Quando uscì nelle sale cinematografiche, nel lontano 1926, il film fu bollato dallo scrittore Herbert Gorge Wells come uno dei peggiori film mai fatti. Stiamo parlando di Metropolis di Fritz Lang, un film che nonostante il perentorio giudizio di uno dei padri della fantascienza è considerato oggi un vero e proprio capolavoro del cinema fantascientifico.

Ebbene, la nota rivista di Hollywood Variety ha riportato una succosa notizia relativa ad un possibile remake del film. A quanto scrive l’informatissima “bibbia hollywoodiana” il produttore Thomas Schuehly (Alexander, Le Avventure del Barone di Munchausen, Il nome della rosa, Nosferatu) ha recentemente acquistato i diritti per realizzare il remake di Metropolis, stringendo al contempo una partnership con Mario Kassar (Terminator 3, Lolita, Showgirls, Stargate, Basic Instinct), altro storico produttore della Mecca del cinema. I due saranno i produttori del film, a cui – insieme al regista ed allo scenografo, al momento sconosciuti – è automaticamente demandato il compito non facile di non sfigurare di fronte all’originale pellicola.

Tratto dall’omonimo romanzo di Thea von Harbou, il film si svolge in una metropoli del XXI secolo. Mentre l'industriale John Fredersen vive insieme con il figlio Freder tra gli agi ed il lusso, il proletariato lavora incessantemente e in condizioni disumane nelle fabbriche del sottosuolo. Un giorno, Freder incontra per caso Maria - una giovane che predica tra gli operai la calma e la rassegnazione confidando nella Provvidenza -, se ne innamora e messosi sulle sue tracce scopre i sotterranei ed il popolo dimenticato. L'industriale, avvertito del pericolo di una sommossa, incarica lo scienziato Rotwang di costruire un robot che somigli a Maria e che induca gli operai ad abbandonare qualsiasi progetto rivoluzionario. Lo scienziato rapisce, allora, Maria, mette a punto l'androide, ma poi se ne serve per fomentare la rivolta allo scopo di impadronirsi del potere. Nei disordini che seguono, le fabbriche si fermano, la città rischia il collasso e gli operai la morte: solo quando il robot viene distrutto può ritornare la pace. L'industriale, presa coscienza dei propri errori, benedice l'amore dei due ragazzi e in un simbolico congiungersi di mani sembra auspicare una feconda e pacifica collaborazione tra capitale e proletariato.

Se si esclude il finale moralisteggiante, in cui si vuole rilanciare il messaggio che l’amore è al di sopra di tutto e tutti, il film è un capolavoro di visionarietà senza pari. A quanto pare a Lang l’idea visiva della metropoli si formò quando vide New York dal piroscafo con cui stava attraccando, con i suoi immensi grattacieli.

Più interessante il messaggio politico del film, in cui la classe operaia si scontra con la borghesia e l’aristocrazia-capitalista. Ma nel film si scontrano anche bene e male, progresso scientifico e oscurantismo.

Nel 1987, il film venne ripresentato, restaurato, e distribuito con un accompagnamento musicale diretto da Giorgio Moroder.