Come ha ben detto Discovery News, ancora non sappiamo se c'è vita su Marte, ma presto ci sarà sulla sua luna di nome Phobos, anche se per un breve periodo.

La spedizione, prevista nel corso di quest'anno, è in partenza dall'istituto di ricerca spaziale russo e verrà chiamata Phobos-grunt, dove la parola "grunt" è l'equivalente russo per terra, inteso come materiale.

Questo sarà il terzo tentativo da parte russa, dopo il fallimento di Phobos-1 e Phobos-2 del 1988 e il lancio mancato della nave spaziale Mars 96, che avrebbero dovuto raggiungere Marte.

Larry Esposito, scienziato planetario dell'università del Colorado, aveva partecipato ai primi tentativi poi falliti e ritiene che questa possa essere un'ottima chance per i suoi studi: "È un'occasione per osservare un corpo stellare primitivo nel sistema solare". Esposito è infatti convinto che Phobos sia stata in origine un asteroide, poi attratto dall'orbita del pianeta e diventato una luna adottiva.

Altri due team sono molti interessati alla spedizione: la società planetaria di Pasadena, California, userà la spedizione per inviare 10 differenti tipi di germi e batteri, in stato di sospensione, per studiare le loro reazioni alle radiazioni di Marte. Uno di questi, chiamato Tardigrada, ha già dimostrato tempo fa un'incredibile capacità di sopravvivenza, ricostruendo la propria struttura dopo che le suddette radiazioni lo avevano scomposto. Il progetto del laboratorio è di riportare in vita i campioni biologici al loro ritorno, per verificare se sono in grado di riprodursi.

Sul dorso di Phobos-grunt ci sarà anche un piccolo satellite cinese, chiamato Yinghuo-1, che una volta giunto in orbita si sgancerà per effettuare studi indipedenti.

La Nasa e l'agenzia spaziale europea invece vogliono utilizzare Phobos-grunt per recuperare campioni di roccia e terra da Marte, per stabilire se sul pianeta ci sia mai stata vita, soprattutto usando una nuova tecnica che possa impedire ai campioni di essere contaminati una volta rientrati nell'atmosfera terrestre.

Ma i più ambiziosi sono gli stessi russi: il loro progetto è di inviare crostacei, larve, batteri e funghi sulla superfice del pianeta, per poi studiare come le radiazioni spaziali hanno condizionati i campioni nelle varie fasi del volo.

Insomma, se volete mandare qualcosa anche voi su Phobos o se volete un ricordino, fate una telefonata al centro di ricerca spaziale russo: forse c'è ancora un pò di spazio per i vostri esperimenti.