Ok, ne ha scritto praticamente tutto il mondo. Ogni sito, ogni blog, ogni giornale e telegiornale ha parlato di questo prodotto. Engadget, uno dei siti di tecnologia più noti al mondo, ha dovuto quasi fronteggiare una rivolta di una parte dei suoi lettori, arcistufi dell'argomento: ormai una notizia su tre del sito era dedicata all'iPhone. Boing Boing, il famoso blog di Cory Doctorow e altri, ha cercato di far finta di nulla fino all'ultimo momento, ma ha finito anch'esso per "sbragare" riempiendosi di note e articolini su quello che hanno ribattezzato il "Jesusphone". Ieri Corriere della sera e Repubblica.it sono usciti quasi in comtemporanea con la notizia "sicura" che iPhone sarebbe stato distribuito in Inghilterra da O2 e in Italia non sarebbe arrivato prima del 2008; notizie basate su voci senza fondamento smentite entro poche ore.

Insomma, tutti ne parlano: dobbiamo per forza dire qualcosa anche noi.

Perché un telefono dovrebbe essere così importante?

Intanto, iPhone non è solo un telefono, e non è neppure un telefono mescolato con un iPod come lo descrive qualche telegiornale un po' semplicistico. iPhone è qualcosa di molto più simile a un palmare, o a quelli che vengono chiamati smartphone, come Treo o Blackberry. L'approccio però è completamente diverso; se gli smartphone sono spesso difficili da utilizzare, con interfacce confuse che tentano di imitare l'ambiente dei pc, iPhone tenta un tipo di interfaccia del tutto nuova. Niente menu, niente pennina, si lavora solo con le dita, e a seconda dei gesti compiuti con le dita su svolgono azioni: la tecnologia multitouch vista nel film Minority Report. Si vuole vedere una foto o una mappa più in grande? Si appoggiano sopra le dita e si allargano. Si vuole cancellare una voce dalla rubrica? Ci si striscia sopra una ditata, come se si tracciasse sopra una riga. Grafica elegante, leggibile, effetti grafici fatti non per stupire ma per rendere tutto più chiaro. L'iPhone è per i telefoni quello che l'interfaccia a finestre del Mac - un altro prodotto Apple - fu per i personal computer.

Come il Blackberry, l'iPhone è uno strumento di comunicazione che va ben oltre il telefono: è fatto per chi ormai non può più vivere senza internet. Email e soprattutto web, e attraverso il web tutto l'universo del web 2.0, da YouTube alle Google Maps.

Un iPhone... fatto a maglia
Un iPhone... fatto a maglia
E forse nell'iPhone vediamo anche un altro aspetto del futuro. Un futuro nel quale il mondo dell'informatica sembra spezzarsi in due: da una parte il vecchio mondo dei computer, sempre più libero e ricco di progetti aperti, di software e sistemi operativi liberi, diffusi anche su macchine a bassissimo costo - come l'XO-1, il PC voluto da Nicolas Negroponte per i paesi in via di sviluppo. Dall'altra il mondo dei piccoli computer personali dedicati a compiti specifici: iPod, iPhone, Playstation, media center vari sono solo i primi esempi. Computer chiusi, che possono eseguire solo software prodotto dalla casa madre o da case autorizzate che pagano fior di royalties, che suonano solo musica protetta e film protetti; dai quali non si può portare nulla né dentro né fuori. Prodotti che appartengono a chi li ha pagati solo per modo di dire.

Questa è la parte della rivoluzione dell'iPhone che ci piace di meno. Non è ancora detto che vada così. Apple stessa da una parte chiude tutte le porte, ma dall'altra spinge anche la vendita di musica senza protezione. iPhone ha venduto quasi un milione di pezzi in quattro giorni (incassando più o meno otto volte quello che ha incassato il film che detiene il record per il miglior primo weekend, I pirati dei Caraibi Alla fine del mondo): per ora è un successo mai visto nella storia non solo dell'informatica ma dell'intera elettronica.

Ma ha solo pochi giorni. Vedremo come crescerà.