Curiose e arcane leggi governano le fortune degli scrittori. Può accadere che in dieci anni non venga pubblicato che un solo romanzo di un certo autore e poi, nel breve giro di qualche mese, due sue opere compaiano sotto le insegne di editori differenti.

Escludendo che le case editrici si siano accordate in proposito si potrebbe semplicemente considerarlo un caso, o forse è il periodo di crisi mondiale che porta alla riscoperta di uno dei più controversi scrittori della storia della fantascienza, Barry Nathaniel Malzberg.

Lo scrittore newyorkese decise di abbandonare la scena dopo dieci anni di carriera intensa, che lo videro anche nei panni di curatore di riviste come Amazing e Fantastic.

Una scelta per certi versi sorprendente, ma in linea con un personaggio per un autore che di ordinario ha ben poco.

Scritto nel 1972 Oltre Apollo è figlio della disillusione seguita all'entusiasmo che negli anni sessanta accompagnò la conquista della luna, e apparve proprio prima che lo shock petrolifero incrinasse le speranze di una crescita senza limiti.

Rinchiuso in una struttura a metà tra il carcere e l'ospedale psichiatrico Harry Evans è sotto stretta osservazione, il governo deve assolutamente sapere cosa sia successo sull'astronave diretta a Venere.

Il cosmonauta è tornato solo, il comandante della missione non era a bordo, e nessuna indizio aiuta a capire che fine abbia fatto, solo Evans può raccontare cosa davvero sia successo nelle profondità dello spazio.

Le autorità vogliono assolutamente sapere perché la missione sia andata storta, e non indietreggiano davanti a nulla, Evans è praticamente prigioniero e sottoposto a interrogatori continui, perfino sua moglie viene usata per cercare di farlo parlare.

Il problema è che l'astronauta parla anche troppo, non si riesce a capire quale sia il confine tra realtà e fantasia, se Evans sia pazzo o stia perseguendo qualche misterioso scopo, se Venere sia davvero abitato oppure il comandante si sia suicidato gettandosi nello spazio.

Potrebbe anche essere che Evans sia stato costretto a uccidere il comandante, ma lo ha fatto sotto l'influsso dei venusiani o per difendersi dall'assalto del comandante?

Oltre Apollo fa parte di una ideale trilogia che comprende The falling astronauts (1971) e Revelations (1972), opere fortemente critiche nei confronti del programma spaziale americano.

Terminata l'esaltazione collettiva per la conquista della luna iniziavano le critiche, e Malzberg le esprimeva ferocemente, senza nessuna mediazione: i suoi astronauti sono persone sconfitte, nevrotiche, del tutto alienate.

Logico che ai vecchi appassionati questo non andasse bene, quando Oltre Apollo vinse il premio John W. Campbell si levò alto il grido di dolore di Poul Anderson, che considerava questo romanzo l'antitesi delle idee di Campbell.

Peraltro Malzberg non era certo il primo o l'unico ad avere dei dubbi sull'esplorazione spaziale, anche un classico autore di space opera come Edmond Hamilton aveva scritto, con Com'era lassu? (What's it like out there?, 1962), un racconto molto amaro e critico, ma sempre restando nei limiti e nei canoni della fantascienza classica.

Oltre alla dissacrazione del mito dell'eroico astronauta va aggiunto che Malzberg non risparmiò feroci critiche allo stesso mondo fantascientifico, non pare strano che l'autore statunitense, nonostante le capacità stilistiche d'eccellenza, non sia mai riuscito a imporsi come autore di punta, specialmente in Italia, dove gran parte della sua produzione non è stata pubblicata.

Gli appassionati della fantascienza classica probabilmente non apprezzeranno la lucida discesa nella follia, ma Oltre Apollo resta un pezzo di storia, il miglior romanzo di un autore che ha fatto intravedere gli sviluppi della società americana e mondiale dei decenni successivi.