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Elezioni e crisi politiche varie


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Autore Messaggio
Antha
«Antha» Antha
Messaggi: 6972
MessaggioInviato: Gio 15 Mar, 2018 13:29    Oggetto:   

 Ogni giorno sensazioni nuove.
Quella di oggi, corroborata dai contatti telefonici, è che Salvini stia manovrando per un governo Lega M5S. Sulla carta, cosa nota da tempo, le posizioni convergenti non mancano.
Tra l'altro, vista la cartina politica disegnata dal voto, l'aspetto federalista finisce per fare capolino alla grande.
Ci aspettano quindi tempi interessanti.
La scommessa, di cui si vocifera, è che i galli Di Maio e Salvini possano studiare una legge elettorale che li qualifichi come futuri campioni di un'Italia spaccata in due.
Berlusconi, almeno ad oggi, appare sempre più seccato. Una volta tanto non conta una mazza (l'ultimo che è riuscito a farlo resuscitare è stato Bersani: ma anche lui al momento pare  defunto).
Il PD, almento ad oggi, risulta ancora scosso e proteso a riprendere un equilibrio. Si affidano per ora  a budino Martina, che per indole e approccio gentiloniano, non scontenta nessuno. Almento sino a una delle prossime ennesime rese dei conti interne (che si può starne certi, non non potranno prescindere "dall'immensa" voglia di sinistra che è scaturita dalle urne).
Ci aspettano quindi tempi interessanti.
Paolo7
«Work in progress» Work in progress
Messaggi: 10077
MessaggioInviato: Gio 15 Mar, 2018 13:35    Oggetto:   

Citazione:
Ci aspettano quindi tempi interessanti.

Nel senso della (apocrifa) maledizione cinese, indubbiamente...
Fedemone
«Time Lord» Time Lord
Messaggi: 2206
MessaggioInviato: Gio 15 Mar, 2018 13:44    Oggetto:   

Davide Siccardi ha scritto:

Oddio ma mi spiegate come si e' passati dalla liberalizzazione dell' istruzione alla vendita di armi???
Ma anche cosi': il problema degli USA non e' la liberalizzazione del mercato delle armi (perche' in Italia le vende lo Stato?) ma al fatto che lo stato ha legiferato (che e' il suo lavoro, anche in presenza di liberalizzazioni... e' precisamente quello che deve fare uno stato NON VENDERE!!!) in modo da CONSENTIRE LA VENDITA DI ARMI D' ASSALTO.
E quindi?
Cosa c'e' di diverso in Italia?
Lo Stato vende armi?

Ecco il mercato delle armi e' liberalizzato: siamo come gli USA?

DI COSA AVETE PAURA???

Allora, vorrei innanzi tutto dire che di tutot il discorso, estrapolare la frase meno significativa purtorppo non mette a tacere i dubbi che le persone possono avere: ossia aggiungere alla volontà (sacrosanta) di svincolare mercati e aziende dallo stato (ma magari), anche la una forma di controllo maggiore che rendi le aziende più responsabili.

Perché il timore, qua come là, è che il "lassez faire, lassez passer" sia - soprattutto da noi - un semplice lavarsene le mani: ossia se lo stato non ci si mette in mezzo, allora le aziende faranno quel che vogliono senza limiti e soprattutto in negativo.
Quindi vendita di armi (anche d'assalto, perché no?) come i pesticidi pericolosi o i farmaci troppo costosi o scuole irraggiunbili e via dicendo.

Chi vuole il "turbolibersimo", come lo vuole chiamare qualcuino, deve dare anche l'assicurazione di un progetto di stato cmq controllore e regolatore, ma soprattutto efficace. Altrimenti è visto in questo modo (distorta ovviamente):

libertà di mercato = deregolamentezione totale
mancanza di stato = mancanza di controllo

Non serve obiettare "non è così", percHé esistono esempi negativi ovunque nle mondo, ma "per contrastare possibili distorsioni o influenze di aziende economicamente potenti sulle scelte legislative bisogna ..."

Solo questo. Se poi si vuole continuar ela discussione sulle armi, OK, ho sbagliato io, ho preso l'esempio sbagliato.
E il resto?
Davide Siccardi
«Horus» Horus
Messaggi: 5852
MessaggioInviato: Gio 15 Mar, 2018 14:17    Oggetto:   

Fedemone ha scritto:

Allora, vorrei innanzi tutto dire che di tutot il discorso, estrapolare la frase meno significativa purtorppo non mette a tacere i dubbi che le persone possono avere: ossia aggiungere alla volontà (sacrosanta) di svincolare mercati e aziende dallo stato (ma magari), anche la una forma di controllo maggiore che rendi le aziende più responsabili.

Perché il timore, qua come là, è che il "lassez faire, lassez passer" sia - soprattutto da noi - un semplice lavarsene le mani: ossia se lo stato non ci si mette in mezzo, allora le aziende faranno quel che vogliono senza limiti e soprattutto in negativo. 

Allora non ci siamo capiti.
Perche' lo Stato possa fare il controllore non deve fare il controllato.
Se lo stato e' presente su un mercato (ad esempio quello del fotovoltaico: lo dico perche' facevo poco prima un po' di anedottica con Nirgal) allora o non punisce o nel peggiore dei casi favorisce le proprie aziende a scapito degli altri.*
Lo scopo dello Stato e' regolamentare e controllare... gli altri.
Per avere uno straccio di controllo sullo Stato si era provveduto a creare una tripartizione del potere dove ogni attore ha potere di veto/controllo sull' altro: negli anni questo concetto e' diventato antipatico e in piu' modi si e' cercato di aggirarlo con esiti un po' cosi'.
Usare una terminologia ottocentesca per definire l' ovvia necessita' di eliminare gli inciuci che producono un ristretto oligopolio con in cima la ferrea mano di pochi rappresentanti dello stato e' avere le idee un po' confuse.
Ripeto: se liberalizzi, e non privatizzi, il settore scolastico ottieni come risultato concorrenza, metti in condizione i cittadini di scegliere come spendere i soldi, valorizzi il merito tra gli insegnanti.
Oltretutto liberi gli insegnanti dalla schiavitu' di graduatorie che, scusate, ma vorrei capire fino a che punto sono meritocratiche (gli insegnanti che conosco non sono molto convinti della bonta' di queste gerarchie ed arrivano esasperati ed esausti al loro "turno" con pure la paura che gli cambino le regole all' ultimo) ed apri notevolmente il mercato alle assunzioni.
Ma questo e' un esempio: se l' acqua con il servizio pubblico e' TOSSICA e ripeto TOSSICA non potete venirmi a dire che avete paura che il servizio liberalizzato possa produrre effetti peggiori.
Ma belin un privato lo mandi via lo stato no!
E peggio di TOSSICA mi spieghi cosa c'e'?
Ed ancora: ma mi spiegate perche' lo Stato dovrebbe fornire un servizio migliore?
Ma terra terra: un privato o lavora bene o ciao e non ti pago; lo stato SI IMPONE non hai scelta ed in piu' essendo anche controllore se e' monopolista puo' anche offrire dati di verifica sulla cui verdicita' si possono piu' che lecitamente avanzare pesanti dubbi.
Ed infine: ma cosa diavolo ci azzeccano le armi nelle scuole?
Ma lo vogliamo dire?
Voi avete paura dei privati che mettono il profitto davanti a tutto.
Voi dovete avere paura di un ristrettissimo numero di privati, dirigenti statali, che con un potere immenso mettono un imbuto tra le necessita' ed il servizio.
Perche' lo Stato sono Privati con un potere indiscusso in mano.
Ed allora e' bene che facciano, senza interessi in materia, esclusivamente il controllore e mai il controllato.
Dove c'e' possibilita' di profitto.
Dove non c'e' possibilita' di profitto puo' avere un senso l' intervento dello stato anche se anche in quelle circostanze sovente e' strutturalmente meglio far agire i privati sotto pagamento e controllo da parte dello Stato.
Il turboliberismo.. NON ESISTE E' UN TERMINE INVENTATO!
Lo Stato minimo e' precisamente quello che vi ho descritto sopra.
che poi e' un po' come quando Nirgal dice che vuole uno stato piu' efficente e snello, solo che avete delle preclusioni ideologiche che vi impediscono di capire che cio' che non e' socialismo non e' il male e che gli stati sono invenzioni astratte degli uomini e non di dio e pertanto sono solo strumenti fallaci (come tutti gli strumenti epr altro) che non hanno basi morali ma solo esigenze pratiche.
E se cambi nome ad un paese non offendi alcun dio non ledi alcuna legge naturale laica non si incrina l' universo.
Si cambia maniera di gestire i problemi, tutto qua.
Di cosa altro c'e' da discutere?
Cosa sfugge da queste considerazioni?
*Ah per inciso: piu' bassa e' la partecipazione statale e piu' c'e' da fare attenzione.
Una societa' partecipata all' 80 o 100 per cento chiaramente e' una farsa, una al 10 che senso ha?
Perche' sopravvive la partecipazione?
Dove sono i favori concessi?
Molto piu' sfuggente
Fedemone
«Time Lord» Time Lord
Messaggi: 2206
MessaggioInviato: Gio 15 Mar, 2018 14:39    Oggetto:   

Vero, non ci siamo capiti.
Io sono perfettamente d'accordo con uno stato minimo.
Sono perfettaemtne d'accordo che andrebbero eliminate partecipate e simili, così come al drogatura dei mercati con i soldi statali e via dicendo.
Non credo nel termine turboliberismo, è solo un termine che ho usato, virgolettato per giunta e commentato, per avere un qualcosa su cui molti puntano il dito e hanno bisogno di rassicurazioni.
L'unica cosa da discutere, è trovare non dico un punto di vista comune, ma un almeno un dialogo per far sì che le parti si comprendano, visto che sono d'accordo con te Davide, ma rimane sempre aperto il punto su cui tutti battono: il timore che liberalizzazione in italia finisca con la semplice de-regolamentazione. E senza regole e senza contrlli (quando adesso abbiamo milioni di leggi e leggine e scappatoie ed ecceizoni, ma zero controlli), si arrivi al peggio, partendo dagli esempi negativi che vediamo in altri paesi e si finisca negli scenari più apocalittici (che non condivido) tanto amati dalla FS dove le corporazioni dominano senza scrupoli.

Siccome il liberismo è visto tanto male, non sono i vantaggi del liberismo (a me ovvi) che vanno illustrati ma i meccanismi di protezione sociale e di responsabilizzazione necessari che adesso manco col binocolo si vedono.

Semplicement eil mio consiglio è: se vuoi offrire certi vantaggi, e trovi opposizione, è perchè il discorso manca delle rassicurazioni necessarie.
Davide Siccardi
«Horus» Horus
Messaggi: 5852
MessaggioInviato: Gio 15 Mar, 2018 17:56    Oggetto:   

Fedemone ha scritto:
il timore che liberalizzazione in italia finisca con la semplice de-regolamentazione. E senza regole e senza contrlli (quando adesso abbiamo milioni di leggi e leggine e scappatoie ed ecceizoni, ma zero controlli), si arrivi al peggio, partendo dagli esempi negativi che vediamo in altri paesi e si finisca negli scenari più apocalittici (che non condivido) tanto amati dalla FS dove le corporazioni dominano senza scrupoli.

Siccome il liberismo è visto tanto male, non sono i vantaggi del liberismo (a me ovvi) che vanno illustrati ma i meccanismi di protezione sociale e di responsabilizzazione necessari che adesso manco col binocolo si vedono.

Ma liberalizzare non vuol dire deregolamentare.
Si certo se non ci sono partecipate decade tutta la regolamentazione relativa.
Ma i limiti al servizio ed i relativi doveri sono sempre gli stessi.
Anzi dato che lo Stato si toglierebbe dallo scacchiere probabilmente i limiti verrebbero pure accuiti dato che non deve neppure formalmente difendere le proprie societa'.
Oggi essendo lo Stato controllato e controllore spesso questo si gira dall' altra parte e fa finta di niente.
Quando le carenze sono private sono cause e rescissioni dei contratti.
Quando questo non accade e' per connivenze e malavita: la connivenza e la malavita si manifestano anche con le partecipate, anzi nel caso di partecipate i malintenzionati hanno vita piu' facile.
Il controllo si indebolisce quando il controllore corrisponde al controllato: e' una pia illusione credere il contrario.
Il caso dell' acqua pubblica e' il piu' clamoroso di tutti.
C'e' poi al contrario un clamoroso caso di mercato privatizzato che si occupa della merce piu' pericolosa ed esecarbile di tutte: le armi.
Mica le armi, al cittadino italiano intendo, le vende lo Stato.
Le vendono vari produttori di armi.
Non tutti i tipi di arma possono essere venduti, alcuni tipi di arma richiedono banchi di prova prima di essere messe in vendita e registrazioni da parte dei detentori, ecc.
Ok l' Italia e' come gli USA?
Lo Stato italiano gestirebbe il mercato in maniera piu' sicura se vendesse in prima persone le armi sostituendosi ai produttori?
Stiamo parlando di un mercato privatizzato, neppure liberalizzato.
E stiamo parlando del prodotto piu' schifoso, violento, malsano che si possa immaginare.
E' deregolamentato?
In Italia accade quello che accade negli USA?
E' gestito male come quello dell' acqua (pubblica)?
La sete di profitto prevarica la sicurezza pubblica arrivando a vendere fucili ad ogni angolo di strada?
I controlli sarebbero migliori se a vendere le armi fosse un' azienda di stato piuttosto che, per dire, Beretta?
La cosa incredibile e' che mentre per le armi, che sono per definizione la cosa piu' pericolosa che esista, nessuno si pone problemi di statalizzazione per l' acqua, che e' essenziale e gestita pessimamente dallo Stato, si alzano barriere ideologiche.
Fedemone
«Time Lord» Time Lord
Messaggi: 2206
MessaggioInviato: Ven 16 Mar, 2018 13:40    Oggetto:   

Si alzano barriere ideologiche perché molti ingenuamente pensano che lo Stato tuteli per definizione.
Ma sappiamo bene cose differenti e che andrebbero sottolineate:
- Lo stato siamo noi a deifnirlo, quindi non è implicito né garantito (molti si appellano alla costituzione, ma ignorano il semplice numero di leggi varate negli ultimi anni)
- Certe cose sono garantite se non c'è inquinamento da parte di connivenza, clientarismo e conflitto di interessi (come hai illustrato, controllore e controllato sono la stessa entità, o due emanazioni dello stesso.

Le armi sono più che altro uno spauracchio, se ne vedono pochissime perché se ne sente poco il bisogno e si sente una forte regolamentazione e controllo.
Per l'acqua invece si teme la perdita di controllo per darlo in mano "a sconosciuti privi di scrupoli", quando in molti comuni - pure al nord eh - l'acqua semplicemente non è potabile. E spesso di limiti di tolleranza vengono alzati per poter rendere ufficalemnte potabile dell'acqua che non lo sarebbe.
E posso anche portare esempi di forte negligenza anche in casi in cui l'acqua è privatizzata.

Quindi l'idea da pubblicizzare sarebbe una riforma dello stato, in forma minima, dove il carico è minore ma debba essere più rigoroso nei contorlli.

Personalmente? Ad esempio propongo l'accusa di alto tradimento per dipendenti statali che si fanno corrompere o saltano i controlli o aiutano amici degli amici.
Se un rappresentante dello stato sbaglia, deve pagare in maniera debitamente proporzionale, non pacche sulle spalle e vitalizi.
Poi si potrebbe dire alle aziende che invece di pagare tasse devono offrire i loro servizi a costo zero/ridotto/quantunque in caso di necessità, così per rassicurare che le fasce più deboli non saranno semplicemente tagliate fuori da un mercato che non li vede attivi.

Insomma, esistono un tot di cose che possono tentare, più che sfonda reilm uro idelogico, di aprire una porta per poter rendere le cose più efficienti senza cadere nel panico.
Nirgal
«Horus» Horus
Messaggi: 8003
MessaggioInviato: Ven 16 Mar, 2018 18:12    Oggetto:   

Davide Siccardi ha scritto:


Semmai vedi una scollatura tra le esigenze del cliente e l' offerta delle aziende.
Per altro fino a qualche anno fa avrei fatto mie al 100% le tue parole: sinceramente oggi le cose mi sembrano un po' diverse.
Intendo dire che le aziende hanno un' idea piu' chiara di quello che serve ai  clienti e c'e' un certo margine di scelta.
Quanto alle potenzialita' non espresse mi limito ad un paio di considerazioni.
Intanto lo scopo principale di ogni aziende e' creare profitto offrendo servizi: se i servizi sono corretti rispetto all' impegno e sono profittevoli tanto per chi li paga quanto per chi li eroga gia' siamo su un mercato sano dove il cliente non perde soldi e chi e' dal lato dell' offerta guadagna e si puo', volendo, permettere sviluppi crescita ecc.
E nessun incapace prospera.

Il problema con questo discorso è che ci sono aziende che oltre a guardare il profitto immediato guardano anche a creare uno sviluppo che permetta loro di sopravvivere.
Esempio pratico se tu investi i soldi in manutenzione del parco macchine, avrai le macchine sempre funzionanti e chi ti fa manutenzione guadagnerà.
Però c'è invece chi da un'occhiata si rende conto che la necessità della manutenzione è frutto di un utilizzo scorretto della macchine, risolve il problema alla radice e con i soldi della manutenzione sviluppa l'azienda.
Ovviamente nel libero mercato le prime aziende alla fine chiuderanno, le secondo domineranno il mercato, niente di male, però se in uno stato il 90% delle aziende è del primo tipo, alla lunga questo significa crisi, mancata crescita, scarsa competitività ... che guarda caso mi fa pensare giusto ad un certo paese Dizzy
Citazione:
In secondo luogo, e questo a te interessa molto di piu', ricordati cosa blocca le imprese dall' investire troppo sulla ricerca o su ricerche/promozioni/ecc troppo radicali.
Lo Stato.

Purtroppo, non concordo, difficile investire in ricerca se sei ignorante, se tu non sai cosa quali sono le possibilità offerte dall'attuale tecnologie non vi investirai. Negli ultimi 20 anni mi è capito di parlare con moltissime persone in ambito informatico, la stragrande maggioranza parlando dei clienti esce fuori con la stessa frase "di informatica non capiscono niente".
Per assurdo, almeno in informatica, lo stato contribuisce allo sviluppo con incentivi e defiscalizzazione per chi "ammoderna", poi lo fa come al solito alla c... perché non c'è collegamento con la realtà, si guarda di favorire giusto il mercato etc... però è l'unico che fornisce un qualche tipo di spinta.
Ora nella situazione italiana non vedo molto il problema pubblico/privato, perché nella maggior parte dei casi abbiamo le stesse dirigenze inadeguate, quindi o sterilizziamo tutte le dirigenze e ripartiamo da capo, o siamo sempre nella m.... Ora con lo stato lo potresti fare, con il privato no, quindi punto su un sistema con la presenza dello stato.
Ovviamente uno stato che funzioni, inutile fare leggi su leggi, magari scollegate dalla realtà, senza poi applicarle.
Il discorso che facevi relativo al fotovoltaico è ancora diverso da una parte infatti riguarda l'instabilità della legge, che è notoriamente uno dei motivi che maggiormente scoraggia gli investitori seri dal venire in italia.
I riferimenti alle armi, sono ovviamente riferimenti agli USA, dove regna un forte liberismo, che non ha certo creato un miglioramento della società.
Il caso delle armi è un esempio lampante di come siano le società a decidere le leggi e non il volere popolare, quindi il controllore è comandato da chi deve controllare, che è uno dei grossi timori legato al liberismo.
Poi ovviamente lo stato attuale è qualcosa di insostenibile ed innaturale, quindi è decisamente comprensibile, pensare ad una sua eliminazione, solo che non mi sembra una soluzione efficiente nell'attuale contesto.
Tobanis
«Antinano» Antinano
Messaggi: 20999
Località: Padova
MessaggioInviato: Sab 17 Mar, 2018 12:04    Oggetto:   

L'ingerenza troppo massiccia della finanza nei processi produttivi avrà il solo risultato di distruggere aziende sane e arricchire molto lo 0,1% della popolazione, creando disoccupazione, malcontento, rivolte, rivoluzioni, morti.

La classe politica non è in grado di gestire il fenomeno o è d'accordo con esso.
Davide Siccardi
«Horus» Horus
Messaggi: 5852
MessaggioInviato: Dom 18 Mar, 2018 00:37    Oggetto:   

Nirgal ha scritto:


Ovviamente nel libero mercato le prime aziende alla fine chiuderanno, le secondo domineranno il mercato, niente di male, però se in uno stato il 90% delle aziende è del primo tipo, alla lunga questo significa crisi, mancata crescita, scarsa competitività ... che guarda caso mi fa pensare giusto ad un certo paese Dizzy

...
Purtroppo, non concordo, difficile investire in ricerca se sei ignorante, se tu non sai cosa quali sono le possibilità offerte dall'attuale tecnologie non vi investirai. Negli ultimi 20 anni mi è capito di parlare con moltissime persone in ambito informatico, la stragrande maggioranza parlando dei clienti esce fuori con la stessa frase "di informatica non capiscono niente".
...
Ora nella situazione italiana non vedo molto il problema pubblico/privato, perché nella maggior parte dei casi abbiamo le stesse dirigenze inadeguate, quindi o sterilizziamo tutte le dirigenze e ripartiamo da capo, o siamo sempre nella m.... Ora con lo stato lo potresti fare, con il privato no, quindi punto su un sistema con la presenza dello stato.
Ovviamente uno stato che funzioni, inutile fare leggi su leggi, magari scollegate dalla realtà, senza poi applicarle.
Il discorso che facevi relativo al fotovoltaico è ancora diverso da una parte infatti riguarda l'instabilità della legge, che è notoriamente uno dei motivi che maggiormente scoraggia gli investitori seri dal venire in italia.
I riferimenti alle armi, sono ovviamente riferimenti agli USA, dove regna un forte liberismo, che non ha certo creato un miglioramento della società.
Il caso delle armi è un esempio lampante di come siano le società a decidere le leggi e non il volere popolare, quindi il controllore è comandato da chi deve controllare, che è uno dei grossi timori legato al liberismo.
Poi ovviamente lo stato attuale è qualcosa di insostenibile ed innaturale, quindi è decisamente comprensibile, pensare ad una sua eliminazione, solo che non mi sembra una soluzione efficiente nell'attuale contesto.


Parto dal fondo: io non ho mai parlato di eliminazione dello Stato.
Semmai continuo a ripetere che lo stato non deve essere presente in prima persona sui mercati e che quando, anche da esterno, cerca di agire sullo stato di salute dei mercati crea nuovi problemi.
L' esempio delle armi l' ho fatto per una ragione molto semplice: in Italia (ma non solo eh) il mercato delle armi e' privatizzato.
Eppure non c'e' il far west che uno penserebbe.
Perche' esistono delle leggi pensate non per far funzionare il mercato ma per regolamentare l' uso delle armi.
Ok lo stato, piaccia o meno, ha fatto il suo lavoro, quello per cui esiste.
Non ha provato a toccare l' economia ma ha posto dei paletti per questione di sicurezza.
Quindi non e' la privatizzazione il demonio ma e' lo stato che fa tocca le leve dell' economia.
Nell' informatica sollevi questioni, da coinvolto nel mercato, di comunicazione aziende cliente: mi spiace ma quello ceh dici dimostra l' incapacita' del venditore e non il limite del compratore.
Ti faccio un esempio sul confine con il tuo settore (nel senso che si parla piu' di telefonia che di informatica): una ventina di anni fa mi sono trovato con l' esigenza di fornire ai dipendenti degli strumenti economici per comunicare costantemente con l' azienda.
Contestualizzo: tante squadre di pochi dipendenti sovente senza caposquadra fisso (e' troppo lungo spiegarti il lavoro per bene e le ragioni della microdistribuzione delle risorse) che in una giornata passavano almeno due cantieri diversi anche fuori sede con rientro in giornata e costante necessita' di comunicare con l' azienda.
Dipedenti con sovente forti carenze linguistiche.
Non potevo fornire a tutti telefoni aziendali (quelli erano riservati ai capisquadra), la tipologia del lavoro nella stragrande maggioranza dei casi non giustificava l' utlizzo di portatili, i dipendenti non volevano rinunciare ai loro numeri privati.
Siamo ancora molto lontani dagli smartphone, per capirci.
Arriva agente della TIM, gli spiego le mie esigenze e questo tira fuori il Blackberry.
Allora il Blackberry richiedeva un minimo di attenzione (ed operai che trafficano in terra, acqua, terriccio, seme, sabbia... capisci a me), necessitava di un abbonamento aggiuntivo, era un pre-smartphone privo di particolari funzioni ed incrementava i costi invece di diminuirli.
Alla fine con un altro operatore siamo riusciti a mettere i numeri dei dipendenti tra le chiamate in uscita a costo ridotto (loro si limitavano a farmi suonare il telefono epoi buttavano giu' quando avevamo bisogno di comunicare) ed in una circostanza abbiamo fornito ad un caposquadra stanziale su un cantiere di lunga durata un netbook con chiavetta per connessione.
Non e' che ci voleva tanto: bisogna veramente essere per nulla capaci di comprendere le necessita' di chi ti ascolta per offrire un servizio cosi' tanto fuori bersaglio.
Ripeto: se l' azienda di informatica ha DAVVERO dei servizi in tasca utili DEVE essere capace di farlo capire al cliente. Se non ci riesce il limite non e' del cliente che non conosce l' informatica ma del venditore che non ascolta/sa parlare.
Passo intere giornate a cercare di spiegare ai miei clienti, che di verde non sanno quasi mai nulla, che cosa e' meglio per loro: talvolta si fallisce, ma non deve essere sistematico perche' se tende a diventarlo a sbagliare sono io.
Poi, per carita', mi trovi il giorno sbagliato e tiro fuori la solfa del "la gente non capisce niente" eh, ci mancherebbe.
PIu' in generale per quel che mi riguarda dove ho visto arenarsi lo sviluppo e la ricerca e' sempre stato per competizione/intromissione dello stato nell' economia: che non vuol dire che ogni giorno in Italia l' ottanta per cento delle aziende si svegli con l' idea di investire montagne di soldi in ricerca e sviluppo ed i clienti accettino le novita' con entusiasmo.
Vuol dire che anche i mercati che appaiono piu' stanchi e seduti rimangono tali solo per limitati periodi di tempo (si parla di cicli di anni) e che le intromissioni statali (come gli incentivi) creano per lo piu' danni: certo ci sono cavalchi l' onda PER FORZA ma come tutte le onde quando arriva a riva fa danni.
Per tacere della concorrenza di stato.

Non siamo su universi distanti, solo vedi con estrema diffidenza ad ogni discorso di liberalizzazione di mercato.
Il fatto e' che io vedo con estrema sofferenza ogni discorso di statalizzazione-indirizzoeconomicodistato dei mercati.
Me per avere parecchie ferite sulla pelle non per concetti astratti.
HappyCactus
«Ministro alle puntualizzazioni» Ministro alle puntualizzazioni
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Località: Verona
MessaggioInviato: Dom 18 Mar, 2018 11:23    Oggetto:   

Davide Siccardi ha scritto:

Una societa' partecipata all' 80 o 100 per cento chiaramente e' una farsa, una al 10 che senso ha?
Perche' sopravvive la partecipazione?
Dove sono i favori concessi?
Molto piu' sfuggente


Mah, dipende da cosa prevede la partecipazione.
In teoria se il "peso" del voto nel consiglio di amministrazione vale quanto la partecipazione, il 10% dello stato è irrilevante, praticamente non ha potere decisionale. E personalmente non è una questione di influenza personale (siccome lo stato ha partecipa del capitale ha influenza anche sotterranea). Credo sia del tutto irrilevante.
Diverso è quando, come per le banche, il voto è a persona: il voto di chi ha il 90% vale quanto quello di chi ha lo 0.1%. Palesemente assurdo.
E infatti...
Rdaneelolivaw
«James T.Kirk» James T.Kirk
Messaggi: 3692
Località: Novara
MessaggioInviato: Lun 19 Mar, 2018 12:54    Oggetto:   

certo che in Russia le elezioni sono solo uno spreco di denaro!
il_Cimpy_Spinoso
«Babbano in Incognito» Babbano in Incognito
Messaggi: 19057
Località: Ovunque
MessaggioInviato: Mar 20 Mar, 2018 00:57    Oggetto:   

Rdaneelolivaw ha scritto:
certo che in Russia le elezioni sono solo uno spreco di denaro!



...
...
...

Muahahaha!
HappyCactus
«Ministro alle puntualizzazioni» Ministro alle puntualizzazioni
Messaggi: 8880
Località: Verona
MessaggioInviato: Mar 20 Mar, 2018 10:41    Oggetto:   

Rdaneelolivaw ha scritto:
certo che in Russia le elezioni sono solo uno spreco di denaro!

Le fanno per politica estera, mica per esigenze interne.
Paolo7
«Work in progress» Work in progress
Messaggi: 10077
MessaggioInviato: Mar 20 Mar, 2018 10:48    Oggetto:   

HappyCactus ha scritto:
Rdaneelolivaw ha scritto:
certo che in Russia le elezioni sono solo uno spreco di denaro!

Le fanno per politica estera, mica per esigenze interne.

La piantassero invece con gli hacker e il gas nervino...
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