Dal punto di vista strettamente cinematografico, il film per la celebrazione del quarantennale bondiano (in uscita da noi a molti mesi di distanza...) è il migliore dell'intera saga, e - certamente - il più interessante e riuscito dei quattro con Pierce Brosnan sotto lo smoking indossato da Sean Connery e Roger Moore.

Lee Tamahori, reduce dal successo di Once Were Warriors e di Nella morsa del ragno, immette una sensibilità di ripresa guerrilla style in un Bond innovativo sotto molti punti di vista. Se da un lato già dai titoli di testa si intuisce che qualcosa sembra essere definitivamente cambiato per 007, d'altro canto nel corso della pellicola abbiamo tanti segnali che è iniziato davvero un nuovo corso per la serie più longeva della storia del cinema. Tradimenti, inganni, raggiri, debolezze varie, rendono Bond più umano, simpatico e credibile, riportato alle sue origini di killer governativo, pronto a perdere la vita e il posto di lavoro in difesa dei suoi ideali. Certo ci sono sempre le gustose scenette con Q, l'eterno spasimare di Moneypenny e gli inseguimenti, la musica, il James Bond theme, le donne più belle del mondo. Ma c'è anche una macchina che diventa invisibile (grazie a delle minitelecamere) e una tecnologia quasi alla Face Off che rende i cattivi irriconoscibili ed imprendibili.

Un film scintillante e intenso, con una sceneggiatura tutta dedicata alla Corea del Nord e a rendere Bond più una spia che un supereroe. Da non perdere, soprattutto per questa suo gusto della novità sospeso tra innovazione e memoria. Ci sono molti gadgets dei film passati e molte citazioni per dimostrare che 007 non morirà mai, ma c'è anche una sceneggiatura nuova, un regista tosto e delle donne che non sono solo compagne di letto. Ci sono addirittura i Clash nella colonna sonora con London Calling e - tra le cose che si potevano evitare - Madonna in un risibile cameo, nonché nella title track meno bondiana di tutte. Insomma, se La morte può attendere è anche vero che noi non riusciamo ad aspettare il Dvd e il prossimo Bond che - speriamo - saranno ancora nel segno della sorpresa e dell'intelligenza stilistica.