Nel 1997 il film Starship Troopers aveva scatenato più di una reazione scandalizzata per via di quella che pareva una visione ambigua di un mondo alquanto fascista, facendo dimenticare scene di guerra e combattimenti spaziali che facevano la loro bella figura sul grande schermo.

Lasciando da parte il fatto che l'intento del regista Paul Verhoeven fosse quello di prendere in giro un mondo che si, era decisamente totalitario e belligerante, ma anche e soprattutto popolato di dementi e saturo di spot propagandistici assurdi (cioè, il nostro), il film era un ottima rappresentazione di dove potremmo andare a finire, nonché un gran bel film di fantascienza militaresca, dove però gli unici a salvarsi erano i più rimbambiti, vedi i personaggi di Casper Van Dien e di Denise Richards, mentre quelli che ancora ragionavano (vedi la splendida Dina Meyer) facevano tutti una brutta fine.

Qualche anno e un incasso non esaltante dopo (costo 105 milioni di dollari, incasso mondiale 121 milioni) venne prodotto un assurdo sequel direttamente per l'home video, in cui si parlava di una pattuglia asserragliata in una caverna sul pianeta degli insettoni giganti, che però non si potevano vedere per evidenti limiti di budget e la trama virarava su un certo virus di cui non si era mai sentito parlare prima.

Adesso si torna alla carica con questa terza puntata, che vedrà il ritorno di almeno uno dei protagonisti originali, ovvero il suddetto Casper Van Dien, il cui personaggio avrà raggiunto i gradi di generale e si troverà a guidare personalmente le truppe in battaglia.

Considerando però che l'attore si è perso da tempo nel mare dei B e Z movies e il fatto che non vogliano ignorare l'esistenza del nefasto secondo episodio, è arduo pensare a un ritorno in grande stile.

Come ulteriore dettaglio va detto che alla regia ci sarà lo sceneggiatore del film originale, Edward Neumeier, al suo esordio come regista.

Non resta che aspettare e vedere il ritorno degli insettoni giganti e dei marines dello spazio mandati al macello da un governo folle, in uno specchio non così deformato della realtà.

Non c'è che dire, Verhoeven aveva già capito tutto.