Possedere un telefonino, o un palmare, è diventata una cosa assolutamente normale per noi esseri tecnologici. Spesso facciamo un uso intensivi di questi gadget – ormai molto più che gadget, sono oggetti in grado di condizionare pesantemente la nostra esistenza – e spesso, ne abusiamo.

Pare che nell'abuso di questi device si produca – a volte – una sindrome assai particolare, prossima a quella che alcuni pazienti che hanno da poco subito un'amputazione sperimentano: l'arto fantasma; in questo caso, il BlackBerry fantasma. Ovvero la sensazione che il braccio, o la gamba che non c'è più formicoli o faccia male; nel corrispettivo tecnologico, nel caso in cui si dimentichi il cellulare o il palmare a casa, la sensazione di sentirlo suonare o vibrare.

Secondo Jack Tsao, professore di neurologia all'Università del Maryland, c'è una base fisiologica in questa percezione assai particolare.

L'arto fantasma
L'arto fantasma
William Barr, neuropsicologo della New York University, asserisce che usando molto il cellulare, questo diventa come una parte dell'organismo che si sensibilizza e nel momento in cui non è più indossato, si comporta esattamente come quando un vestito troppo stretto viene tolto: si ha ancora l'impressione che l'abbigliamento sia ancora sul corpo. Nel cervello - nella corteccia somatosensoria dove hanno sede i nervi che analizzano le sensazioni tattili – si sviluppano le sensazioni prossime a quelle delle suonerie fantasma, e poiché «I cellulari entrano nella neuromatrice del corpo, questi diventano come appendici», dice Barr. Ed ecco perché lasciare il telefonino a casa dopo che lo si è usato frequentemente può produrre questa bizzarra e cibernetica sensazione fantasma.

Per Jon Kaas invece - un collega di Barr della Vanderbilt University – si può parlare di un fenomeno psicologico chiamato condizionamento operativo: quando una cavia viene ricompensata nel premere una leva con del cibo, questa la preme più frequentemente; così, con i piccoli device elettronici da comunicazione, se si è gratificati dal ricevere telefonate si può prendere l'abitudine di controllare il cellulare anche senza gli avvisi di chiamata. «La gente viene premiata quando riesce a percepire le vibrazioni e impara a rispondervi sempre meglio», ha spiegato Kaas: «Con la ripetizione le connessioni tra nervi e cervello si rafforzano. Se ne formano di nuove che rendono automatico il processo e indipendente dall'effettivo azionamento della suoneria. Ed ecco dunque i falsi positivi».

Chi pensate abbia ragione, tra Barr e Kaas? Avete mai sperimentato questa strana sensazione? Sono davvero le prime avvisaglie di pre-postumanismo, così come ci sembrano pre-postumani gli individui che indossano i vistosi auricolari bluetooth?