Lo strepitoso successo di 300, il film tratto dallo stupendo fumetto creato da Frank Miller, ha confermato ancora una volta che il connubio fumetto d’autore/cinema è vincente, almeno al botteghino. Del resto Frank Miller ha già dimostrato che anche un comics particolare come la sa saga di Sin City può, con i dovuti accorgimenti, essere trasposto sul grande schermo. A quanto pare, dunque, un nuovo fumetto del disegnatore americano – celebre soprattutto per essere l’autore di un capolavoro assoluto del fumetto come Il ritorno del Cavaliere Oscuro (The Dark Knight Returns) - potrebbe presto tornare al cinema: si tratta di Ronin, graphic novel degli anni '80 ambientata in una New York post-apocalittica abitata da mutanti, dove uno di questi diviene un cyborg-ronin (i ronin erano i samurai senza padrone dell'età feudale giapponese) con la missione di uccidere un potentissimo demone grazie ad una mistica spada appartenuta al suo antico maestro e rinvenuta proprio nella futurustica New York del 21esimo secolo.

Stando alle notizie che arrivano dagli Stati Uniti, la lungimirante Warner Bros. Pictures si sarebbe già assicurata i diritti del fumetto per una trasposizione cinematografica. Il progetto, che sarà girato con le stesse tecniche utilizzate per 300, è comunque ancora in fase embrionale: manca la sceneggiatura, mentre per la direzione pare sia stato contattato Sylvain White, giovane regista di colore con all'attivo poche pellicole.

Miller non è novizio nel mondo del cinema, ma come per molti autori di fumetti quello con il grande schermo è sempre stato un rapporto di amore/odio. È stato, ad esempio, sceneggiatore di RoboCop 2 e RoboCop 3, ma dopo quest’ultimo film e per dissidi con la produzione, Miller dichiarò che non avrebbe più permesso a Hollywood di creare adattamenti dei suoi fumetti. Poi arrivò Robert Rodriguez, proponendogli l'adattamento cinematografico della sua serie Sin City e dopo alcune scene di prova, il regista ottenne il placet di Miller. 300 è storia dei nostri giorni. Per Ronin bisognerà aspettare e sperare ancora un po’.