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Che popolo siamo?


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Autore Messaggio
l'Anto
«del Consiglio dei Grigi» del Consiglio dei Grigi
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MessaggioInviato: Mer 01 Feb, 2012 09:17    Oggetto:   

che poi, a pensarci, se una coppia entra nei musei senza pagare per i figli, nei musei ci va. Se no magari va da mac donald's. Sono scelte che dovrebbero essere di marketing.
TANSTAAFL
ammazzatopic
«Horus» Horus
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Località: -zano am see
MessaggioInviato: Mer 01 Feb, 2012 12:40    Oggetto:   

l'Anto ha scritto:


che poi...famiglia...boh, in Francia e in Irlanda le famiglie entrano nei musei praticamente al prezzo di due persone...a noi che siamo in cinque non pareva vero.
Da noi, "danee e fioeu, chi che gh'ii ha in soeu", che vuol dire che soldi e figli sono di chi li possiede, e ognuno faccia per sè.

ah sì. i musei di parigi son praticamente tutti gratuiti per i ragazzi (ragazzi fino ai 25, non bambini fino ai dodici) e a londra l'ingresso è gratuito per tutti ma gradita la donazione (che magari al museo ci vai una volta di più, o ti vedi una sala con calma e poi torni un'altra volta, invece di starci dentro una giornata intera con i bambini che si stufano con l'avanzare delle sale). comunque i francesi e i tedeschi (a berlino ingresso gratis ai ragazzi fino ai 1Cool fanno un sacco di figli e evidentemente li portano anche nei musei (in francia il mercoledì - giorno in cui le scuole sono generalmente chiuse - i musei sono pieni e propongono molte attività e visite, non solo ingressi e visita libera).

è un modo di pensare completamente diverso.
if i were you and you were me i would stand and pee.

Fidati della volpe, della lince, del tasso, ma non della donna dal culo basso.
Tobanis
«Antinano» Antinano
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Località: Padova
MessaggioInviato: Mer 01 Feb, 2012 17:09    Oggetto:   

Che articolo di merda!! Laughing Laughing Laughing Laughing



“Invece che fare i genitori, ci siamo trasformati a poco a poco nei sindacalisti della nostra prole, sempre pronti a batterci perché venga loro spianata la strada verso il nulla.”

Caro Antonio, sarai tu, questo, caso mai, o i tuoi conoscenti.

“Dunque, ricapitoliamo. I nostri figli hanno diritto ad essere fuori corso anche dopo i 28 anni senza che austeri ministri li definiscano «bamboccioni» o frivoli viceministri diano loro degli «sfigati». Però, a 28 anni, hanno diritto a un posto di lavoro non solo stabile e comparabile alle loro aspirazioni, il che è ragionevole, ma anche inamovibile e sorvegliato da un giudice ex articolo 18.”

Ma chi lo dice? Ma che gente frequenti? Ministri che parlano così dei loro sudditi, pardon, cittadini, dovrebbero cambiare mestiere.

“Hanno inoltre diritto a una facoltà nel raggio di 20 chilometri da casa, così che non debbano vivere lontano dalla famiglia, “

MA CHI LO DICE?


“e dunque hanno diritto a non fare quei «Mcjob» (commessi, camerieri, pony express), che i loro più sfortunati coetanei americani sono costretti ad accettare temporaneamente per mantenersi agli studi.”

MA CHE STRONZATE DICI? Gli americani, per tua cultura, fanno un debito enorme con le banche, perché il sistema in USA è così (e non perché abbiano poi una preparazione così elevata, come sarebbe giusto). E hanno ora grandi problemi a ripagarlo, il debito, in tempi di crisi. Bello, eh? Ma forse, caro Antonio, parli così perché magari non sei laureato, ed è un atteggiamento già visto altrove, dove la persona “di successo” ha rancore verso i laureati (sarà un malcelato complesso di inferiorità, chissà).

“Infatti i nostri figli non devono mantenersi agli studi, perché lo Stato chiede a ciascuno di loro tra i mille e i duemila euro l'anno mentre ne spende in media settemila (e molto di più per formare, per esempio, un medico); dunque a mantenerli agli studi ci pensa la fiscalità generale, cioè le tasse pagate anche da chi i figli all'università non li manda. “

Ed è giusto, simpatico pazzoide. Perché anch’io pago una botta di tasse per la sanità, ma non vado in ospedale, o per la scuola media, ma non ho figli in scuola media, o per le forze dell’ordine, ma non ho i ladri in casa. Si chiama “vivere in comunità”, una roba inventata qualche migliaio di anno fa.
E comunque aumentare il livello di istruzione media ci avvicinerà all’Europa; livello ora abbassato dagli anziani, che per lo più hanno livelli di istruzioni più bassi delle nuove generazioni.

“Frequentando l'ateneo con comodo e senza fretta, i nostri figli hanno anche diritto a che il valore legale della loro laurea sia identico a quello di chi la laurea se l'è sudata un po' di più, magari emigrando, magari in cinque anni, magari in un'università in cui i 110 non fioccano dal cielo, perché in una società veramente egualitaria tutte le lauree devono essere uguali come tutti i gatti di notte devono essere bigi.”

Questo è un problema che finalmente si sta affrontando.

“Se poi i nostri figli per caso volessero continuare la loro carriera universitaria dopo la laurea, hanno diritto a non farlo all'estero, lì dove fuggono i cervelli, ma in patria, lì dove ammuffiscono i cervelli.”

Che mona. Non sai un cazzo di ricerca italiana. Coi fondi a disposizione, qualunque risultato in Italia andrebbe messo in prima pagina e dovrebbero fare statue ai ricercatori, altro che.

“Naturalmente, hanno infine il diritto di protestare contro questo stato di cose e contro chi ruba loro il futuro, «Occupyando» qua e là tra gli applausi dei contestati medesimi.”

Ci mancherebbe altro. I giovani di oggi, disoccupati al 31%, avrebbero diritto non solo a protestare, ma anche di andare a cagare sulle tombe dei politici che ci hanno messo in questa situzione, vedi Craxi per non fare nome. Andare là con un martellone, rompere tutto, e poi una bella cagata, così il messaggio è chiaro.
Col futuro (nullo) che stiamo dando ai giovani, si può solo sperare che non si incazzino, che se lo fanno hanno ragione.

“Questo elenco di «diritti» può apparire paradossale, ma è quello che si evince dal dibattito pubblico che in queste settimane si è finalmente acceso sulla questione giovanile (fino a qualche mese fa verteva di più su temi come il mestiere di velina o l'età dell'emancipazione sessuale).”

Paradossale a te.

“ Diciamoci la verità: il senso comune degli italiani, in quanto genitori, è questo. “

Diciamoci la verità, è forse delle persone che conosci tu.

“Al punto che perfino un governo di professori e di liberali si è ritratto inorridito di fronte all'ipotesi di cancellare il valore legale del titolo di studio, cavallo di battaglia dei professori liberali dai tempi di Einaudi. “

No, la questione è in essere.

“A questo universo morale in cui non compare mai la parola «dovere», o «responsabilità», “

Perché non le hai scritte, magari.

“si deve aggiungere una crescente condanna popolare e mediatica per il «successo», sempre più considerato solo un'altra manifestazione della tanto deprecata ineguaglianza, quasi come se non si potesse avere successo senza una raccomandazione, un'illegalità, un'evasione fiscale.”

Beh, parlando dell’Italia, si va abbastanza certi e sul sicuro, pensando male. Poi qualcuno di veramente bravo ci sarà, che cavolo, magari anche l’Antonio di sto articolo.

“Ne esce così rafforzato all'inverosimile un malinteso senso di protezione verso i nostri figli; malinteso perché in realtà tradisce una sfiducia collettiva nei loro mezzi, una paura di lasciarli nuotare con le loro forze e il prima possibile, che a sua volta contribuisce a deprimere la loro autostima, assuefacendoli all'insuccesso col metadone di una potente giustificazione morale e sociale.”

Ma cosa hai, problemi a casa?

“Senza capire che l'unico vero antidoto all'ineguaglianza è la lotta del merito e del talento per emergere negli anni dell'educazione, affrancandosi così dalla condizione sociale, familiare o geografica.”

Meritocrazia in Italia? Ma perché nessuno mi ha detto che Polito è uno scrittore di fantascienza?

“Protagonisti di questo paternalismo (o maternalismo) non potevamo che essere noi, la generazione dei baby boomer , la prima generazione ad aver disobbedito ai padri e la prima ad aver obbedito ai figli.”

Ahia, hai problemi a casa?

“Invece che fare i genitori, ci siamo trasformati a poco a poco nei sindacalisti della nostra prole, sempre pronti a batterci perché venga loro spianata la strada verso il nulla, perché non c'è meta ambiziosa la cui strada non sia impervia.”

Ripeto, ahia, hai problemi a casa?

“È un grande fenomeno culturale, e sempre più un carattere nazionale, forse in qualche relazione contorta e perversa con il calo delle nascite, come se ne volessimo pochi per poterli coccolare meglio e più a lungo.”

O come se fare un figlio, per una italiana, non fosse un’impresa che Cristoforo Colombo ci fa una sega.

“Ed è un grande fattore di freno alla crescita, non solo economica ma anche psicologica della nazione. Mentre negli Usa infuria il dibattito sulle mamme-tigri, asiatiche che spingono i figli fin oltre il limite della competizione con se stessi e con gli altri, da noi comandano i papà-orsetti, pronti a lenire con il calore del loro abbraccio il freddo del mondo reale, così spietato e competitivo. Antonio Polito”

Più che spietato, dipende da chi conosci, no? Per tanti non vedo tutta questa spietatezza e tutta questa competizione.
Requiem Solitario
«Time Lord» Time Lord
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MessaggioInviato: Mer 01 Feb, 2012 17:28    Oggetto:   

Bravo! Bravo! Bravo!
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jonny lexington
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MessaggioInviato: Gio 02 Feb, 2012 17:29    Oggetto:   

Jirel ha scritto:
non ci sono i McJob, qui, ci sono gli immigrati in nero che se ci provi ti mazzuolano) forse puoi fare il call center? ma ora sono tutti in india...
marchette? e ci sono le ragazza dell'olgettina, per quello
pulizie? colf dell'est
badante? come sopra

su questo non sono proprio d'accordo (e sí, mi rendo conto del fatto che non vivo in italia e quindi non dovrei avere un parere al riguardo). le badanti magari non la fanno neppure le studentesse spiantate in america, ma per il resto non dovrebbero mancare i mcjobs in italia, partendo proprio dai veri mcdonald's -- che non hanno personale ultraspecializzato o profughi, no? e passando poi per i lavori di camerieri nelle pizzerie o nei bar, o fattorini su bicicletta (non so come si chiamamo in italiano), o che so... insegnanti di recupero per gli studenti delle medie.

dai, non sarà mica impossibile trovare un lavoro ignobile no?
"those who can't laugh at themselves deserve the most mockery"
Jirel
«haut-lady»
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MessaggioInviato: Ven 03 Feb, 2012 01:01    Oggetto:   

jonny lexington ha scritto:
.. insegnanti di recupero per gli studenti delle medie.

dai, non sarà mica impossibile trovare un lavoro ignobile no?


queste si chiamano ripetizioni
ci ho pagato l'uni pure io

Laughing

e non è momento di parlare degli insegnanti, qui, che non si capisce se licenziano o assumono
La paura uccide la mente
jonny lexington
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Località: Quasi polare
MessaggioInviato: Ven 03 Feb, 2012 17:08    Oggetto:   

uno cosa però vorrei dirla. che i fuori corso non siano dei prila dovrebbe essere chiaro a tutti, ma da un lato pratico mi pare che l'università in italia non faccia dell'efficienza una bandiera.

una dottoressa o un ingegnere che ci mettono un paio d'anni in più a laurearsi fan sempre comodo, ma il mondo del lavoro che se ne fa di migliaia di fuori corso in scienze politiche o filosofia? materie interessanti, per carità, ma ogni studente costa uno sbotto allo stato. non sarebbe il caso di fare il numero chiuso nelle università e mettere un termine agli anni che uno può passare senza concludere?
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Requiem Solitario
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MessaggioInviato: Ven 03 Feb, 2012 17:38    Oggetto:   

Concordo anch'io che il problema più impellente sia la qualità delle università, e non la qualità degli studenti.

Vogliamo parlare della preparazione che offrono le facoltà al mondo del lavoro? Anche quelle più tecniche?
Io ho fatto ingegneria, a suo tempo, e sinceramente avrò riutilizzato sì e no il 5% dei concetti imparati nei vari anni di frequentazione.
Il restante 95% l'ho appreso dopo mesi di affiancamento e documentazione personale...
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Antha
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MessaggioInviato: Lun 27 Feb, 2012 16:53    Oggetto:   

Anche questo, siamo

LA CLASSE DIRIGENTE ITALIANA
Un club esclusivo di una certa età
Ciò che più colpisce nell'elenco dei grandi manager pubblici percettori di alti redditi, reso noto nei giorni scorsi, è sì l'ammontare di denaro che ognuno di essi intasca ma insieme, e forse soprattutto, è il loro sesso e la loro età. Non ce n'è uno che abbia meno di cinquant'anni (a dir poco: la media è senz'altro assai più alta) e, tranne un paio di eccezioni che confermano la regola, sono tutti invariabilmente maschi. È una situazione che non riguarda solo il settore pubblico. In generale, infatti, è tutta la classe dirigente italiana che corrisponde a questa caratteristica: un gruppo di maschi maturi, o più che maturi, con retribuzioni enormemente superiori alla media, ognuno titolare di una quantità straordinaria di incarichi. Non si tratta dunque solo dei politici che anzi, secondo me, possono essere annoverati da molti punti di vista tra i meno privilegiati. In misura assai più pronunciata presentano i caratteri di un'oligarchia di anziani colmi di benefici vari (non sempre monetari) pure i vertici delle aziende e delle amministrazioni pubbliche, dell'università, della magistratura e al tempo stesso anche quelli del settore privato: dalla finanza (dove qualche tempo fa, non a caso, un novantenne si sentì vittima di una colossale ingiustizia perché invitato a lasciare il suo posto) all'industria, fino al giornalismo, dove spesso i direttori, i commentatori e i titolari di rubriche costituiscono un vero e proprio club esclusivo dei soliti noti.
Intendiamoci: parole d'ordine come «largo ai giovani» o «rottamiamo i vecchi» di per sé non hanno mai portato da nessuna parte, ma ciò non toglie che una società com'è per l'appunto quella italiana attuale, ai cui posti di comando non c'è neppure un quarantenne, sia inevitabilmente una società poco dinamica, incapace di rischiare, di misurarsi con il futuro. Cioè una società destinata alla decadenza oltre a essere una società profondamente ingiusta. Infatti - poiché è difficile pensare che l'eccellenza, guarda caso, corrisponda sempre e comunque all'età - nulla come un così diffuso dominio dei vecchi indica fino a che punto in Italia il merito non sia tenuto quasi in alcun conto come criterio decisivo per l'assegnazione di un qualunque incarico. Dappertutto sempre uomini di una certa età, accumulatori spesso a dismisura di cariche e incarichi sottratti ai più giovani: anche in questo modo il nostro Paese si è venuto privando di quella grande risorsa che in mille occasioni passate ha rappresentato il suo capitale umano.
Quanto detto riguarda anche i partiti. Stretti nella tenaglia del discredito pubblico che li colpisce dal basso e del commissariamento del governo Monti che li insidia dall'alto, non riusciranno a sopravvivere se non cambieranno profondamente. Innanzi tutto evitando di presentarsi con le stesse voci e gli stessi volti di sempre. In nessun Paese sono oggi al potere persone che già negli anni 70-80 occupavano posti di rilievo sulla scena pubblica. E di conseguenza in nessun Paese capita di sentire oggi sulla bocca dei politici affermazioni, proposte, enunciazioni programmatiche, che sono l'esatto contrario, o comunque diversissime, da quelle che i medesimi, con la medesima sicurezza, dicevano ieri. Uno ieri che in più di un caso era soltanto pochi mesi fa.
Ernesto Galli Della Loggia27 febbraio 2012 | 13
"Grandi erano gli Antha: così è scritto nell'Unico Libro della Storia; più grandi forse di ogni altro Popolo Galattico..."
Kobol77
«Horus» Horus
Messaggi: 4719
MessaggioInviato: Mer 29 Feb, 2012 13:31    Oggetto:   

Siamo un popolo di evasori fiscali allo stato brado. Ci voleva la crisi e il risveglio dal coma degli "eroi" della finanza per capirlo.
Fedemone
«Time Lord» Time Lord
Messaggi: 2206
MessaggioInviato: Mer 29 Feb, 2012 16:57    Oggetto:   

jonny lexington ha scritto:
uno cosa però vorrei dirla. che i fuori corso non siano dei prila dovrebbe essere chiaro a tutti, ma da un lato pratico mi pare che l'università in italia non faccia dell'efficienza una bandiera.

una dottoressa o un ingegnere che ci mettono un paio d'anni in più a laurearsi fan sempre comodo, ma il mondo del lavoro che se ne fa di migliaia di fuori corso in scienze politiche o filosofia? materie interessanti, per carità, ma ogni studente costa uno sbotto allo stato. non sarebbe il caso di fare il numero chiuso nelle università e mettere un termine agli anni che uno può passare senza concludere?


L'università italiana andrebbe svecchiata di molto, ma la quesitone dei fuori corso è un problema anche complesso.
Quando facevo il liceo, l'università era esplicitamente riconosciuta anche come cuscinetto epr un mondo del lavoro che magari non riesce ad assorbire le persone allo stesso modo, per cui dilazionando nel tempo rende le cose più semplici. Anche se ovviamente poi si arriva al paradosso italiano di decine di anni fuori corso, trasformando le eprsone in zavorra anche epr il mondo del lavoro stesso...
Inoltre, lo studio dovrebbe essere visto non solo propeddeutico al lavoro, ma importante in sé, sopratutto anche perché ogni azienda ti insegna nella pratica quasi tutto (per cui una tes di laurea in azienda no?). Ma la testa, quella l'azienda non te la dà di certo, e qui l'università serve, sia che applihi cosa studi sia che tu non lo faccia.

io trovo offensivo che uno debba essere sbeffeggiato se vuole lavorare in italia "dove i cervelli ammuffiscono". trovo più vegognoso questo che il fatto di trovare umanamente pesnte il fatto di dover aver cambiato città e la prospettiva che per avere un buon lavoro dovrò forse cambiare paese in un futuro, dove forse cresceranno i miei figli, cancellando la mia storia...

D'altro canto, di genitori che hanno perorato cause improponibili, difeso delinquenti solo perché figli loro, distorto l'uso del diritto, delle scuole e della società di soli diritti senza doveri è purtroppo spettacolo quotidiano , e se non diffuso e di certo incisivo.
però qui subentra un altro paradosso, ossia il bersaglio per una invettiva del genere è un genitore che non credo legga molto, e di certo persone con interessi peculiari (coem immaigno sia il 100% degli utenti del forum) saranno quanto più lontani dalla categorie descritta... Quindi il senso del discorso difficilmente attecchirà in questo modo!
HappyCactus
«Ministro alle puntualizzazioni» Ministro alle puntualizzazioni
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MessaggioInviato: Gio 01 Mar, 2012 10:40    Oggetto:   

ammazzatopic ha scritto:

l'attuale polemica sui laureandi ventottenni, nuovo tormentone dopo quella dei bamboccioni, è soltanto l'ennesima stronzatina; paragonare le nostre università - e lo stile di vita dei nostri universitari - a quello americano è assurdo. se ho la possibilità di studiare a venti km da casa (risparmiando soldi di affitto, generalmente in nero) e se l'università mi consente di metterci anche vent'anni non vedo perché non dovrei farlo se lo preferisco; idem se preferisco - e i miei sono d'accordo - abitare con i miei genitori anche tutta la vita.


Sono d'accordo, infatti il problema non è se è da sfigati o meno a 28 anni essere ancora all'università - io mi sono laureato in ingegneria a 26.5, dopo 6.5 anni di studi fatti davvero come si deve, mai cazzeggiato, minimo 4 esami l'anni, piano di studi con le contro palle, a Padova, mica a Cassino, con tutto il rispetto per Cassino - piuttosto il problema sono quegli universitari che danno 1 esame l'anno facendo solo gli studenti.
Perché signori miei, quando una cosa è GRATIS - e l'università italiana , anche se le tasse sono di 1200 euro l'anno, è GRATIS[1] - viene sprecata. Senza un controllo su chi usufruisce del servizio finanziato da tutti e su quello che produce, si finisce con uno spreco immane.
Non voglio arrivare all'estremo dell'università completamente privata, però un controllo più ferrato sul rendimento universitario sarebbe opportuno. Chi non rende, chi non fa tot esami l'anno, dovrebbe esser fuori perché RUBA risorse anche agli altri.
Avete mai visto uno studente parcheggiato in una università privata?

Idem per la sanità.





[1] infatti si chiama "tassa", non "retta". La maggior parte del finanziamento all'uni arriva con le tasse di chi all'uni non ci va!
Discutere con certe persone è come giocare a scacchi con un piccione. Puoi anche essere il campione del mondo, ma il piccione farà cadere tutti i pezzi, cagherà sulla scacchiera e poi se ne andrà camminando impettito come se avesse vinto lui.
Tobanis
«Antinano» Antinano
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Località: Padova
MessaggioInviato: Gio 01 Mar, 2012 14:36    Oggetto:   

Beh ai miei tempi lo studente che non dava tot esami automaticamente partiva per il militare, e mi sembra fosse un ottimo deterrente!

Laughing Laughing

Ora non so più com'è la storia, è troppo che non bazzico da quelle parti.

Però .... però.....

Nella mia facoltà, non si laureava quasi nessuno in corso. Ora non posso pensare che il 95% degli studenti fosse là a scaldare i banchi, ma forse era chiedere troppo, cioè dare 6 esami all'anno per 4 anni (e la tesi), con alcuni professori (non tutti) che cercavano soprattutto di metterti in difficoltà (e non appurare se avevi capito quanto spiegavano) o che tenevano corsi che andavano magari bene per loro colleghi, ma che per noi comuni mortali sembravano solo inutile arida teoria....

Ovvero, fai pure dei corsi solo di teoria, ma magari rendili facoltativi, in un piano di studi, no?

Mah, che dire. Quid facta est, facta est, o come si dice.
Requiem Solitario
«Time Lord» Time Lord
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MessaggioInviato: Gio 01 Mar, 2012 16:35    Oggetto:   

HappyCactus in che anno ti sei laureato? Magari eravamo compagni di studi Very Happy
"Se guardi il cielo e fissi una stella, se senti dei brividi sotto la pelle, non coprirti, non cercare calore, non è freddo ma è solo amore." (Kahlil Gibran)
jonny lexington
«Genio del Male» Genio del Male
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Località: Quasi polare
MessaggioInviato: Lun 05 Mar, 2012 10:57    Oggetto:   

Tobanis ha scritto:
Beh ai miei tempi lo studente che non dava tot esami automaticamente partiva per il militare, e mi sembra fosse un ottimo deterrente!

Laughing Laughing

e le studentesse scansafatiche invece dove le mandavano? Non sono sicuro
"those who can't laugh at themselves deserve the most mockery"
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