di Lanfranco Fabriani

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THE PROFILER

Ian Watson I file del nostro archivista Lanfranco Fabriani sono completi: una serie di schede per permettere ai lettori che ancora non li conoscano di scoprire e conoscere i più importanti e originali autori della storia della fantascienza, le loro opere più famose, cosa e dove cercare per approfondire.

E' probabile che il nome di Ian Watson risulti sconosciuto ai più, o se non completamente sconosciuto, quanto meno poco familiare. Si tratta infatti di un autore non molto noto in Italia e che nel corso del tempo avrebbe meritato un maggiore numero di titoli in catalogo. Il motivo è chiaro: Watson è uno specialista in storie brevi e il pubblico italiano sembra visceralmente contrario, a sentire gli editori, alla misura del racconto. Questo fa sì che del vasto panorama della fantascienza giungano quasi esclusivamente le storie lunghe, ci sono quindi autori quasi completamente ignorati o che magari hanno avuto una certa fama in un periodo limitato, su iniziativa di un editore, ma che poi non sono stati ripresi.

Per quanto riguarda la narrativa breve Watson è uno di questi, della sua ampia produzione di racconti e romanzi brevi (la Multimedia Encyclopedia of Science Fiction, parla di oltre cento titoli) cosa è giunto in Italia? Poco e mal distribuito. Nato nel 1943, Watson fa il suo esordio nel 1969. Stiamo parlando di un autore inglese e questo sarà molto evidente nel momento in cui andremo a parlare delle opere, anche se bisogna dire che nel tempo, la differenza tra la corrente americana e quella inglese della fantascienza è andata via via sfumando. Tra gli altri tratti salienti possiamo riportare che è stato docente di lingua e letteratura inglese e di futurologia e che all'attività di narratore ha costantemente accompagnato quella di critico e saggista. Stiamo parlando quindi di un autore di un certo spessore.

Watson è un autore multiforme, i suoi interessi sono vari, ma mai legati alla pura e semplice avventura escapista. Watson è esplicitamente un autore di idee e la sua adesione alla fantascienza non è casuale. La fantascienza è per l'appunto, come lui stesso ha dichiarato (www.ansible.demon.co.uk/writing/iwatson.html), una letteratura di idee. Non che questo automaticamente significhi che ci troviamo di fronte ad opere noiose. Tutt'altro. E' difficile dare conto di tutti i temi che possono essere ritrovati nell'opera di Watson. Tra i più importanti: il problema della percezione della realtà, se esista o meno una realtà oggettiva o se questa dipenda dal linguaggio che la descrive; il problema della trascendenza, in particolare verso una realtà maggiormente compiuta; la memoria.

Le opere più rappresentative

Ian Watson Tra le raccolte di narrativa breve, fondamentale è indubbiamente The Very Slow Time Machine (1979, tit. ital. Cronomacchina molto lenta. Malgrado questa sia un'antologia ormai vecchia di venti anni, qui troviamo esplicitata la maggior parte dei temi della narrativa successiva di Watson. Altre raccolte sono state pubblicate nel mondo anglosassone fino a tutto il 1994.

In ogni modo Watson è maggiormente noto per i suoi romanzi: a cominciare da quello che gli ha dato la notorietà e che alquanto enfaticamente lo ha fatto dichiarare dalla critica inglese il successore di H. G. Wells: The Embedding, del 1973. Il focus del romanzo è intorno al linguaggio: un gruppo di bambini viene allevato con un linguaggio artificiale, nel tentativo di trasformare la loro percezione della realtà, ma stranamente questa lingua è molto simile a quella parlata da una tribù di indiani dell'Amazzonia durante le estasi indotte dalla droghe. Su questa premessa abbiamo l'innesto dell'arrivo degli alieni, disposti a commerciare in cervelli in grado di parlare le varie lingue dell'umanità. Nel romanzo successivo, The Jonah Kit (1975) assistiamo alla mutazione delle balene in qualcosa di alieno in seguito all'acquisizione di una consapevolezza umana. Questo è uno dei motivi cardine dell'opera di Watson, il passaggio a uno stato superiore e spesso lo si può ritrovare nei racconti o nei romanzi, anche diversi tra loro.

Importante è Miracle Visitors (1978): apparentemente, nel nostro immaginario, dominato dalla serie televisiva X-files il romanzo potrebbe sembrare scritto ad imitazione di questa; ma non dimentichiamo che stiamo parlando di più di venti anni fa. Allora la fantascienza aveva troppa paura di essere associata a "quelli dei dischi volanti" per civettare con gli UFO, e infatti se andiamo alla ricerca di racconti riguardanti non tanto gli alieni o i primi contatti, ma in cui si trattava il problema degli UFO in termini realistici, ci troviamo di fronte a una manciata di titoli. Nel romanzo di Watson, la ricerca di contatti UFO porterà a una conclusione sorprendente: la loro stessa presenza conduce a una trascendenza che induce a superare le leggi fisiche, passando in uno stato di realtà superiore.

Possiamo saltare qualche anno e arrivare direttamente alla cosiddetta trilogia della Corrente Nera: The Book of the River (1984), The Book of the Stars (1984) e The Book of Being (1985), poi riuniti nel 1986 sotto il titolo The Books of the Black Current. I protagonisti dei tre romanzi sono due: Il fiume che divide il mondo in due e che forse è un'entità senziente e Yalen, che seguiamo dall'adolescenza sino all'età matura in un percorso di vita che attraverso vari stati di passaggio, richiederà anche la morte e la rinascita. Sopra il mondo di Yalen si stende il conflitto tra il Serpente e la Mente Divina e Yalen nei tre romanzi finisce per divenire strumento della corrente nera contro i piani della Mente Divina che apparentemente ha per scopo la fine del genere umano, ma sarà veramente così? La trilogia è forse il luogo più emblematico per conoscere Watson, la sua capacità evocativa ma anche la sua abilità nel disciogliere il contenuto "filosofico" in una narrazione sempre interessante e mai banale o scontata


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di Lanfranco Fabriani

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Il fatto che ci fermiamo al 1986 non significa che Watson abbia smesso di scrivere o che ciò che scriva non sia di una qualche importanza. Come molti autori di fantascienza, dopo il ciclo della corrente nera, arriva anche per lui il momento di dedicarsi a un pubblico più vasto con una narrativa che in qualche modo abbandona i canoni classici della fantascienza: Converts, il romanzo forse più fantascientifico, è un gioco sulle teorie dell'evoluzione della specie; Queenmagic Kingmagic (1986) è un fantasy basato su giochi da tavolo e sugli scacchi; The Power (1987) e The Meat (1988)sono romanzi prettamente horror. Per tornare alla fantascienza pura dobbiamo attendere The Flies of Memory (1990), espansione del racconto datato 1988 dove assistiamo a un'invasione pacifica della Terra da parte di quelli che inizialmente sembrano turisti alieni, ma che in realtà sono venuti per ricordare la storia dell'umanità. Si continua con numerosi altri romanzi sino a tutto il 1997, ma visto che a parte Hard Question, sono inediti in Italia e ha poco senso parlarne. Gli interessati potranno consultare la pagina www.kdsi.net/~dmackey/novels.htm.

Un primo approccio può iniziare da www.kdsi.net/~dmackey/watson.htm, un sito chiaro, elegante. Molto interessante è l'autobiografia di Watson.

Come al solito, per la bibliografia in lingua inglese: www.sfsite.com/isfdb-bin/exact_author.cgi?Ian_Watson

Per chi preferisce una bibliografia commentata in lingua francese www.sdm.qc.ca/txtdoc/sf/adu/WATSONIAN.html

Fondamentale in lingua italiana la pagina pubblicata sul sito di Intercom www.intercom.publinet.it/watson.html

di cui andranno considerati molto attentamente anche i link, che portano a due articoli veramente fondamentali.

Molto interessante l'intervista sul sito: www.ansible.demon.co.uk/writing/iwatson.html

Per la bibliografia italiana, naturalmente toccherà fare riferimento al Catalogo di Ernesto Vegetti www.fantascienza.com/catalogo/A0543.htm#5570

Per gli acquisti on line in lingua inglese ci si può rivolgere ad Amazon: www.amazon.com/exec/obidos/external-search/ 102-0861231-7744115? keyword=Ian+Watson+science+fiction &tag=infiplusthesffan

Per gli acquisti on linea in lingua italiana si può consultare il sito web della casa editrice Nord: www.nord.fantascienza.it/catalog/ list.msql?key=autore&what=watson

Watson in Italia

L'avventura italiana di Watson, peraltro alquanto limitata, inizia nel 1979 con Miracle Visitors (tit. ital. La doppia faccia degli UFO, Urania 781, nuova edizione L'enigma dei visitatori¸Cosmo Argento 298 Casa Editrice Nord, 1999) Sempre nel 1979, da Moizzi viene pubblicato The Embedding (tit. ital. Il Grande Anello, Moizzi Editore, Milano, nuova edizione: Riflusso, Cosmo Argento. Collana di Fantascienza 295, Editrice Nord, Milano). Nel 1980 compare l'unica antologia in lingua italiana di Watson: Cronomacchina molto lenta (Urania 838, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1980, tit. orig. The Very Slow Time Machine, 1979). Abbiamo poi una serie di racconti sparsi sino al 1986, anno in cui viene pubblicato il primo romanzo del Ciclo della Corrente Nera e per l'esattezza: Il libro del fiume (Urania 1036, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1986, tit. orig. The Book of River, 1984). Nel 1988 questo primo romanzo verrà seguito da Il libro delle stelle (Urania 1067, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1988, tit. orig. The Book of Stars) e sempre nel 1988 con Il libro delle creature (Urania 1083, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1988, tit. orig. The Book of Being) termina il ciclo. Dopo altri racconti sparsi, nel 1990 troviamo il romanzo: Il pianeta di Dio, (Biblioteca di Nova SF* 5, Perseo Libri, Bologna, 1990, tit. orig. God's World).

Ancora racconti sparsi un po' dovunque, tanto che il pubblico italiano, ove voglia ricostruire una qualche parvenza di collezione, si trova di fronte a uno sforzo impari e infine arriviamo nel 1997 al romanzo L'ultima domanda (Urania 1319, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1997; tit. orig. Hard Question) seguito nel 1999 dalle due ristampe da parte della Nord sopra citate per finire nel 2000 con il romanzo: Superuomo legittimo (Urania 1399, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 2000; tit. orig.

Converts 1984).

Diciamolo francamente, anche se la situazione non è totalmente negativa forse si sarebbe potuto fare di meglio. Occorre inoltre tener presente che senza le due recenti ristampe da parte della Nord la situazione sarebbe veramente triste e Watson con le sue opere principali sarebbe fuori dal panorama editoriale italiano. Non pretendiamo certo la ristampa di Cronomacchina molto lenta o meglio ancora la stampa di qualche altra antologia, tanto da recuperare un po' dei racconti disseminati per ogni dove, conosciamo perfettamente l'orrore del pubblico italiano per qualsiasi cosa sia inferiore alla misura del romanzo breve. E' però francamente incomprensibile il motivo per il quale il Ciclo della Corrente Nera non sia stato ristampato, soprattutto in considerazione della penuria di opere decenti sul mercato. Inoltre qualcosa delle ultime opere, anche se non strettamente di fantascienza, si sarebbe potuta stampare.

Per maggiori approfondimenti si consiglia la consultazione della voce "Watson Ian" su The Multimedia Encyclopedia of Science Fiction, Grolier.

Si ringrazia Ernesto Vegetti per l'uso del suo catalogo, eventuali errori bibliografici nelle citazioni sono nostri.


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