Incontriamo il protagonista della vicenda, Ethan Ring, di professione grafico, in sella ad una bicicletta alle soglie di Tempio Uno, primo passo di un antico quanto impegnativo pellegrinaggio. Le tappe di questo viaggio attraverso un Giappone post-industriale saranno i numerosi templi disseminati lungo un percorso che segue le orme di un profeta illuminato, Kobo Daishi.

A pedalare al fianco di Ethan troviamo Masahiko, suo ex compagno di università e disegnatore di un manga di planetario successo.

L'autore ci accompagna nella narrazione rivelandoci le motivazioni che hanno spinto i due ad intraprendere questo tragitto di ricerca spirituale, e delinando di pari passo la situazione geopolitica e sociale degli anni 2025 e precedenti, nei quali sono ambientate le vicende raccontate.

Il Giappone si trova in uno stato simil-feudale, con le società di sicurezza private che si contendono il territorio tra di loro, promettendo ai cittadini sicurezza e protezione dalle bande di akira, delinquenti senza scrupoli e senza morale.

L'europa (ormai unita) tenta di stringere alleanze strategiche con le emergenti potenze economiche africane, per contrapporsi ad una minaccia panislamica di anno in anno sempre più concreta.

L'America del Nord, invece, si trova frammentata in numerosi stati indipendenti, e il suo status di superpotenza è irrimediabilmente compromesso.

Nelle pieghe quotidiane di questo scenario si muovono sia il protagonista che il suo compagno di viaggio. Tutti e due hanno come obiettivo una crescita interiore, il cui bisogno sembra fattosi insopprimibile per entrambi, sebbene le motivazioni e che li hanno portati ad intraprendere il pellegrinaggio derivino da esperienze e traumi differenti.

In particolare veniamo a scoprire che Ethan è il depositario di un grandissimo potere, ottenuto grazie a un'intuizione e a una successiva ricerca riguardanti il più intimo e basilare rapporto tra simboli grafici e psiche umana, il tutto volto alla compilazione di un ampio alfabeto di immagini (dai nomi ispirati alla Sefirah ebraica) in grado di scatenare nel semplice osservatore - tra le altre cose - le più elementari emozioni, l'obbedienza incondizionata, l'estasi, la morte.

La scoperta del suo potere e i compromessi che sarà costretto ad accettare gli pongono una serie di dilemmi morali e di interrogativi per risolvere i quali l'unica scelta possibile sembra quella dell'antico e tradizionale pellegrinaggio-fuga. La ricerca è quindi quella di un equilibrio interiore e della propria identità, che sembrano irrimediabilmente schiacciati da un soffocante senso di colpa.

La narrazione si muove su due piani separati: le movimentate vicende dei due protagonisti lungo il percorso ciclistico-spirituale sono infatti alternate a significativi flash back, tramite i quali riusciamo a conoscere meglio Ethan, le sue origini, l'infanzia - passata in una delle ormai numerosissime "parentele", strutture matriarcali rifondanti il nucleo familiare - le sue amicizie, tra le quali spicca la figura dell'affascinante Luka e le vicende che porteranno alla scoperta delle Sefirot.

McDonald non poteva scegliere un'ambientazione migliore del Giappone per collocare una vicenda in bilico tra introspezione spirituale e tecnologizzazione della società come quella narrata nel suo Forbici vince carta vince pietra. Nelle 144 pagine che compongono questo romanzo breve niente è superfluo, e tramite una prosa è essenziale ed efficace viene dipinto un futuro plausibile e molto caratterizzato, nel quale lo sviluppo dei personaggi si inserisce armoniosamente. Il filone letterario è indubbiamente cyberpunk, sebbene presenti molte contaminazioni.

L'equilibrio narrativo, le numerosissime idee disseminate tra le pagine, la capacità affabulatoria, la coerenza e la precisione visionaria dell'autore fanno di questo libro una piccola gemma.

E' difficile capacitarsi come l'autore sia stato in grado di mettere in così poco spazio tanta sostanza e allo stesso tempo condurre la narrazione in modo piacevole e non scontato. L'aver costruito il romanzo attorno al pellegrinaggio dei protagonisti si rivela a tal proposito una scelta molto efficace, e al termine della lettura il giudizio su Forbici vince carta vince pietra non può che essere quello di essersi lasciati alle spalle un romanzo decisamente riuscito.

Ian McDonald nasce a Manchester, in Inghilterra, nel 1960, ma ha vissuto in Irlanda del nord dal 1965. Tra gli altri romanzi pubblicati da questo autore ricordiamo I Confini dell'Evoluzione (Fanucci) mentre Desolation Road, King of Morning Queen of Day, Out on Blue Six e Broken Land non sono ancora stati tradotti in italiano.