La maniera migliore per vedere questo film è dimenticare le versioni cinematografiche precedenti della storia "forgiata" agli inizi del ventesimo secolo dallo scrittore britannico A.E.W. Mason. Il talento del regista indiano Shekar Kapur, ammirato in tutto il mondo per avere realizzato qualche anno fa Elizabeth con Cate Blanchett, nonostante la buona volontà potrebbe non riuscire a fare reggere il paragone di questa nuova versione con un passato tanto importante e significativo. E se questo accade, non è certo, perché la produzione non sia stata curata in dettaglio. Il cinema legato al Vietnam, il rifiuto della guerra, la relatività e lo scetticismo con cui oggi come oggi si prendono le questioni d'onore (e si noti bene NON l'onore stesso...) rendono vagamente datata l'azione, non favorita da un cast di giovani attori di cui è difficile dimenticare la marcata modernità dei ruoli recenti, nonché alcuni tratti somatici. In particolare l'immagine di una Kate Hudson passata pressoché senza soluzione di continuità dai vestiti leggeri della groupie di Almost Famous alle sottane di una dama inglese del diciannovesimo secolo, stona con un'interpretazione vagamente da gatta morta e pressoché azzerata nei suoi valori da un qualunquismo da fraschetta prefemminista. Il resto, invece, risulta interessante e convincente con il confronto culturale e bellico tra un Occidente pieno di sé ed un Oriente misticheggiante nel suo fanatismo, celebrato attraverso un cinema epico, ma anche al tempo stesso attento a valori come lealtà, amicizia, onore. Un film complesso, ma anche disomogeneo che lascia sospettare qualche problema produttivo alla base di una versione paradossalmente e imprevedibilmente meno moderna e tutt'altro che innovativa rispetto alle precedenti. Un film troppo legato al passato e non sufficientemente moderno per avere davvero un senso compiuto oggi.