Quanti di noi non hanno verso piccoli, inspiegabili eventi quotidiani, un atteggiamento diviso fra razionalità e magia? Certe esperienze, non sono la dimostrazione che c'è qualcosa che va oltre il conoscibile? Scopo dichiarato di Hy Ruchlis in questo suo libro è guidare i giovani - ma non solo loro - verso l'acquisizione di semplici, basilari principi del metodo scientifico (i quali, sembrerà incredibile, restano ancora ignoti a molti), per poter discernere giornalmente tra superstizione, soprannaturale, paranormale, magia, e scienza.

In modo accattivante ed estremamente chiaro, Ruchlis, docente di Scienze pedagogiche, mostra al lettore come, per esempio, l'Astrologia si fondi su assunti totalmente casuali e indimostrati, vale a dire una serie di rimandi a ritroso verso presunte conoscenze vecchie di oltre duemila anni, alle cui origini non c'è uno straccio di documentazione se non credenze in antiche divinità. Già arbitraria è la scelta dello Zodiaco (una fascia ristrettissima di cielo), e tuttavia anche a volerla dare per buona, le costellazioni dello Zodiaco non sono 12 (come i mesi) bensì 13, e per far quadrare i conti se n'è... scartata una. Le stelle di queste costellazioni poi sono d'infima luminosità, e ci si chiede che influsso possano avere su di noi, che non abbiano stelle ben più grandi (l'Orsa Maggiore, Orione...) La vita di una persona è determinata dagli astri, ma (pare) solo in un intervallo di due ore intorno alla nascita: perché? La convenzione dello Zodiaco risale a oltre 20 secoli fa, ma nel frattempo le stelle si sono spostate. Il fisico John McGervey ha esaminato date di nascita e biografie di 6000 politici e 17000 scienziati, cercando appunto evidenze di pretesa predisposizione astrale: ha trovato il nulla. Eppure ciarlatani rissosi e presuntuosi infestano gli schermi tv, spesso - è capitato di vederlo - anche minacciosi di azioni legali e... galera a chi cerchi di smascherarli pubblicamente. Sono i nonsense del Terzo Millennio?

Le superstizioni sono tante, ricorda Ruchlis. Gatti neri (che però altrove, come le civette, sono ritenuti portafortuna), rompere uno specchio, versare l'olio, numeri 'magici': ciascuna di queste antiche credenze ha ovviamente una spiegazione logica, psicologica, eccetera, ma mai scientifica. Altrimenti tutti i nati di venerdì o di 17 sarebbero iellati a vita, e le compagnie di assicurazione (che di incidenti, malanni e morti fanno il loro mestiere) non dovrebbero assicurare tutta una serie di... sfortunatissimi. In alcuni palazzi, ricorda l'autore, per analoghi motivi non esiste un 13° piano. Vogliamo fare noi stessi un'indagine in un palazzone dove il 'tredicesimo' c'è, e verificare se i relativi inquilini sono davvero più bersagliati dalla malasorte? Bene: ci vengono forniti elementi di base e direttive per svolgere una simile indagine statistica. Dall'argomentare di Ruchlis si evidenzia come noi stessi, in una indagine 'istintiva', non consapevole e priva di strumenti davvero scientifici, potremmo inavvertitamente incorrere in macroscopici errori, tali da falsare i risultati, e magari farli collimare con la superstizione.

Con esempi pratici, l'autore esamina inoltre le basi del pensiero scientifico che hanno portato alle attuali acquisizioni. Un capitolo è dedicato al calcolo probabilistico, fondamentale nelle questioni di "false scienze" (quante probabilità si hanno di avere testa o croce nel lancio di una moneta? O che escano tutte teste nel lancio di due, dieci, mille monete contemporaneamente?) Sembrerà inverosimile, ma basta capire concetti semplici come questi, per eliminare subito l'idea di 'soprannaturale' in certe 'coincidenze' che talora fanno sbalordire. Possibile che, sbagliando un numero di telefono e chiamando uno sconosciuto, io abbia "beccato" proprio l'amico che cercavo? E' un segno del Cielo! Come mai stamani pensavo a Monica, che non vedevo da 30 anni, e proprio oggi l'ho vista al caffè? Tutto, in realtà, ha una sua evidente e a volte banale spiegazione "logica" (con buona pace della mistica "sincronicita" junghiana...)

Senza il calcolo infinitesimale di Newton, le sue leggi del moto e della gravitazione universale, non esisterebbero il Ponte di Brooklyn o le navicelle spaziali; e così via. Quale contributo hanno offerto la mentalità superstiziosa o la magia alla realizzazione di queste o di altre imprese? Nessuno. Anzi, esse hanno rallentato, spesso arrestato i tentativi di capire come e perché le cose si verificano.

Nell'ultima parte Ruchlis, coerentemente, propone concreti e realistici correttivi all'agire pratico e al nostro modo di pensare, per ovviare a problemi e guai causati, soprattutto all'ambiente, da un uso sbagliato della scienza. E basterebbe ciò per consigliare caldamente proprio a tutti la lettura di questo peraltro gradevolissimo volumetto.

Purtroppo l'Autore non si inoltra nelle difficoltà in cui attualmente si dibattono scienza e tecnologia, fagocitate da un mercato e da metodi che sempre meno consentono di applicare e verificare intuizioni e scoperte, anche utili. Ma in definitiva a un libro non si può chiedere tutto. Se non altro, qui troviamo elementi basilari, che dovrebbero essere conosciuti a tutti, insomma i fondamenti sui quali poi ciascuno, a volontà, potrà ulteriormente elaborare.