In un mondo dove l'umanità sa già di avere il destino segnato per l'incombente presenza del Wormwood, un enorme oggetto ai confini del Sistema Solare la cui traiettoria lo porterà a spazzare via la Terra tra cinquecento anni, e dove Geri Halliwell (proprio lei, l'ex Spice Girl) è Segretario Generale delle Nazioni Unite, è qui, in questo scenario a tratti paradossale e grottesco, spesso inquietante, che prende corpo la vicenda raccontata dall'inedita coppia di scrittori che, già dai nomi che spiccano in copertina (Clarke molto più in grande di Baxter nell'edizione italiana, mentre in quella inglese appaiono con il medesimo carattere...), consente di sperare in qualcosa di notevole. Non si può negare infatti che quella formata da Clarke e da Baxter sia una accoppiata davvero d'eccezione, visto che unisce quelli che possono essere considerati i leader di due generazioni di autori britannici di science-fiction opposte, il grande e celebrato decano di 2001, oggi ottantatreenne, uno che non ha certo bisogno di presentazioni, e forse il più stimato autore della nuova scuola dell'hard-SF d'oltremanica, il poco più che quarantenne autore de L'incognita tempo (The time ships, 1995), Infinito (Timelike infinity, 1992) e Ring (idem, 1994), tanto per citarne alcuni. E' dunque lecito accostarsi alla lettura di questo romanzo con qualche aspettativa in più, benché la cosa alla fine risulti in una certa misura controproducente, visto che le attese iniziali vengono mantenute solo per metà, ovvero per la parte senza dubbio più cara a un "profeta" del futuro come Clarke, in cui vengono investigate le radicali conseguenze dell'introduzione, tra qualche decina d'anni, di una straordinaria e stravolgente tecnologia sul tessuto sociale planetario. E dando un'occhiata alla realtà odierna, dominata in assoluto dallo strapotere dei media, dove l'invadenza della TV nella vita privata della gente si è fatta ossessiva (il programma televisivo The Big Brother è solo l'esempio più recente, ma non sarà certo l'ultimo), dove le visioni di The Truman Show ed EdTV non risultano poi così campate per aria, e dove la delicata questione della privacy è ormai gestita alla stregua di un incubo, quale altra poteva essere l'invenzione in grado di sconvolgere ed estremizzare abitudini e comportamenti di tutti gli abitanti della Terra (almeno di quelli dei paesi cosiddetti industrializzati), se non la WormCam? Il riferimento alle odierne WebCam, le apparecchiature in grado di diffondere immagini via Internet, è evidente, ma la supertelecamera inventata dalla OurWorld del magnate Hiram Patterson, con l'ausilio del figlio David, è qualcosa di molto più rivoluzionario e sconvolgente, visto che utilizza la tecnologia dei cunicoli spazio-temporali per raccogliere e trasmettere la luce, e quindi le immagini, da qualsiasi punto del pianeta a qualsiasi altro e ancora oltre, senza alcun rischio di essere visti. La WormCam rappresenta così lo spioncino per antonomasia, il buco della serratura per eccellenza e, nel momento in cui la tecnologia fa il passo necessario perché chiunque venga messo in condizione di beneficiarne, il perverso bisogno di voyeurismo insito nell'uomo viene definitivamente appagato. Inutile dire che l'integrazione di una simile invenzione con Internet e la realtà virtuale costituiscono solo il passo successivo e, nel complesso, contribuiscono a cambiare radicalmente le abitudini delle persone, divisi tra la fobia di essere spiati in ogni luogo e in ogni situazione con il conseguente tentativo di nascondersi a oltranza, e lo sviluppo di una licenziosità di costumi senza precedenti, soprattutto nei giovani, i quali sapendo che ormai non esiste più alcun luogo "privato", preferiscono liberarsi da qualsiasi inibizione. Complice anche la latente presenza di quella spada di Damocle cosmica che è già in viaggio per distruggere l'intera razza umana, il Nuovo Mondo che emerge dall'impatto sociale della WormCam è un mondo sì decadente, ma per certi versi anche migliore, perché se tutti sono consci di poter essere spiati in qualsiasi momento, può anche darsi che essi siano maggiormente disposti all'onestà. Tuttavia le cose si complicano non poco quando David Patterson scopre che la WormCam può essere utilizzata anche per visualizzare il passato, dapprima recente, poi, con l'affinazione della tecnica, sempre più remoto, ed è allora che gli enti governativi non perdono tempo ad assicurarsene l'utilizzo per scopi giudiziari. Che dire, allora, di coloro che verranno scoperti innocenti, quando magari sono già stati giustiziati, mentre i veri colpevoli sono rimasti in libertà? Ed è infatti proprio intorno a una situazione di questo tipo che si sviluppa la vera e propria trama del romanzo, che racconta le complicate vicende della famiglia Patterson, di cui, il patriarca Hiram, il fautore della WormCam che si ritiene il "Bill Gates del XXI secolo", vorrebbe creare una vera e propria dinastia alla John Kennedy in grado di raggiungere i vertici del potere degli Stati Uniti. A farne le spese è però suo figlio Bobby, fragile fratellastro di David, la cui inattesa relazione con una spregiudicata giornalista, manda all'aria i piani che il padre aveva su di lui. Il resto è la narrazione di mezzo secolo di vicende familiari, di divisioni, lotte, tradimenti e ritorni, ma è proprio questa, che dovrebbe costiuire l'ossatura portante del romanzo, a risultare anche la parte più fragile, dove, specialmente nella seconda metà del libro, i capitoli sono spesso troppo slegati tra loro e finiscono per costituire delle piccole isole autonome che, malgrado il filo conduttore di un segreto più volte annunciato e svelato solo in extremis, non fanno molto per affiorare dalla monotonia. Anche l'introduzione finale di un'estrema tecnologia WormCam, seppur affascinante, risulta un po' pretestuosa all'interno di un tessuto narrativo che, nell'intero arco della vicenda, Clarke e Baxter non riescono mai a far decollare, tranne quando abbandonano i loro personaggi e descrivono quest'ipotetica società futura, specchio nonché lucida e contraddittoria estremizzazione di quella attuale, e quando, grazie ai servigi della WormCam temporale, si divertono ad addurre la falsità di gran parte della Storia, operando la distruzione impietosa di molti miti del passato, alla quale non si sottraggono nemmeno Robin Hood e Gesù Cristo.

Nel complesso dunque La luce del passato, che per certi versi si colloca curiosamente a metà strada tra le due ultime opere dei rispettivi autori, Manifold: Time (2000) in cui Baxter specula sulla possibilità di dominare il flusso del tempo per evitare un cataclisma planetario e The Trigger (1999) in cui Clarke insieme a Micheal P. Kube-McDowell investiga in maniera analoga sulle conseguenze politiche, economiche e sociali della stravolgente scoperta di un'onda in grado di rendere inoffensiva qualsiasi arma basata sui nitrati, resta un'opera interessante, ma non appagante, che parte da un'idea di notevole spessore, ma che rischia più d'una volta di portare il lettore sulla strada della noia.