raccontata da Riccardo Valla

Pagina 1 di 2 - 1 > 2 - versione stampa

STORIA DELLA FANTASCIENZA

Alfred E. Van Vogt riceve il premio Grand Master La storia della fantascienza, dall'epoca di Verne e Wells fino all'era del cyberpunk, è affascinante. Riccardo Valla, uno dei maggiori esperti italiani, ce la racconta un po' per volta, in ordine sparso.

Parlavamo nella scorsa puntata degli esordi di van Vogt sulla rivista Astounding, a partire dal momento in cui mandò un racconto alla rivista, dietro ispirazione del racconto di Campbell La cosa da un altro mondo; osservavamo come i primi scritti di questo autore fondessero tra loro gli spunti horror della fantascienza di Weird Tales e gli scenari della fantascienza di Gernsback: ossia la weird-science fiction e la scientifiction di Amazing Stories. La storia del "mostro" resterà però una delle sue favorite, insieme a quella del "superuomo". Con la gestione Campbell, Heinlein era divenuto l'autore più apprezzato di "Astounding", grazie alle sue storie sulla società del futuro, e van Vogt si adattò senza difficoltà anche a questi spunti, per esempio presentando nelle storie dei Negozi d'Armi il ritratto del futuro visto con l'occhio di una persona comune (quando racconta le vicissitudini di Fara Clark truffato dalla corruzione di quello Stato isheriano in cui ha sempre riposto la fiducia). Notavamo come il ciclo di Isher contenesse alcune piccole contraddizioni, dovute al fatto di essere stato scritto in periodi successivi. La riscrittura riguarda entrambi i romanzi e gran parte degli episodi relativi a Hedrock sono apparsi nel febbraio 1949 sulla rivista Thrilling Wonder Stories (The Weapon Shops of Isher). Quest'ultima parte comprende la storia di Lucy Rall e di Cayle Clark e la visita a corte di Hedrock per convincere l'imperatrice a fermare l'"altalena" nel tempo descritta nel primo racconto (e nella parte iniziale di Le armi di Isher).

Dopo il romanzo breve The Weapon Makers (la parte di Hedrock l'immortale che parla del viaggio interstellare), escono su Astounding alcuni racconti che rientrano nei "cicli" precedenti, e in particolare due episodi dei Ribelli dei 50 soli (Concealment, settembre 1943, The Storm, ottobre 1943), e soprattutto viene pubblicato sulla rivista Unknown il romanzo fantastico di van Vogt più noto, Il libro di Ptath (ottobre 1943). Nonostante il fascino del suo tema fondamentale - il superuomo che cerca di scoprire la propria identità - questo romanzo è abbastanza ai margini della produzione di van Vogt: in parte è una strana commistione tra remoto passato e lontanissimo futuro, e in parte è una delle prime storie di poteri extrasensoriali. In un paese retto da una teocrazia che fa capo ad alcuni dèi o superuomini che si procurano la forza attingendo energia psichica dalla popolazione, come già facevano i "vitoni" di Eric Frank Russell (anche Schiavi degli invisibili era apparso su Unknown), ma questa volta attraverso i "bastoni da preghiera", ritorna un dio esiliato, Ptath, e deve riconquistare il potere che gli è stato usurpato. Anche questa sembrerebbe un'opera composita, con alla base una vicenda alla maniera di quelle di Conan.

L'anno seguente, 1944, van Vogt scrive molte storie non eccessivamente impegnative di esplorazione spaziale, e occorrerà aspettare fino all'agosto del 1945 per un'altra delle sue opere principali: l'importantissimo Anno 2650, primo volume del ciclo del Non-A. Il romanzo è un'utopia basata sul principi di un pensatore polacco, Alfred Korzybsky, che proponeva un sistema per ragionare in modo corretto: la "semantica generale". Non è facile definire la semantica generale, perché si tratta di una disciplina con cui l'autore vuole arrivare a dare giudizi "veritieri" e dunque rientrerebbe nella filosofia, e infatti l'autore parla di "filosofia non aristotelica", Non-A (con Aristotele, secondo lui, il mondo viene ricondotto a una serie di definizioni fisse; siamo abituati a ragionare mediante queste definizioni fisse e cadiamo in errore quando la realtà è diversa da quella che abbiamo incontrato in passato), ma attinge le sue idee da vari scienziati e poi prescrive appositi esercizi, perciò potrebbe essere una "psicologia". Korzybsky pubblicò la sua opera nel 1933 e nel 1938 fondò a Chicago un istituto dedicato alla sua disciplina. Van Vogt tendeva già a una prosa priva di emozioni, in cui i sentimenti dei personaggi venivano spiegati come reazioni psicologiche, e di conseguenza una psicologia come quella di Korzybsky era assai vicina al suo modo di sentire. Il romanzo presenta una società del futuro in cui l'Istituto di Semantica generale sottopone a test la maggior parte della popolazione umana e ha in corso sul pianeta Venere la creazione di una società perfetta. La selezione viene effettuata da una "macchina" (un gigantesco calcolatore, come quello che compare nel centro documentazione dei Negozi d'Armi). All'inizio del romanzo, il protagonista Gosseyn scopre di trovarsi in una situazione che la semantica generale non riesce a risolvere: tutti i suoi ricordi sono falsi. Durante una fuga, Gosseyn viene ucciso. Si risveglia sul pianeta Venere e laggiù scopre l'esistenza di una grande comunità galattica che si prepara a conquistare la terra.


Tutti i diritti sono riservati. E' vietata la riproduzione in tutto o in parte del testo e delle fotografie senza la previa autorizzazione della direzione di Delos Science Fiction e degli aventi diritto.

raccontata da Riccardo Valla

Pagina 2 di 2 - 1 < 2 - versione stampa

STORIA DELLA FANTASCIENZA

Il romanzo si basa su alcune efficaci immagini, sia scientifiche sia emotive: la scoperta di Gosseyn che i suoi ricordi sono falsi (è per spunti come questo che si parla di van Vogt come maestro di Dick), la sua rinascita in un corpo nuovo, i poteri mentali legati alla presenza di "un pezzo di cervello in più" (tema che compariva anche in Slan), la macchina delle selezioni, la dimensione enorme della civiltà galattica e dei suoi prodotti (navi lunghe chilometri, come nella tradizione di E. E. Smith). Il successo di questo romanzo è però legato a una considerazione di fondo che non viene detta espressamente ma è sottintesa, ossia il problema della continuità della coscienza. Si può parlare di una stessa identità quando si tratta di due corpi come in Gosseyn? E' Gosseyn I che rinasce o semplicemente Gosseyn II è un altro individuo con i ricordi di Gosseyn I? Per la fantascienza, in genere, e diversamente dalla religione, il problema non sussiste: per la fantascienza, la personalità è la somma dei ricordi. Perché la fantascienza giunga a dubitarne occorrerà attendere l'arrivo di Dick.

Con il maggio 1946 inizia un nuovo ciclo di van Vogt, quello dell'Impero dell'atomo, che sembra ispirarsi al ciclo di Asimov della Fondazione, soprattutto per la curiosa miscela di tecnologia e di barbarie (la stessa di alcuni dei primi racconti della Fondazione). Dopo il crollo della civiltà che conosciamo, sulla Terra sono rimaste alcune tecniche che vengono praticate in modo artigianale, senza quelle conoscenze che noi chiamiamo scientifiche. Una è l'energia atomica, l'altra è il volo nello spazio. L'impero barbarico di Linn vola con le sue astronavi fino agli altri pianeti, ma per tutto il resto è al livello della Roma della decadenza. Per una fuga di radiazioni quando la regina va nel tempio degli dèi dell'atomo (una centrale nucleare), nella famiglia reale nasce un mutante di intelligenza superiore alla norma e le storie di van Vogt lo seguono passo passo, nella riscoperta del passato, nella riunione della terra con coloro che ancora abitano negli altri pianeti e infine nella guerra contro una razza extraterrestre. Il ciclo è una riproposizione (come per un certo aspetto lo è Fondazione) di quelle vecchie saghe di Campbell e di Smith in cui Richard Seaton o Aarn Munro inventavano una successione di macchine sempre più prodigiose e finivano (specialmente Munro) per ridurre l'intero universo a qualcosa da mettere sotto i loro microscopi o sui loro banconi. Anche Clane Linn, alla fine del ciclo, non ha più nulla da scoprire: l'universo è davanti a lui, come una sfera luminosa grossa come un pallone da calcio. (Se lo sapessero quelli della New Age ne farebbero uno dei loro santoni.)

Una storia molto bizzarra, nella vena dark e weird di van Vogt, è L'occhio dell'infinito (The Cronicler, Astounding, ottobre 1946), una storia a metà tra quelle di universi paralleli e quelle di vampirismo. Nell'universo parallelo al nostro c'è l'antichissima e decadente città di Naze, abitata da uomini con tre occhi dotati di armi del futuro e di cinture antigravità. La sua antica civiltà è decaduta a causa dell'uso delle "tazze" che trasformano il sangue in una droga irresistibile (ecco un'altra delle "macchine intelligenti" di van Vogt: i bastoni da preghiera, le macchine che leggono il pensiero in Non-A e Isher, le armi dei Negozi). Un uomo del nostro mondo, nato casualmente con tre occhi, dapprima intravede la realtà parallela e infine vi penetra e viene coinvolto nei suoi intrighi di potere. Un romanzo che contiene spunti tra il "giallo" e il Weird Tales.

Negli anni seguenti van Vogt completa alcuni cicli e soprattutto si dedica a una lunga serie di racconti pieni di idee interessanti, che preannunciano la grande stagione del racconto breve, quella che negli anni 50 vide all'opera Brown, Sheckley, Tenn e molti altri. Ne parleremo il prossimo mese.


Tutti i diritti sono riservati. E' vietata la riproduzione in tutto o in parte del testo e delle fotografie senza la previa autorizzazione della direzione di Delos Science Fiction e degli aventi diritto.