Vernor Steffen Vinge (nato il 10 Febbraio del 1944 a Waukesha, Wisconsin, USA) è un matematico (professore di matematica all’università statale di San Diego in pensione), scienziato informatico e scrittore di fantascienza. È conosciuto per i suoi romanzi Universo inconstante (Fire upon the deep, 1992) e Quando la luce tornerà (A deepness in the sky, 1999), vincitrice del premio Hugo, ma anche per il suo saggio del 1993 The coming technological singularity, nel quale argomenta che la crescita nel campo della tecnologia raggiungerà un punto oltre il quale non potremmo neppure speculare sulle conseguenze (si possono trovare ulteriori informazioni su Wikipedia).

La Delos Books nella collana Odissea diretta da Gianfranco Viviani ha recentemente pubblicato un suo romanzo breve dal titolo I simulacri (The Cookie Monster) vincitore del Premio Hugo del 2004. Mentre la Nord ha pubblicato due volumi contenenti tutti i suoi racconti.

Parlare di fantascienza sembra più difficile oggi rispetto al passato. Quali sono i temi che gli autori di sf, incluso te, svilupperanno d'ora in poi?

La questione più difficile per la maggior parte dei sottogeneri della fantascienza è semplicemente quella di anticipare i quotidiani mutamenti che accadono nel mondo reale! Ciò è sempre stata una questione cruciale, ma credo che il problema stia diventando più serio, in particolare penso all'effetto di Internet sulle interazioni sociali. Ad un livello più basso, la concorrenza all'interno della nostra industria sembra più che mai forte. Tutto ciò è probabilmente una buona notizia per i lettori, ma molto di meno per gli scrittori! (D’altra parte, una situazione del genere, al giorno d'oggi, è simile per molte professioni: -)).

Fantascienza e cultura classica: pensi che possa essere un buon compromesso per uno scrittore, o lo preferiresti un “matrimonio” fra sf e cultura scientifica?

La fantascienza hard ha un rapporto generalmente amichevole con la cultura scientifica. In linea di principio (anche se non nella pratica) fantasy e fantascienza sono generi letterari vasti abbastanza da contenere la maggior parte della cultura letteraria classica. Ora che stiamo entrando nel ventunesimo secolo - presupponendo che eviteremo disastri globali - sarà interessante vedere come le arti cambieranno e si evolveranno, mentre i problemi classici più profondi dell’umanità diventeranno concretamente accessibili.

Che ne pensi dei lavori di Greg Egan e del fatto che si ispira ai tuoi?

Greg Egan è probabilmente lo scrittore di fantascienza più orientato verso il concettualismo attivo oggigiorno.

Siete entrambi concentrati su una spinta scientifica contraddittoria: un passo verso il futuro e due verso il caos. O è solo una mia impressione?

Io mi trovo dal lato cauto dello spectrum di quei tecnofili dagli occhi sgranati. Penso che i disastri siano un’opzione da tenere in conto, ma che anche l’ottimismo radicale potrebbe essere realistico (così radicale e così ottimista da risultare esso stesso spaventoso).