Tra poco più di centocinquanta anni il mondo uscito dalla terza guerra mondiale sarà molto diverso da quello che conosciamo: l'Impero Americano e la Federazione Orientale saranno le due potenze dominanti, l'uomo avrà iniziato a sfruttare una immensa fonte di energia che preleva direttamente dal sole, ma saranno tornate in auge reliquie del passato come la schiavitù e i duelli con la spada.

In questo scenario si muovono i personaggi di Paradosso cosmico, il primo romanzo scritto da Charles Leonard Harness.    

Nell'anno 2177 ill dispotico Impero Americano governa con pugno di ferro una vasta parte del mondo e sta iniziando a colonizzare il sistema solare.

I solarion, costosissime stazioni spaziali che operano sulla superficie solare, permettono ai tecnici spaziali di sintetizzare il Muirio, una sostanza con un potere energetico immenso, grazie al quale sarà possibile colonizzare anche lo spazio esterno e preparare armi più devastanti delle bombe al plutonio.

Solo la Federazione Asiatica resiste all'Impero, ma i veri problemi sono costituiti dalla misteriosa e inafferrabile la Società dei Ladri, organizzazione clandestina che deruba i ricchi per liberare gli schiavi.

Nonostante la vita del Ladro sia talmente rischiosa da giustificare il motto della Società "Nessun Ladro muore di morte naturale", questa forza di opposizione sta diventando un problema serio per le forze imperiali.

I Ladri sono infatti in possesso di un campo di forze individuale che dissipa l'energia cinetica dei proiettili su una vasta area, rendendo di fatto inutili le armi da fuoco: questa avanzatissima tecnologia ha portato alla riscoperta della spada come arma, e riportato in auge i duelli tra l'aristocrazia imperiale.

Alar è un Ladro, uno dei migliori, ma il suo passato è avvolto nel mistero, i suoi primi ricordi risalgono a cinque anni prima, quando venne trovato in stato confusionale sulle rive del fiume Ohio, nei pressi del punto di caduta di una misteriosa astronave.

Egli sta cercando di sollevare il velo di tenebre che grava sul suo passato, e nel frattempo sfrutta le sue superiori abilità nella mortale partita a scacchi con il Cancelliere dell'Impero, il potente Haze-Gaunt.

Del tutto privo di scrupoli il Cancelliere ha eliminato tutti i suoi avversari, tra loro Kennicot Muir, geniale scienziato ed esploratore spaziale, nonché creatore del metodo per sintetizzare il Muirio.

Haze-Gaunt è sempre stato ossessionato dalla rivalità con Muir, tanto che dopo averlo ucciso ha reso schiava la moglie Keiris, in modo da poterla minacciare e tormentare.

La donna non ha abbandonato la speranza che l'ex marito non sia morto, dopotutto il corpo di Muir non è mai stato trovato, e nei bassifondi si mormora che sia lui il fondatore della Società dei Ladri.

Haze-Gaunt può contare su Thurmond, provetto spadaccino e capo della polizia, e il Conte Shey, sadico psicologo imperiale, che costituiscono assieme a lui una triade mortale al vertice dell'Impero,

Inoltre il Cancelliere ha a disposizione la Mente Microfilmica, un artista di circo sfigurato da un incendio ma in grado di apprendere e correlare fatti con una velocità sorprendente.

Mentre le forze imperiali lo braccano e perfino la Società dei Ladri inizia a dubitare di lui Alar sviluppa sempre nuove abilità, ma la ricerca del suo passato e la lotta contro l'impero sembrano compiti impossibili anche per lui.

Non so quanti appassionati lettori di fantascienza inserirebbero Paradosso cosmico tra le loro venti storie preferite, forse il romanzo di Harness non troverebbe posto nemmeno allargando a cinquanta le possibili scelte.

Eppure si tratta di un romanzo dove ci sono più idee che crema in un krapfen, pieno di colpi di scena e avventura, un vero e proprio "turn-page" modellato sullo stile di Alfred Van Vogt.

Harness ha la stessa propensione dello scrittore canadese per il sense of wonder, ma è più logico e rigoroso nello svolgimento della storia, Paradosso cosmico per molti aspetti ricorda molto I ribelli dei 50 soli (The Mixed Men, 1952), una delle opere più solide di Van Vogt, la stessa grandiosità degli scenari, gli stessi personaggi non molto definiti, la stessa complessità della trama.

Paradosso cosmico alterna alle scene di azione momenti di discussione sul destino dell'uomo e delle civiltà, i seguaci di Arnold Joseph Toynbee postulano il declino dell'Impero, visto come la ventunesima grande civiltà terrestre, altri studiosi si interrogano su come interrompere la spirale della violenza nella storia umana, qualcuno semplicemente evade nella follia, come gli equipaggi dei solarion.

Mentre la storia procede gli interrogativi si accumulano, i ruoli di figure come la Mente Microfilmica e Keiris diventani ambigui, lo stesso Alar potrebbe avere un'origine inaspettata, che dire poi dello strano lemuride che accompagna sempre Haze-Gaunt, la bestiola ritrovata sulla stessa astronave con cui è precipitato Alar?

E che fine ha fatto davvero Muir, il suo corpo è stato trafugato o egli vive ancora e guida la resistenza?

Alla fine tutti i fili della trama si raccoglieranno in una soluzione impossibile, che genera il paradosso del titolo, ma Harness riesce a ottenere la sospensione dell'incredulità in modo impeccabile, e il finale sembra logico e razionale.

Un grande romanzo, completato da una interessante postfazione in cui lo stesso Harness parla della genesi della sua opera e introdotto da una copertina che richiama in modo geniale quella di Karel Thole per la prima edizione di questa grande opera.

Charles L. Harness è nato in Texas nel 1915, si è laureato in chimica e in giurisprudenza, per poi lavorare come specialista in brevetti nel Connecticut e poi a Washington D.C..

A partire dal 1948, anno in cui venne pubblicato il racconto Time Trap sono stati pubblicati diversi suoi romanzi e racconti, alcuni dei quali nominati per i premi Hugo e Nebula.

Harness non è mai diventato uno scrittore professionista, nonostante ciò nel 2004 la SFWA lo ha nominato "autore emerito".

Charles Harness ci ha lasciato nel 2005.