Takeshi Lev Kovacs è un reduce del Corpo di Spedizione: ha vissuto in prima persona la cruenta disfatta di Sharya e i tragici eventi di Innenin che ancora covano sotto la cenere del suo spirito digitalizzato. E' già passato attraverso qualche tentativo non proprio riuscito di ricostruirsi una vita (alla lettera) quando organizza un furto di wetware, un colpo da quindicimila crediti ai danni della Gemini Biosys. Sua complice è l'unica persona di cui si fidi su tutto Harlan's World: Sarah Sachilowska. Ma la polizia di Millsport è nota per i suoi metodi spicci e quando una squadra d'assalto fa irruzione nel loro appartamento la situazione ci mette poco a precipitare. Sarah viene messa subito fuori gioco dai Kalashnikov degli incursori, mentre Kovacs s'illude di vender cara la pelle finché non è costretto a soccombere dalla superiore potenza di fuoco dei commando. Laddove il classico noir arriverebbe all'epilogo, prende invece le mosse l'acclamato Bay City di Richard K. Morgan, inatteso successo in Inghilterra e poi negli USA, dove è apparso con il ben più evocativo titolo di Altered Carbon. Il romanzo è stato insignito del prestigioso Philip K. Dick Award nel 2003 e i diritti per lo sfruttamento cinematografico dell'opera sono stati acquisiti nientemeno che da Joel Silver, già produttore di Matrix. Ma se il film resta ancora relegato nella dimensione della pura potenza (non risultano avviate nemmeno le fasi di preproduzione), l'anticipo milionario incassato dalla Warner Bros ha permesso a Richard Morgan, classe 1965, londinese e giramondo, di abbandonare il suo posto da insegnante e dedicarsi alla scrittura a tempo pieno. Dopo Angeli Spezzati (Broken Angels, 2003, Editrice Nord), la serie di Kovacs è arrivata al terzo volume nel 2005 con Woken Furies, ancora inedito in Italia. Dopo l'ottimo successo riscosso dall'elegante pubblicazione in hardcover della Nord, la riedizione di Bay City in economica per i tipi di TeaDue ci serve su un piatto d'argento un assist per parlare di uno dei romanzi più incisivi e rappresentativi degli ultimi anni.

Fantascienza a tinte nere o future-noir, come sarebbe giusto etichettarlo in omaggio a Blade Runner, che l'autore non teme di citare tra le sue fonti d'ispirazione, il romanzo di Morgan ci proietta in una spirale di eventi che, malgrado i prodigi e le sorprese regalate dal progresso, affonda sempre più nell'incubo. Il mondo di Kovacs è infatti una società futura in cui l'uomo ha sviluppato la tecnologia necessaria per viaggiare nello spazio e la società umana, sotto l'egida delle Nazioni Unite, ha colonizzato diversi pianeti nel raggio di duecento anni-luce da casa. Harlan's World è uno dei più lontani, un pianeta nato dal sogno di un uomo (Konrad Harlan, una sorta di predicatore e avventuriero cosmico del basso futuro) e rifondato dall'ideale di una donna: Quellcrist Falconer, attivista carismatica e rivoluzionaria che organizzò una resistenza fiera e intransigente al dominio del Protettorato delle NU, scatenando con le sue Brigate Nere quella che con macabro sarcasmo sarebbe passata alla storia come Sfondazione Coloniale. E sebbene nell'animo lo stesso Kovacs si senta in fondo un po' quellista e non si vergogni di ammetterlo pubblicamente, da quell'epoca di slanci romantici sono ormai trascorsi un paio di secoli, sufficienti perché molte cose siano cambiate. Kovacs ha più di centocinquant'anni, ma ne ha vissuti solo un quarto: non è un paradosso, ma l'effetto della tecnologia del carbonio alterato che permette la sospensione crionica dei corpi e l'immagazzinamento delle coscienze. Si è arruolato giovanissimo nei marines spaziali e in virtù delle sue doti è stato reclutato nel prestigioso Corpo di Spedizione, il famigerato braccio armato delle NU che permette al potere centrale di tenere sotto controllo le colonie: grazie alla possibilità di trasferire pressoché istantaneamente le coscienze dei soldati, questi feroci caschi blu del futuro vengono proiettati in tempi ragionevoli nelle zone calde del Protettorato, dove diventano subito operativi e pronti ad assolvere la loro missione di peace-keeping. A renderlo possibile è il cosiddetto agotransfer iperspaziale, una tecnologia non meglio specificata ma che consiste appunto nel downloading delle coscienze da un sistema all'altro. Nel XXV secolo di Morgan infatti, pile neurali che richiamano le gemme di Greg Egan tengono traccia dei ricordi e delle esperienze degli uomini. Alla morte, pagando il prezzo opportuno, quasi tutti possono permettersi una nuova custodia corporea, magari usata oppure addirittura sintetica, ma pur sempre buona per giocarsi una seconda occasione. Ma solo pochi riescono a guadagnarsi il diritto alla vita eterna, attraverso continue ricustodie, magari plasmate geneticamente sul corpo dell'originale. E sono i Mat, da matusalemme, quasi una specie a parte rispetto ai comuni mortali, che essi si permettono di trattare come schiavi.

Kovacs si aspetterebbe di scontare la sua pena in immagazzinamento nel penitenziario orbitale di New Kanagawa, ma dopo un paio di anni si risveglia sulla Terra, confuso e inerme nel corpo estraneo di uno sconosciuto, concesso in comodato d'uso a un magnate. Le disgrazie non vengono mai da sole: il caso vuole che la prima tappa del suo primo viaggio sul pianeta madre dell'uomo sia Bay City (la futura San Francisco, città già sede del mitico Do Androids Dream of Electric Sheep? di Philip K. Dick, che crediamo non sia stata scelta casualmente) e, come se questo non bastasse, che il magnate sia proprio un Mat, Laurens J. Bancroft, tanto potente quanto pieno di sé. Bancroft ha però un problema: sei settimane prima il suo corpo è stato ritrovato cadavere nella sua villa da sogno e adesso, dopo che la polizia ha liquidato il caso come "tentativo" di suicidio, lui è fermamente intenzionato a scoprire cosa sia davvero successo. Perché si dà il caso che Bancroft sia anche il proprietario della PsychaSec Alcatraz, specializzata in recupero degli update, immagazzinamenti di sicurezza e cloni da ricustodia, e la sua pila sia collegata via agotransfer con la centrale operativa, dove una copia digitalizzata della sua coscienza viene aggiornata ogni quarantotto ore, come estrema misura di sicurezza a tutela dell'immortalità psichica. Il suicidio è dunque escluso, ma adesso tocca a Kovacs far luce sul resto delle possibili alternative, che non escludono il classico movente passionale né un'oscura macchinazione politica. Il problema è che Bancroft ha sadicamente scelto per lui una custodia già appartenuta a Ryker, già detective della polizia condannato all'immagazzinamento per una torbida storia di abusi di potere e corruzione. Prima ancora che abbia messo piede in città, Kovacs (u.d.) si trova così alle costole una nutritra rappresentativa del sottobosco criminale della città, e la sua caccia alla verità ben presto si trasforma in una lotta per la sopravvivenza. Ryker, per fortuna, aveva una storia col tenente Kristin Ortega, della sezione Danni Organici che ha indagato sul caso Bancroft (e per rivalasa verso di lei il Mat lo ha scelto come custodia per Kovacs), così la cavalletta di Harlan's World avrà almeno qualcuno a guardargli le spalle mentre la schiera dei candidati a fargli la pelle si allunga di ora in ora.

A incombere sull'intera faccenda sono due memorabili figure di donna: se Miriam Bancroft, avvenente e licenziosa moglie della pseudo-vittima, non esita a dar sfoggio dell'esperienza sessuale accumulata lungo i secoli, ben più pericolosa si mostra fin da subito Reileen Kawahara, vecchia datrice di lavoro di Kovacs ai tempi del genocidio di Nuova Pechino, otto anni prima. Kawahara è una Mat del tipo peggiore, sulla scena praticamente dagli albori del millennio, formatasi per le strade di Fission City come portatrice d'acqua (attività poco didattica a cui veniva destinata la più giovane manovalanza della Yakuza, consistente nel somministrare acqua radioattiva ai traditori di un clan) e laureatasi come boss mafioso. E' stata lei a consigliare a Bancroft di servirsi delle capacità di Kovacs: dirige un vasto giro di prostituzione, offrendo servizi illegali a una clientela elitaria, e ben presto si rivela coinvolta nella vicenda più di quanto voglia far credere. Al punto da arrivare a rapire la coscienza digitalizzata di Sarah e tenerla in ostaggio, come arma contro Kovacs. Al suo soldo si muovono Trepp, una guardia del corpo che ricorda molto da vicino l'indimenticabile Molly della Trilogia di William Gibson, e Kadmin, un aggregato di personalità sociopatiche e violente, un vero serial killer prezzolato.

La trama, complessa e sofisticata, si dipana per le strade notturne di Bay City rischiarate dalla luce dei neon, nelle stanze a luci rosse di case da appuntamenti di vario status, con occasionali escursioni in Europa, nel cielo del Pacifico e nella realtà virtuale del cyberspazio, dove si muovono Intelligenze Artificiali col nome e l'avatar di illustri musicisti rock del passato (l'Hendrix, IA dell'albergo che funge da base logistica per Kovacs, strappa un applauso a ogni apparizione) e tuffatori elettronici (come Irene Elliott, che si rivelerà fondamentale nello scioglimento della vicenda). Politica, guerra e fondamentalismi vari, come il fanatismo terrorista islamico o l'integralismo (anti)bioetico cattolico, vengono miscelati nella girandola degli eventi, e si può ben dire che Morgan, attraverso la voce del suo protagonista, ne abbia davvero per tutti. La sua verve corrosiva trasforma Alcatraz in laboratorio d'elite e semina a piene mani perle di caustica filosofia da strada. E' proprio questo tono "moraleggiante" a rievocare maggiormente l'insegnamento di Raymond Chandler, peraltro richiamato direttamente nel nome di Bay City, che era l'immaginaria Santa Monica che faceva da sfondo alle investigazioni dell'intramontabile Philip Marlowe. Un tocco, è bene sottolinearlo, che non disturba affatto, ma che eleva il romanzo al di sopra della media attuale della fantascienza, inserendosi in un filone che dal post-cyberpunk di Michael Marshall Smith (il suo Ricambi, 1996, conserva uno spirito affine) e attraverso il Noir barocco di K.W. Jeter affonda come lama incandescente nella letteratura del nuovo secolo, che già tende al postumano.