Recentemente ho letto su FantasyMagazine.it, il bel portale curato dall’amico Emanuele Manco, una notizia che non mi ha lasciato di stucco, solo per il fatto di averne letto molte altre dal sapore simile. La notizia è la seguente: la casa editrice Houghton Mifflin Harcourt ha annunciato di aver inserito fantasy e fantascienza nella collana Best American. In pratica la casa editrice è tra le più importanti e ogni anno pubblica delle antologie dedicate a tutte le tipologie di storie, dalla narrativa per ragazzi a storie di viaggio, a quella che gli americani chiamano fiction e non fiction. Fino ad oggi non era mai stata dedicata una antologia alla fantascienza e al fantasy, come a dire che solo ora si considera questi due generi degni di appartenere alla letteratura tout court. La lacuna verrà colmata il prossimo 25 ottobre 2015, quando sarà pubblicato il volume The Best American Science Fiction and Fantasy, curatore John Joseph Adams e Joe Hill, figlio di Stephen King.

Non c’è dubbio che anche negli Stati Uniti, patria naturale della science fiction, così come in Europa e in Italia, una parte della cosiddetta intellighenzia abbia sempre la puzza sotto il naso quando si parla di generi letterari come fantascienza e fantasy.

Qualche anno fa fu data la notizia che la Library of America, a metà tra un’istituzione culturale e una casa editrice, nata nel 1979 per conservare l'eredità culturale degli Stati Uniti, avrebbe pubblicato quattro romanzi di Philip K. Dick. Va sottolineato che la Library of America pubblica i romanzi più significativi in edizioni pregevoli, quelli che ritiene debbano diventare patrimonio della letteratura americana. L'idea che sta alla base della Library of America è stata discussa e voluta da alcuni dei più importanti critici letterari, preoccupati che molti dei romanzi più importanti della letteratura americana, potessero col tempo sparire. La serie di Pléiade pubblicata in Francia ha fornito un modello. Per fare un esempio di casa nostra, la collana pubblicata dall’istituzione americana è paragonabile ai Meridiani della Mondadori, collana dove vengono raccolte in pregevoli volumi i romanzi o tutti i racconti di un autore, straniero o italiano. I primi volumi della collana americana sono stati pubblicati nel 1982.

Segnali che vanno presi per quello che sono: un riconoscimento che taluni autori e taluni romanzi sono grandi e rivestono un’importanza tale che va al di là del fatto che si parli di viaggi nel tempo, di mondi alieni. Sono romanzi importanti e punto, per le storie, i personaggi, la qualità della scrittura.

Non siamo certo miopi e riconosciamo che nel mare magnum della fantascienza che si pubblica, il 96% è mediocre se non pessima e non è certo degna di assurgere al rango di grande romanzo o di essere ricordata con particolare enfasi.

Certo, ci sembra forse un po’ troppo fantascientifico pensare che un domani anche in Italia si possa dedicare un Meridiani della Mondadori ai romanzi e i racconti di un Lino Aldani o di un Vittorio Curtoni, ma mi chiedo: la fantascienza e certi autori hanno poi bisogno di questo genere di riconoscimenti? Mah… qualche dubbio rimane.