George Lucas è uno di quelli che può dire con voce tonante di aver lasciato un segno indelebile nella fantascienza, con l'esalogia (ormai bisogna parlare di questo) di Star Wars e il suo intervento in qualità di produttore, autore e quant'altro in numerosi altri progetti fantascientifici e fantastici, non ultimo il quarto capitolo delle avventure di Indiana Jones del quale sta curando produzione e diretto dal suo grande amico Steven Spielberg. Eppure il regista californiano deve l'inizio della sua fortuna a un film che con la fantascienza non aveva niente a che vedere: American Graffiti, pellicola girata nel lontanissimo 1973, un tenero e ironico viaggio nella memoria degli anni sessanta del sogno americano vista con gli occhi di un gruppo di adolescenti. Il film lanciò nell'orbita hollywoodiana gente come Richard Dreyfuss (Incontri ravvicinati del terzo tipo), Ron Howard, ottimo regista ma per tutti ancora Richie Cunningham di Happy Days e, in un particina minore, un certo Harrison Ford. La fortuna commerciale della pellicola fornì a Lucas i mezzi e la forza per contrattare con i produttori la realizzazione del progetto che più gli stava a cuore, ovvero materializzare Luke Skywalker e compagnia.

Nei successivi trent'anni Lucas non ha mai lasciato il mondo del fantastico, salvo alcune sporadiche eccezioni come quando, nel 1988, figurò come produttore esecutivo di Tucker - Un uomo e il suo sogno, diretto dall'amico Francis Coppola. Oppure quando curò, forse per interesse personale, l'edizione internazionale di Kagemusha, uno dei tanti capolavori del maestro nipponico Akira Kurosawa. Ora invece Lucas è intenzionato a buttarsi in un progetto mainstream non per amicizia o per curiosità, ma perché probabilmente vuole fare sul serio. Red Tails, questo è il titolo del film, sarà ambientato ai tempi della seconda guerra mondiale e racconterà la storia vera del reparto Tuskgee, la prima squadriglia da combattimento dell'U.S. Air Force interamente composta da piloti afroamericani e il cui segno distintivo consisteva nelle code dei loro apparecchi dipinte di rosso.

Il film si baserà sullo script di John Ridley, autore perlopiù televisivo con incursioni nel cinema per pellicole d'azione come U-Turn e Three Kings. A tale proposito, partecipando a una convention di ex piloti militari, Ridley ha dichiarato: "Quei ragazzi furono costretti praticamente a combattere da soli: erano quasi segregati rispetto al resto dell'aeronautica militare e non si trovavano piloti esperti disposti a insegnargli le tecniche di volo." La storia ufficiale dice che il reparto venne creato per volontà del Presidente Roosvelt, "come trovata per assicurarsi il voto della comunità nera in vista della sua rielezione" aggiunge Ridley. "Alla fine quei ragazzi dimostrarono una tale bravura e un tale coraggio da diventare degli eroi, soprattutto con le missioni in Nord Africa e in Italia."

E' curioso come Lucas, che evidentemente crede molto nel progetto, abbia scelto una storia di razzismo e sacrificio per il suo distacco dal mondo iperdinamico dei cavalieri Jedi, proprio come aveva fatto il suo grande amico Spielberg stupendo tutti con Il colore viola. In realtà Lucas figura per ora soltanto come produttore del film e non come regista, per quanto la tentazione per lui di riprendere in mano il megafono debba essere molto forte. Quello che si sa di certo è che la realizzazione delle sequenze più spettacolari, quelle dei combattimenti aerei, saranno affidate alla Industrial Light & Magic: evidentemente le vecchie abitudini non riescono mai a morire del tutto.