Un incrociatore spaziale, solitario esploratore inviato dalla Terra Imperiale, scivola tra le stelle della Nube di Magellano, la galassia più vicina alla Via Lattea, per cartografare l'immensa area di spazio, prossimo bersaglio della colonizzazione umana.

Dieci anni senza trovare la minima traccia di civiltà, quando all'improvviso i sensori registrano una fonte di energia, proveniente da una stazione meteorologica spaziale, prova evidente che nella Nube esiste una civiltà capace di viaggiare tra le stelle.

Questo l'inizio di I ribelli dei 50 soli, uno dei più famosi romanzi di Alfred Elton Van Vogt, scrittore simbolo dell'età classica della fantascienza, e non è un inizio che lascia indifferenti.

La reazione dell'unico uomo presente nella stazione, quando si rende conto di essere stato scoperto, è quella di far saltare in aria tutto il complesso, sacrificando senza esitazioni la propria vita.

Ma Lady Gloria Cecilia Laurr dei Nobili Laurr, Grande Capitana dello Sciame delle stelle, il titanico incrociatore terrestre, ha tuttavia molte frecce al proprio arco, grazie alla proiezione di una sfera di energia riesce a ricomporre l'uomo partendo dai suoi atomi, e ora ha un prigioniero da interrogare.

E le domande non sono certo poche, chi ha costruito la stazione, e perché una reazione tanto immediata e distruttiva?

Ma soprattutto come è possibile che una civiltà interstellare non dia nessun segnale della sua presenza?

Le risposte a queste domande sono sbalorditive, la Nube è stata colonizzata dai discendenti dei cosiddetti "robot delliani" e degli umani che li avevano aiutati.

I delliani non erano in effetti robot, ma semplici umani mutati nel passaggio attraverso i primi tramettitori di materia, che li avevano resi più forti fisicamente e mentalmente, ma a prezzo di una ridotta capacità di pensiero creativo.

Perseguitati dalla popolazione, terrorizzata dai loro poteri, erano scomparsi nel nulla, e di loro non si era saputo niente per quindicimila anni.

Ancora adesso il ricordo delle persecuzioni subite impregna la civiltà della Nube, solo 70 pianeti e 50 soli sono abitati, le comunicazioni radio sono criptate, e tutto viene studiato in funzione del nascondere la propria presenza, Lady Gloria si rende conto che trovare un pianeta abitato sarà come trovare un ago molto piccolo in un granaio immensamente grande.

La Grande Capitana deve inoltre affrontare il rifiuto dell'equipaggio di continuare la ricerca per altri interminabili anni, solo sei miseri mesi le vengono concessi, insufficienti per riuscire a scovare un sistema abitato.

Ma anche il governo dei 50 soli ha i suoi problemi, i terrestri ignorano la presenza di un terzo gruppo di persone, gli uomini misti, nati grazie alla tecnica chiamata "pressione fredda" dall'unione tra delliani e non delliani, dotati di due cervelli e in grado di unire la forza fisica e le capacità mentali dei primi con la creatività dei secondi.

Dopo un fallito tentativo di prendere il potere con la forza gli uomini misti sono stati emarginati, addirittura il loro capo ereditario, Peter Malbty, è capitano nella flotta dei 50 soli, un ruolo sospeso tra due mondi che diffidano l'uno dell'altro.

E proprio Malbty si rivelerà il solo in grado di tenere testa a Lady Gloria, ingaggiando con lei una lotta dai risvolti imprevisti, in uno scenario colossale, un gioco in bilico tra ostilità e amore, che ha in palio il futuro della galassia.

Autore controverso, osannato o criticato ferocemente, Van Vogt è stato uno degli scrittori che hanno maggiormente influenzato la fantascienza degli anni d'oro.

Abile come pochi a creare scenari grandiosi e in grado di stimolare la fantasia, capace di mantenere alta la tensione con colpi di scena continui e di evocare il "sense of wonder" nel lettore, Van Vogt in questo romanzo riduce al minimo i suoi difetti ed esalta le sue doti.

Le figure di Lady Gloria e di Peter Malbty sono tra le creazioni migliori della fantascienza, come pure alcune scene grandiosamente indimenticabili, tra tutte la descrizione dell'uragano spaziale.

La trama è complessa ma, sebbene il romanzo sia la fusione di racconti scritti tra il 1943 e il 1945, mantiene una buona coerenza, in definitiva una delle opere migliori dell'autore canadese.

L'edizione della Elara (i cui libri non sono acquistabili in libreria ma dal sito della casa editrice: www.elaralibri.it ) si presenta decisamente bene, alla consueta alta qualità del volume affianca una nuova, splendida, traduzione di Ugo Malaguti, che ha scritto anche l'introduzione.

A completare il libro si trovano una postfazione di Giuseppe Panella e alla bibliografia italiana curata da Ernesto Vegetti.

Interessante il fatto che nella postfazione vengano citati dei brani del romanzo con la vecchia traduzione di Pietro Leoni, il che permette di verificare le differenze con quella di Malaguti.

Un ricco menù che rende onore a una delle migliori opere di un grande scrittore.

Nato nel 1912 a Winnipeg, nel Manitoba canadese, da una famiglia di origini olandesi, Alfred Elton Van Vogt ha iniziato la sua carriera letteraria con opere romantiche o avventurose, approdando alla fantascienza solo nel 1939, con il celebre racconto Black Destroyer, pubblicato su Astounding SF.

Trasferitosi a Los Angeles nel 1944 e ottenuta la cittadinanza statunitense nel 1952 Van Vogt rimane uno dei protagonisti della scena fantascientifica sino all'inizio degli anni cinquanta, quando rallenta la produzione letteraria, limitandosi ricavare romanzi dai racconti precedenti, per dedicarsi alla diffusione della dianetica.

Tornato a scrivere nel 1963, dietro invito del direttore di Galaxy Frederik Pohl, Van Vogt non riesce a raggiungere i livelli di eccellenza precedenti.

Tra le sue opere possiamo ricordare i cicli dei fabbricanti di armi e dei Non-A, i romanzi Il segreto degli Slan (Slan, 1940), La guerra contro i Rull (The war against the Rull, 1959) e I polimorfi (The Silkie, 1969), oltre alla raccolta Crociera nell'infinito (The Voyage of the Space Beagle, 1950).

Van Vogt ci ha lasciato nel 2000.