Non un thriller, bensì un noir tutt'altro che consolatorio con le sue regole e le sue inquietudini.

Diretto da Mikael Håfström regista dell'interessantissimo Evil, candidato qualche anno fa della Svezia al premio Oscar, Derailed è una pellicola amara che nonostante una possibile prevedibilità in alcuni momenti colpisce lo spettatore per il suo volere andare oltre la barriera del puritanesimo americano e per il flirtare con temi come tradimento, desiderio sessuale e insoddisfazione personale.

Tutto inizia in un lunedì andato molto male per Charles Schine, un manager che deve fronteggiare una serie di grane: da un lato c'è sua figlia ammalata di diabete che ha bisogno continuamente di cure costosissime, dall'altro un lavoro pieno di seccature e una moglie con cui la routine sembra avere divorato intimità e complicità. Una vita difficile, un ritardo del treno che ti porta in ufficio e una donna che - conosciuta casualmente - sembra una piacevole variazione al tran tran quotidiano.

Ad un certo punto, però, qualcosa precipita. Charles cerca la sconosciuta, la trova nella sua azienda e le propone di prendere qualcosa insieme. Fino a quando, una sera, tenta di sedurla e finisce con lei in un alberghetto di Chicago. Mentre sta per fare del sesso ecco arrivare un rapinatore che da un lato picchia lui e dall'altro stupra lei.

Andare alla polizia è impossibile: significherebbe rivelare al marito di lei il tradimento. Quando tutto sembra essere messo da parte, il rapinatore inizia a minacciare la coppia: se non avrà una cifra cospicua rivelerà al marito di lei e alla moglie di lui l'affaire dei rispettivi consorti.

Amaro, complicato, violento e intenso, Derailed differisce dai film che siamo abituati a vedere: Clive Owen interpreta un personaggio tutt'altro che simpatico e non eccessivamente intelligente che - sopraffatto dai sensi di colpa - commette un errore dopo l'altro fino a quando ci scappa perfino il morto...

Un film ingenuo, che nella sua linearità, però, conquista lo spettatore per il piccolo, grande viaggio all'inferno di un uomo perduto - una volta - sola dalle sue debolezze.

Pur non essendo perfetto e avendo alcuni momenti un po' così, Derailed affascina proprio per il suo non essere del tutto politicamente corretto e per farci seguire da vicino un uomo come tanti che reagisce in maniera sbagliata a quello che gli accade intorno.

Certo, anche l'interpretazione di cattivo offerta da Vincent Cassel per quanto raffinata è stereotipata esattamente come i villains della Hollywood degli anni d'oro, eppure il fascino ambiguo di una Jennifer Aniston 'finalmente' diversa e il carisma 'post macho' di Owen rende questo film spaventoso e intrigante per tutti coloro che hanno pensato di uscire - almeno una volta - dagli schemi predefiniti della propria vita, 'deragliando' da un'esistenza forse non tranquilla, ma simile a quella di tante altre.

Un cinema inquieto lontano da certe rassicurazioni del politicamente corretto dove - alla fine - il protagonista impara una lezione: apprezzare quello che si ha oppure rischiare di soccombere alla propria hybris e ai propri desideri.