Superpoteri uguale a superproblemi: la nota equazione attribuita all’Uomo Ragno si può tranquillamente adattare anche ai protagonisti di Heroes, la nuova serie fantascientifica che approda sugli schermi di Italia 1. A un primo esame, sembrerebbe che non ci sia molto di nuovo sotto il sole, o almeno niente di non risaputo a chi bazzica sia la science fiction catodica sia quella di altra natura. Tuttavia si deve dare atto che è sempre più difficile inventarsi qualcosa di innovativo e, come ha dimostrato Ronald D. Moore con Battlestar Galactica, si può anche fare una bella serie con format riciclati.

Nel caso di Heroes, la storia-base sembra affettivamente un mix di cose trite e ritrite, ma il successo ottenuto in America fa ben sperare che il serial non sia poi una scopiazzatura di altre serie. Ma andiamo con ordine e cominciamo a scoprire questo nuovo telefilm di fantascienza.

Il plot

Creata da Tim Kring, Heores è andato in onda per la prima volta sulle frequenze della NBC il 25 settembre del 2006. Il pilot ha ottenuto – per la fascia serale - il punteggio più alto in termini di share negli ultimi cinque anni. La storia si snoda in più parti del mondo (Bombay, New York, Las Vegas, Tokyo, Texas) in cui cominciamo a conoscere i vari protagonisti: uomini e donne normali, ma che a poco a poco scoprono di avere un dono speciale: un superpotere, proprio sullo stile dei supereori dei fumetti. C’è chi sa volare, chi è indistruttibile, chi è capace di teletrasportarsi da un posto all’altro solo con la forza del pensiero. Ovviamente, davanti a una scoperta di questa portata non tutti reagiscono allo stesso modo. Se lo stupore è il comune denominatore dei vari personaggi, c’è chi ignora il suo superpotere e chi si esalta per il dono scoperto.

C’è solo un uomo al mondo, uno scienziato, che ha una precisa teoria su cosa sta accadendo: è il professor Suresh, biologo indiano specializzato in genetica. Suresh sta conducendo da molto tempo degli studi che lo hanno portato a una clamorosa teoria: l’evoluzione umana avrebbe imboccato una strada nuova, una strada di cui i nuovi “eroi” sono una prima avanguardia. La comunità scientifica, tuttavia, non condivide tale teoria e quando Suresh viene misteriosamente ucciso - dopo aver dichiarato al figlio di aver trovato il paziente “numero zero”, il primo con superpoteri che ha accettato di sottoporsi a degli esperimenti – suo figlio Mohinder, insegnante di scienze, intende scoprire chi ha ucciso suo padre. I nuovi “supereroi”, però, entrano nelle mire di un’entità misteriosa che trama nell’ombra e pian piano si scopre che sono in qualche modo legati l’uno all’altro. C’è un comune destino per gli Heroes: unirsi per salvare il mondo. Non vi diciamo cosa questo significa, per non rovinarvi la visione del telefilm, ma un grande disastro incombe su tutti e in qualche modo i protagonisti sono destinati ad intervenire.

Detto così, sembra ne più e ne meno che la trama degli X-Men, con Suresh nella parte del dottor Xavier e gli Heroes in quella dei vari Wolverine e Tempesta. E i riferimenti ai supereroi a fumetti creati da Stan Lee non sono ne pochi ne casuali.

Tanto per ingarbugliare ancora di più le cose, vale la pena sottolineare che Kring, il creatore della serie, ha detto di essersi ispirato più alla serie 24 che a Lost - a cui il serial è stato spesso paragonato - ma la pubblicità andata in onda sulla NBC recitava:

“Così come Lost non è solo un telefilm su un’isola misteriosa, allo stesso modo Heroes non è solo un telefilm su gente con poteri straordinari”.
Come dire: chi ne ha più ne metta. Lo stile del telefilm, in realtà, richiama alla mente anche altri recenti successi: su tutti 4400 e prorpio Lost. L’idea è – come in queste due ultime serie – quella di prendere un gruppo di persone che non hanno nulla in comune e neanche si conoscono e catapultarle in una situazione ai confini della realtà. Come in Lost, scopriamo di volta in volta i retroscena dei vari personaggi: la loro vita privata, le loro abitudini e, soprattutto, il lato oscuro di ognuno di loro.