Che articolo di merda!!
“Invece che fare i genitori, ci siamo trasformati a poco a poco nei sindacalisti della nostra prole, sempre pronti a batterci perché venga loro spianata la strada verso il nulla.”
Caro Antonio, sarai tu, questo, caso mai, o i tuoi conoscenti.
“Dunque, ricapitoliamo. I nostri figli hanno diritto ad essere fuori corso anche dopo i 28 anni senza che austeri ministri li definiscano «bamboccioni» o frivoli viceministri diano loro degli «sfigati». Però, a 28 anni, hanno diritto a un posto di lavoro non solo stabile e comparabile alle loro aspirazioni, il che è ragionevole, ma anche inamovibile e sorvegliato da un giudice ex articolo 18.”
Ma chi lo dice? Ma che gente frequenti? Ministri che parlano così dei loro sudditi, pardon, cittadini, dovrebbero cambiare mestiere.
“Hanno inoltre diritto a una facoltà nel raggio di 20 chilometri da casa, così che non debbano vivere lontano dalla famiglia, “
MA CHI LO DICE?
“e dunque hanno diritto a non fare quei «Mcjob» (commessi, camerieri, pony express), che i loro più sfortunati coetanei americani sono costretti ad accettare temporaneamente per mantenersi agli studi.”
MA CHE STRONZATE DICI? Gli americani, per tua cultura, fanno un debito enorme con le banche, perché il sistema in USA è così (e non perché abbiano poi una preparazione così elevata, come sarebbe giusto). E hanno ora grandi problemi a ripagarlo, il debito, in tempi di crisi. Bello, eh? Ma forse, caro Antonio, parli così perché magari non sei laureato, ed è un atteggiamento già visto altrove, dove la persona “di successo” ha rancore verso i laureati (sarà un malcelato complesso di inferiorità, chissà).
“Infatti i nostri figli non devono mantenersi agli studi, perché lo Stato chiede a ciascuno di loro tra i mille e i duemila euro l'anno mentre ne spende in media settemila (e molto di più per formare, per esempio, un medico); dunque a mantenerli agli studi ci pensa la fiscalità generale, cioè le tasse pagate anche da chi i figli all'università non li manda. “
Ed è giusto, simpatico pazzoide. Perché anch’io pago una botta di tasse per la sanità, ma non vado in ospedale, o per la scuola media, ma non ho figli in scuola media, o per le forze dell’ordine, ma non ho i ladri in casa. Si chiama “vivere in comunità”, una roba inventata qualche migliaio di anno fa.
E comunque aumentare il livello di istruzione media ci avvicinerà all’Europa; livello ora abbassato dagli anziani, che per lo più hanno livelli di istruzioni più bassi delle nuove generazioni.
“Frequentando l'ateneo con comodo e senza fretta, i nostri figli hanno anche diritto a che il valore legale della loro laurea sia identico a quello di chi la laurea se l'è sudata un po' di più, magari emigrando, magari in cinque anni, magari in un'università in cui i 110 non fioccano dal cielo, perché in una società veramente egualitaria tutte le lauree devono essere uguali come tutti i gatti di notte devono essere bigi.”
Questo è un problema che finalmente si sta affrontando.
“Se poi i nostri figli per caso volessero continuare la loro carriera universitaria dopo la laurea, hanno diritto a non farlo all'estero, lì dove fuggono i cervelli, ma in patria, lì dove ammuffiscono i cervelli.”
Che mona. Non sai un cazzo di ricerca italiana. Coi fondi a disposizione, qualunque risultato in Italia andrebbe messo in prima pagina e dovrebbero fare statue ai ricercatori, altro che.
“Naturalmente, hanno infine il diritto di protestare contro questo stato di cose e contro chi ruba loro il futuro, «Occupyando» qua e là tra gli applausi dei contestati medesimi.”
Ci mancherebbe altro. I giovani di oggi, disoccupati al 31%, avrebbero diritto non solo a protestare, ma anche di andare a cagare sulle tombe dei politici che ci hanno messo in questa situzione, vedi Craxi per non fare nome. Andare là con un martellone, rompere tutto, e poi una bella cagata, così il messaggio è chiaro.
Col futuro (nullo) che stiamo dando ai giovani, si può solo sperare che non si incazzino, che se lo fanno hanno ragione.
“Questo elenco di «diritti» può apparire paradossale, ma è quello che si evince dal dibattito pubblico che in queste settimane si è finalmente acceso sulla questione giovanile (fino a qualche mese fa verteva di più su temi come il mestiere di velina o l'età dell'emancipazione sessuale).”
Paradossale a te.
“ Diciamoci la verità: il senso comune degli italiani, in quanto genitori, è questo. “
Diciamoci la verità, è forse delle persone che conosci tu.
“Al punto che perfino un governo di professori e di liberali si è ritratto inorridito di fronte all'ipotesi di cancellare il valore legale del titolo di studio, cavallo di battaglia dei professori liberali dai tempi di Einaudi. “
No, la questione è in essere.
“A questo universo morale in cui non compare mai la parola «dovere», o «responsabilità», “
Perché non le hai scritte, magari.
“si deve aggiungere una crescente condanna popolare e mediatica per il «successo», sempre più considerato solo un'altra manifestazione della tanto deprecata ineguaglianza, quasi come se non si potesse avere successo senza una raccomandazione, un'illegalità, un'evasione fiscale.”
Beh, parlando dell’Italia, si va abbastanza certi e sul sicuro, pensando male. Poi qualcuno di veramente bravo ci sarà, che cavolo, magari anche l’Antonio di sto articolo.
“Ne esce così rafforzato all'inverosimile un malinteso senso di protezione verso i nostri figli; malinteso perché in realtà tradisce una sfiducia collettiva nei loro mezzi, una paura di lasciarli nuotare con le loro forze e il prima possibile, che a sua volta contribuisce a deprimere la loro autostima, assuefacendoli all'insuccesso col metadone di una potente giustificazione morale e sociale.”
Ma cosa hai, problemi a casa?
“Senza capire che l'unico vero antidoto all'ineguaglianza è la lotta del merito e del talento per emergere negli anni dell'educazione, affrancandosi così dalla condizione sociale, familiare o geografica.”
Meritocrazia in Italia? Ma perché nessuno mi ha detto che Polito è uno scrittore di fantascienza?
“Protagonisti di questo paternalismo (o maternalismo) non potevamo che essere noi, la generazione dei baby boomer , la prima generazione ad aver disobbedito ai padri e la prima ad aver obbedito ai figli.”
Ahia, hai problemi a casa?
“Invece che fare i genitori, ci siamo trasformati a poco a poco nei sindacalisti della nostra prole, sempre pronti a batterci perché venga loro spianata la strada verso il nulla, perché non c'è meta ambiziosa la cui strada non sia impervia.”
Ripeto, ahia, hai problemi a casa?
“È un grande fenomeno culturale, e sempre più un carattere nazionale, forse in qualche relazione contorta e perversa con il calo delle nascite, come se ne volessimo pochi per poterli coccolare meglio e più a lungo.”
O come se fare un figlio, per una italiana, non fosse un’impresa che Cristoforo Colombo ci fa una sega.
“Ed è un grande fattore di freno alla crescita, non solo economica ma anche psicologica della nazione. Mentre negli Usa infuria il dibattito sulle mamme-tigri, asiatiche che spingono i figli fin oltre il limite della competizione con se stessi e con gli altri, da noi comandano i papà-orsetti, pronti a lenire con il calore del loro abbraccio il freddo del mondo reale, così spietato e competitivo. Antonio Polito”
Più che spietato, dipende da chi conosci, no? Per tanti non vedo tutta questa spietatezza e tutta questa competizione.