricerca di Turing ha avuto anche importanti ricadute nel campo dell'Intelligenza Artificiale. Il test di Turing infatti è un criterio, formulato  dallo scienziato britannico e pubblicato  nell'articolo Computing machinery and intelligence, apparso nel 1950 sulla rivista Mind, per determinare se una macchina sia in grado di pensare. Riducendo all'osso il concetto, il test consisterebbe in una comunicazione a distanza fra tre soggetti, un umano che interloquisce con una macchina e un altro umano, che vede solo le frasi in un terminale. Se l'umano non riuscisse a distinguere l'altro umano dalla macchina, il test sarebbe superato da quest'ultima.

Molto ottimisticamente Turing riteneva che entro il 2000 sarebbe stata realizzata una macchina intelligente, in grado di superare il test. A tutt'oggi il test non è stato superato da alcun calcolatore.

Il suo lavoro è stato di importanza cruciale per i destini della Seconda guerra mondiale. Sulle basi teoriche della macchina di Turing, infatti, venne costruita una macchina, chiamata Colossus, che decifrava in modo veloce ed efficiente i codici creati da Enigma, la macchina utilizzata dai tedeschi per criptare le proprie comunicazioni.

Per i suoi meriti scientifici venne insignito dell'Ordine dell'Impero Britannico, e divenne membro della Royal Society.

Pur tuttavia venne processato per atti osceni, in quanto omosessuale, e condannato alla castrazione chimica.

La scheda dello spettacolo, scritta dal regista Carlo Emilio Lerici, sottolinea anche le caratteristiche dell'uomo, oltre che del matematico, messe poi in evidenza dall'allestimento teatrale.

Ipersensibile, incompreso, circondato dallo scetticismo e dall'ostilità dell'ambiente scientifico, il matematico inglese si suicidò mangiando una mela al cianuro.

Turing fu un uomo piuttosto stravagante: grande sportivo (praticava soprattutto la corsa, ma anche tennis, canottaggio e ciclismo), andava in bicicletta con la maschera antigas nei periodi dell’impollinazione, giocava a tennis nudo con indosso solo un impermeabile, legava la tazza da tè al termosifone con un lucchetto, portava la giacca del pigiama al posto della camicia, gettava nel cestino le lettere della madre senza leggerle. Non sopportava gli sciocchi, e abbandonava le conversazioni vuote e le compagnie idiote repentinamente, e senza una parola di commiato. Imparò a fare la maglia da una ragazza che aveva deciso di sposare, nonostante la propria omosessualità. Il suo aspetto era trasandato, con la barba sempre lunga e le unghie sporche. Per certi versi fu infantile, si fece regalare un orsacchiotto di pezza per Natale, a ventidue anni, e perse letteralmente la testa per il film Biancaneve, canticchiando per giorni le canzoni e il ritornello dell'incantesimo della strega (sulla mela avvelenata), quindici anni prima di scegliere tale metodo per suicidarsi.

Una leggenda dice che il logo della Apple sia un omaggio ad Alan Turing, tuttavia, l'azienda non ha mai confermato né smentito questa notizia.

Alan Turing e la mela avvelenata di Massimo Vincenzi, con Gianni De Feo, voce fuori campo di Stefano Molinari, musiche di Francesco Verdinelli, regia di Carlo Emilio Lerici. Teatro Belli, piazza Sant'Apollonia, 11a, tel. 065894875.

dal 24 marzo al 5 aprile

dal martedì al sabato alle 21,00 – domenica alle 17,30 – lunedì riposo – prezzi: Interi € 18,00 – Ridotti € 13,00