Sei racconti che coprono un arco di tempo di quasi quindici anni di attività del loro autore nell'underground della fantascienza italiana, spaziando in un territorio immaginifico scaturito da un orizzonte cyberpunk e dipingendo una mappa geografica e culturale di un futuro dietro l'angolo dei nostri tempi: sono le sei preziose perle che compongono questa antologia di Fabio Nardini, evocativamente intitolata Quantica da uno dei racconti qui riuniti. Racconti autosufficienti ma legati da un filo tematico e dal ricorrere di alcuni elementi frequenti e di figure come lo slavo che fu Goran Pavel, un personaggio che sublima lo stereotipo dell'antieroe cupo e travagliato fino a una dimensione mitologica. Sorretta da questi pilastri portanti, la raccolta finisce così per assumere la coerenza e la solidità di un romanzo o, se mi si passa l'analogia musicale, di un concept album: una galleria di storie disincantate che mettono in scena situazioni quasi oniriche, ballate dal basso futuro contraddistinte da un sapore elegiaco e spesso amaro, canzoni che si cristallizzano nella mente e nel ricordo del lettore in immagini vivide, evocando quella sensazione brillantemente definita con le parole di Ray Bradbury come "nostalgia del futuro".

Il libro si apre con Esagoni, rielaborazione in chiave cyberpunk del mito di Orfeo. Un operatore videomusicale che si trasforma in hacker per inseguire l'ideale di un amore perduto è il protagonista della storia, scritta nel 1993 ma ancora attualissima in virtù della carica sperimentale che sorregge la scrittura di Nardini. E qui viene introdotto uno degli scenari consueti della sua narrativa: una piattaforma petrolifera off-shore convertita in traballante aggregato urbano. Come le strade metropolitane di questo futuro oscuro, anche la città-piattaforma è schiava della droga, un mortale sogno di evasione che si tinge di un'ironia triste e crudele per via della forma di queste pasticche, che riproducono la planimetria della prigione galleggiante.

Zona di guerra, il racconto successivo, risale come prima stesura al 1992, ma è stato rielaborato nel 2006. Ci troviamo qui di fronte a una missione di recupero che s'intreccia a una storia d'amore impossibile. Il protagonista, il citato Goran Pavel, è un mercenario al servizio della SecurService, l'agenzia di peacekeeping cui è affidata la vigilanza su un'area instabile dell'Africa del Nord. Viene incaricato di ritrovare Jaromil, un disertore suo ex-amante, unitosi ai gruppi ribelli della cosiddetta Condivisione. Una personalità sintetica, trafugata dai rivoluzionari dopo un test fallimentare, sembrerebbe essere la causa di tutto. Contagiato da questo virus cibernetico, Jaromil sembrerebbe essere diventato anche un artista, che dissemina dappertutto i suoi inestricabili graffiti. Ma la caccia di Goran porterà a ulteriori, terribili rivelazioni.

Finestre è un'altra storia di caccia, sospesa tra spy-story e cyber-thriller. Il protagonista (anonimo, ma tra le righe si suggerisce sia lo stesso Goran Pavel del precedente racconto) ha ricevuto dalla Condivisione l'incarico di trovare un uomo che ricopre un ruolo di primissimo piano nei traffici delle compagnie che si stanno spartendo il nuovo mercato delle città-franchising del Circolo Polare Artico. Intel, nella steppa siberiana, è una di queste. Il racconto si segnala oltre che per l'ambientazione anche per la struttura, composta da una serie di schermate che richiamano una sorta di sequenza virtuale. Ma questo coraggioso tentativo di sperimentazione rappresenta anche il suo limite principale, racchiudendo il messaggio in una stratificazione criptica che sfiora l'ermetismo, compromettendo così il risultato finale.

Il riscatto arriva con il successivo Confini, risalente al 1997 e già apparso sulle pagine di Robot. Qui Nardini aggiunge un ulteriore livello di dettaglio alla trama delle composizioni artistiche partorite dalla sua personalità sintetica ribelle. Goran, contagiato a sua volta dal virus delle mappe psichedeliche, viene rintracciato da Nico, un pubblicitario in cerca di una nuova definizione organica della propria individualità, che per questo si è sottoposto a un lungo e complesso trattamento chirurgico. Dall'effimero incontro delle loro personalità e dei rispettivi sogni di sublimazione scaturisce il fascino tuttora immutato di questo racconto. La ricerca artistica come espressione autentica, oltre che di una vocazione, di un possibile tentativo di comunicazione con il mondo esterno è l'idea suggestiva che ne sorregge la trama e rende questo racconto, a mio personale avviso, l'esito narrativo più rappresentativo di tutta la raccolta.

Codice Zero è quasi un romanzo breve per dimensioni e ricchezza della trama, e si regge sul classico canone della storia d'avventura e azione, incentrato sulla missione di recupero in un territorio ostile dominato da una misteriosa minaccia. Seguiamo l'evolversi degli eventi attraverso gli occhi di una squadra d'assalto di mercenari cyborgati e nanoingegnerizzati, assoldati dal colosso Gazprom per svelare i retroscena di un incidente occorso a una istallazione sperimentale di una sua succursale, la Quantica. I cinque della squadra sfidano il gelo della notte polare per introdursi nella base, dove scoprono un macabro scenario di morte e devastazione. Sui loro ritrovamenti, mentre la missione di recupero si trasforma in una lotta per la sopravvivenza, si innestano i rapporti del dottor Chang, il responsabile di un oscuro progetto, a rivelare progressivamente la terribile verità nascosta dietro tutta la faccenda. La Quantica aveva riaperto un ramo di ricerca abbandonato da decenni, volto a realizzare un esemplare commercializzabile di computer quantistico. Ma la tecnologia, interferendo con la materia al livello submolecolare, ha risvegliato anche qualcos'altro. Qualcosa che non vuole trascorrere il resto della sua esistenza condannata alla segregazione nei laboratori artici della Quantica. Da questo spunto Nardini ha poi ricavato una miniserie a fumetti intitolata Aleph, tuttora in corso di pubblicazione per Cut-Up Edizioni.

E Quantica si intitola anche il racconto di chiusura dell'antologia, il più breve e in una certa misura il più singolare. Parte da uno spunto che ricorda da vicino i racconti di Greg Egan e si sviluppa con un'attenzione alle psicologie dei personaggi che non sempre si può ritrovare nelle pagine del grande autore australiano. Molto presto la narrazione si tinge di una sfumatura elegiaca: un impiegato della Quantica, il cui lavoro consiste nell'esplorare i rami evolutivi simulati dai computer quantistici della compagnia sulla base di determinate condizioni di partenza, a fini estrapolativi e predittivi, torna da una missione scoprendo che la realtà non è come avrebbe dovuto essere, e forse lui stesso è cambiato dentro. Questo tema avrebbe sicuramente meritato un maggiore approfondimento, ma la brevità del racconto sacrifica inevitabilmente molti notevoli spunti di riflessione.

 

Proprio come i misteriosi graffiti da strada che d'improvviso cominciano a tempestare la costa nordafricana e poi le due sponde dell'Adriatico, l'antologia di Fabio Nardini è una trama frattale che intrappola il lettore nelle sue spire immaginifiche. Il modello di William Gibson e la lezione di William Burroughs risaltano nelle sue pagine, composte con grande attenzione per i dettagli e con un ritmo della narrazione che oserei definire cinematografico. E il risultato è questo libro alienante e visionario, sostenuto da uno slancio ideologico forte e deciso, che si guadagna sul campo un posto di rilievo nella fantascienza contemporanea del nostro Paese.

 

Nardini è nato e vive a La Spezia. Editore della fanzine Cut-Up e animatore dell'Associazione Culturale cresciutale intorno, ed è attivo nella scena del fandom fin dall'inizio degli anni Novanta. Ha pubblicato su Delos, sulla fanzine Blade Runner e su numerose altre riviste telematiche e cartacee. Il libro è corredato dalle illustrazioni di Armin Barducci. Da segnalare la scelta dell'autore di rendere disponibile la riproduzione e diffusione dei contenuti del volume nel rispetto di una logica copyleft. Una soluzione promozionale coraggiosa, per un libro che merita la più ampia diffusione possibile.