uno sguardo alla sf del futuro da Emiliano Gokuraku Farinella

Detto, per la sua innata diplomazia e la sua abitudine di pesare le parole e di non avventurarsi mai in un'opinione in qualche modo sgradita a qualcuno, "Attila".

Cieli sintetici

Gianfranco Viviani e Morgan Llywelyn all'Italcon 2000

Un viaggio nella nuova fantascienza, nei suoi rapporti con la società e le sue tendenze più originali, alla ricerca degli spunti più promettenti per il futuro del genere che più di ogni altro è pronto ad accompagnarci nel nuovo millennio.

La Casa editrice Nord è presente sul mercato editoriale italiano da trent'anni, decenni cruciali per la fantascienza che si è molto evoluta passando attraverso diverse fasi.

La Nord, pur rimanendo una casa editrice specializzata con un mercato molto di nicchia, in questo lungo periodo di attività ha creato uno dei più bei cataloghi di fantascienza al mondo: quasi tutti i principali capolavori della letteratura di fantascienza sono stati presenti nel suo catalogo.

Gianfranco Viviani ha concesso un'intervista a Delos in cui ribadisce la sua voglia di pubblicare buona fantascienza per i lettori forti di SF, e il suo interesse per le nuove tecnologie che ha fatto sì che la Nord fosse una tra le prime case editrici a sbarcare in rete e adesso si trovi impegnato sul fronte del libro elettronico.

Delos: Il suo impegno editoriale nella fantascienza dura da alcuni decenni. Come ha visto cambiare la fantascienza in questi anni?

Gianfranco Viviani: Dal 1970 ad oggi ho visto passare numerose "rivoluzioni". Dalla new wave di James Ballard, che si proponeva di esplorare gli "spazi interni" dell'uomo, all'avvento della narrativa delle donne che ha modificato il genere e lo ha reso più maturo e più "letterario", alla fantascienza sociologica che si occupava dei problemi che affliggono l'umanità, alla fantascienza politica che attraverso allegorie denunciava il malcostume dei politici, dei media, etc.

Ultimamente è arrivata massicciamente l'era cibernetica: Cyberpunk, Società telematiche e cose simili.

All'inizio di ognuna di queste "rivoluzioni" i lettori si sono mostrati interessati (vedi, per esempio, l'assegnazione dei Premi Hugo da Tutti a Zanzibar di John Brunner, a Neuromante di William Gibson.

Noi della fantascienza sappiamo che l'Hugo è assegnato dai lettori, e quindi le opere che ho citato, sul momento devono averli convinti se le hanno votate, ma a lungo andare, credo che si siano sentiti un po' traditi. La fantascienza che leggevano non era più quella che avevano amato, così esce un Guerra Eterna di Haldeman, un'avventuretta senza nessuna pretesa, e tutti lanciano grida di gioia e le fanno vincere l'Hugo.

Vuole un altro esempio?: dopo l'imperversare del Cyberpunk, arriva la Lois McMaster Bujold con la sua serie dei Vorkosigan, che non è altro che semplice e a volte ripetitiva avventura, e vince quattro volte il premio Hugo.

Per concludere questa risposta, credo che le nuove proposte letterarie siano necessarie per il settore a stanno a dimostrare che la fantascienza è viva e dinamica, ma sono poche quelle che durano nel tempo. Sono convinto che i lettori vogliono ritornare alla lettura divertente che non li impegni più di tanto.

Così, non mi sento di affermare che le peculiarità della fantascienza siano radicalmente cambiate in questi ultimi trent'anni, anche se sono certamente maturate. Oggi la fantascienza non propone più quelle opere schematiche e scheletrizzate di una volta ( Il grande eroe che vince sempre; il grande scienziato che entra nel suo sgabuzzino e inventa sul momento l'arma letale capace di annientare una flotta di astronavi, etc.) Quelle erano semplici storie senza approfondimento del carattere dei personaggi e con sommarie descrizioni delle ambientazioni. Adesso la fantascienza è più matura e io direi che un romanzo di fantascienza è un "romanzo" prima ancora d'essere di fantascienza.

Banks: orgoglio e fantascienza

Dal profilo di Ian Banks, pubblicato su The Guardian, Sabato 7 agosto 1999

Benché Banks ami scrivere fantascienza, molti tra quelli che leggono la sua fiction, cosiddetta, "mainstream" suppongono che la sua SF, pubblicata sotto il nome di Iain M. Banks, sia una sorta di aberrante vizietto. In effetti, leggendoli entrambi, diviene incredibilmente difficile capire dove finisca la fantascienza e inizi il mainstream. Canto di Pietre è mainstream? Oppure The Bridge? La verità è che la linea di distinzione tra genere e non genere è sfumata lungo tutto il lavoro di Banks, che è stato comparato a Robert Louis Stevenson, e chiunque evita di leggere la sua fantascienza si sta perdendo gran parte dei suoi migliori lavori. D'altronde la fantascienza è proprio ciò cui Banks tiene di più.

"Non ho niente contro i romanzi di Hampstead. Ma questo è solo un particolare modo di scrivere, e non necessariamente il più alto, è solo questo, un modo di scrivere."

Banks è diventato il più importante esponente della fantascienza bricannica. In un sondaggio su un sito web dela BBC, è stato dichiarato tra i cinque più grandi scrittori di tutti i tempi dopo Shakespeare, Austen, Orwell e Dickens. "Sono convinto che la fantascienza sia un'importante forma di letteratura," dice Banks, "perché è l'unica forma di letteratura che si confronta con i cambiamento tecnologico che coinvolge la gente, e che è fondamentale artefice della qualità delle nostre vite. Se andassi indietro di un centinaio d'anni nasceresti in un mondo che non sarebbe molto differente da quello in cui moriresti. Una cosa che possiamo garantire ai bambini che nascono adesso è che questo mondo sarà completamente, totalmente differente in un prossimo futuro. In effetti potrebbe essere così differente che loro potrebbero non morire affatto."

Guardian Unlimited © Guardian Newspapers Limited 1999

Delos: Il matrimonio tra la fantascienza e Internet è parso naturale sin dall'inizio. D'altronde i primi a parlare di Internet a un vasto pubblico sono stati gli scrittori di fantascienza. La sua casa editrice è stata tra le prime a fare la sua comparsa in Internet, eppure la rivista Cosmo è stata lenta a recepire il cambiamento e anche ora non pare molto interessata alle più importanti realtà fantascientifiche telematiche. Come mai?

Gianfranco Viviani: Lei ha detto bene: la Nord è da anni presente in Internet e nel suo sito propone anche la rivista Cosmo. Ma la versione cartacea della rivista è diretta al pubblico che ama ancora sfogliarla, quindi viene proposta nelle due versioni. L'interesse della Nord per l'editoria elettronica è tale, che io stesso, per capirne di più, e prepararmi al prossimo futuro, ho organizzato a Courmayeur un Convegno, dove è stato delineato non solo il futuro dell'editoria elettronica, ma il futuro dell'intera editoria. E la cosa presenta aspetti entusiasmanti.

La Nord ha pronto un catalogo di oltre trecento romanzi da mettere in rete. Attendiamo solo che vengano chiariti i problemi riguardanti il diritto d'autore. Poi partiremo alla grande.

Delos: Assieme a Piergiorgio Nicolazzini avete introdotto in Italia una nuova formula per pubblicare narrativa breve, avete raccolto le opere di narrativa breve finaliste al premio Hugo in antologia e le avete proposte al pubblico. Strani Universi I e II, questi i titoli delle due antologie, hanno avuto un buon successo di pubblico e tantissimi commenti favorevoli. Che impressioni ne avete tratto?

Gianfranco Viviani: Le antologie Strani Universi non sono state una novità per la Nord che ha pubblicato centinaia di racconti nei libri della Collana "Grandi Opere", e qui e là, anche in altre collane. La novità, semmai, era rappresentata dall'idea di dare ai lettori i cinque finalisti del Premio Hugo e spronarli a essere loro stessi giudici, anche senza voto. Così come c'erano idee originali nelle antologie tematiche pubblicate in precedenza nelle altre collane Nord.

Delos: Vedremo Strani Universi III?

Gianfranco Viviani: Stiamo lavorando proprio in questi giorni sul progetto.

Editrice Nord:

www.fantascienza.com/nord

Delos: In Italia manca un rivista di fantascienza da edicola che possa pubblicare narrativa breve. In campo internazionale molte delle migliori perle nascono in questa tipologia. Ci possono essere altri format editoriali per proporre narrativa breve ai lettori di fantascienza?

Gianfranco Viviani: Mi pare che il "campo internazionale" a cui si riferisce, sia limitato principalmente a tre pubblicazioni di lingua inglese, che più che essere riviste, sono antologie periodiche: La rivista di Asimov, Analog, Fantasy e Science Fiction. Tutte e tre statunitensi, e che dicono di avere sempre grossi problemi di diffusione.

Non mi risulta che in altri paesi vengano pubblicate riviste di fantascienza che si pongano all'attenzione internazionale. In Italia, comunque, abbiamo Nova SF della Perseo Libri che svolge un ottimo lavoro di ricerca e selezione, ed è un peccato che sia venduta solo per corrispondenza, ma siccome tutte le precedenti esperienze sono fallite, e la Perseo fa bene a limitare la tiratura ai soli appassionati. Certo, l'idea di fare una rivista è affascinante, ma per accontentare un pubblico da edicola occorre un'organizzazione ben più grande di quella che ci vuole per fare libri. Inoltre si corre sempre il rischio di non riuscire a trovare sempre buoni racconti. Ma chi rischierebbe una simile iniziativa quando i lettori hanno sempre bocciato tutte le precedenti iniziative? ( vedi Robot, che era eccellente) Altre forme per pubblicare racconti? la Nord le ha già esplorate: lei stesso ha citato "Strani Universi", ma in quel caso siamo andati sul sicuro, perché abbiamo proposto ai lettori opere già selezionate tra le migliaia apparse nel mercato più dinamico della fantascienza.

In ogni caso ho qualche dubbio sul fatto che un grande numero di lettori italiani seguirebbero con continuità una pubblicazione di racconti. L'esperienza mi ha insegnato che vogliono romanzi, e anche di molte pagine, quando non addirittura cicli di due o tre libri. Molte volte la Nord ha indetto concorsi letterari riservati ai racconti; poi ha pubblicato i finalisti in fascicoli del Cosmo SF, quando non ha addirittura stampato dei libri, per sottoporli alla votazione dei lettori. Noti che queste pubblicazioni erano inviate gratuitamente, quindi le ricevevano più di ventimila appassionati. Sa quanti se ne mostravano interessati? Non più di due o trecento!

Delos: Rimanendo in tema di antologie, la collana Grandi Opere ha presentato grandi raccolte. Cosa ci prepara?

Gianfranco Viviani: Purtroppo, in un momento in cui l'offerta di libri a cinque o seimila lire è straripante, e la gente non ha molto denaro da spendere, pubblicare un volume rilegato a quarantamila lire è una pazzia. I volumi degli ultimi anni, l'ultimo dei quali presentava addirittura una selezione prestigiosa, come I Premi Hugo non hanno venduto nemmeno per ripagare le spese di stampa. E questa è una chiara indicazione di come vanno le cose. Allora, in attesa di tempi migliori ho deciso di prendermi una "pausa di riflessione" per questa collana, e già da quest'anno non usciranno novità.

Delos: E' prevista una antologia di autori italiani nella collana cosmo Argento?

Gianfranco Viviani: Per il momento racconti no, ma ci sono in pentola opere notevolissime di autori italiani. In settembre, per esempio uscirà un romanzo di Fabiana Redivo Il Figlio delle Tempeste (un'opera fantasy) che giudico addirittura superiore a molti romanzi di famosi autori americani. Vedremo se il pubblico saprà apprezzarlo.

Delos: Iain Banks è stato consacrato come uno dei maggiori scrittori anglosassoni. La Nord aveva iniziato a pubblicare la sua narrativa fantascientifica già molti anni fa, adesso un editore italiano sta iniziando a tradurre le sue opere mainstream. Qual è la vostra opinione su Banks? La Nord pubblicherà l'ultimo suo libro di fantascienza inedito in Italia, Inversions?

Gianfranco Viviani: A me Banks piace, e Inversions è un libro per il quale abbiamo già chiesto i diritti di traduzione. Temo tuttavia che l'autore che si vedrà pubblicare in collane mainstream comincerà a storcere il naso di fronte a collane specializzate. Comunque se sarà possibile lo pubblicheremo.

Delos: Temo più la schizzinosità del suo agente che dello stesso Banks. Si tratta di un autore che ha diverse volte affermato con orgoglio di scrivere fantascienza, di esserne gratificato e di trovarlo dignitoso e stimolante. Banks non pare dunque tipo da vergognarsi di essere una scrittore di fantascienza, l'ultima intervista rilasciata a un quotidiano come The Guardian ne dovrebbe dare la prova definitiva: in quell'occasione è stato molto fiero di precisare che gli piace essere uno scrittore di fantascienza. Nel box in questa pagina trovate uno stralcio dell'articolo uscito sul quotidiano lo scorso anno.

Dopo la precisazione su Banks le pongo una domanda d'altro genere forse un po' scomoda: la Nord fino alla prima metà degli anni novanta poteva vantare un catalogo unico al mondo nel suo genere. Il meglio della produzione mondiale di fantascienza era nel vostro catalogo. Negli ultimi anni si ha l'impressione che le cose siano un po' cambiate. Cosa sta succedendo?

Gianfranco Viviani: Francamente, penso che il catalogo della Nord continui ad essere l'unico al mondo così pieno di capolavori, e i nuovi titoli che a mano a mano si aggiungono, lo valorizzano sempre di più.

Tanto per fare qualche esempio, l'anno scorso, tra gli altri, la Nord ha pubblicato Quando la luce Tornerà di Vernor Vinge, Il pianeta proibito di David Brin, Skaith della Brackett, Morgan Chane di Hamilton, Tutti i colori dell'acciaio di K.J.Parker, Il Fuoco Divino della Anthony. Cosa può volere di più un lettore di fantascienza?

Forse i "lettori forti" desidererebbero un grande romanzo al mese, ma i lettori forti sono solo poche centinaia e un'impresa editoriale non può rischiare di pubblicare più libri di quanto il suo mercato sia in grado di assorbire. D'altro canto le proposte editoriali in librerie ed edicola non mancano: Giuseppe Lippi con Urania sa facendo un ottimo programma, e lo stesso fa Sandro Pergameno con Solaria. Però i libri che la Nord ha continuato a fare sono sempre state opere importanti e si sono aggiunte al nostro catalogo che a livello internazionale è considerato tra i più prestigiosi.

Delos: Abbiamo notato con grande piacere il vostro interesse per il libro elettronico. Vi poniamo qualche domanda in proposito. A quale caratteristica del libro non si può rinunciare secondo voi?

Gianfranco Viviani: Il libro elettronico rappresenta il futuro dell'editoria e ciò che ora sembra irrinunciabile (la carta, il piacere di fogliare le pagine, la biblioteca di casa in bellavista) probabilmente sarà superato da altri fattori importanti: prima di tutto il prezzo dei romanzi, poi la facilità di reperirli e di portarseli in tasca, e di leggerli anche al buio o di ingrandire il carattere per coloro che hanno problemi di vista. Ma il libro elettronico non darà soltanto la possibilità di leggere un romanzo: sarà interattivo con dizionari, vocabolari, enciclopedie, repertori di ogni tipo e questo, come dice B. Gates, sarà un fattore di accelerazione della cultura ancora più importante dell'invenzione della stampa.

Delos: L'e-book cosa dovrà conservare del libro tradizionale, e quali saranno le più significative innovazioni?

Gianfranco Viviani: L'e-book è l'inizio dell'èra elettronica, e in questo momento non è ancora in grado di sostituire il libro di carta. C'è già l'Every Book che si avvicina molto al libro tradizionale e risolve tanti problemi che l'e-book presenta. Ma anche l'Every Book sarà presto soppiantato dalla e-paper e allora sarà come tenere in mano un vero e proprio libro, con la differenza che ogni pagina potrà contenere un intero romanzo.

Delos: Che ipotesi si fanno sul regime economico dell'editoria elettronica?

Gianfranco Viviani: Francamente non lo so. Ci sono editori in tutto il mondo che stanno investendo ingenti capitali per prepararsi a quella che viene definita "la rivoluzione dell'editoria". Ho letto che si comincerà dalle scuole: un solo e-book per tutte le materie, compresi dizionari, vocabolari, e come ho detto prima, con funzioni interattive. Se sarà così, è facile immaginare che colossale giro d'affari si verrà a creare in pochissimo tempo.

Delos: Un fronte caldo nella letteratura di fantascienza è la traduzione. Quanto è importante per voi una buona traduzione e che misure attuate affinché il risultato sia della qualità cercata?

Gianfranco Viviani: Sono d'accordo che una buona traduzione qualifica un romanzo e lo fa apprezzare. L'originale può contenere un'idea favolosa, ma se il lettore fa fatica a leggerlo a causa di una cattiva traduzione, allora anche la buona idea non viene apprezzata. Alla Nord, nonostante ci si avvalga di traduttori esperti, eseguiamo sempre un accurato esame delle traduzioni e nonostante tutto, molte volte interveniamo per eseguire delle correzioni per rendere più scorrevoli le frasi, o per chiarire meglio dei concetti, anche a costo di aggiungere qualche parola che l'autore non ha scritto.

Delos: Avete buone aspettative nei confronti della traduzione automatica? Potrà essere applicata anche alla narrativa? Quando si arriverà a sviluppare un'Intelligenza Artificiale in grado di affrontare in modo soddisfacente un problema di questo genere, cos'altro saranno in grado di fare?

Gianfranco Viviani: Ci speriamo molto, ma ci vorrà ancora del tempo prima che l'elettronica arrivi a tradurre automaticamente un'opera letteraria. In ogni caso, quando ci riuscirà, il problema sarà quello di non fare libri tutti uguali, nel senso che utilizzino lo stesso vocabolario, gli stessi verbi e lo stesso numero limitato di parole, allora la traduzione automatica rappresenterà una buona bozza per lavorarci sopra. In sostanza, si risparmierà un po' di tempo nella battitura del testo, ma se ne perderà altrettanto per gli interventi di correzione e di adattamento all'originale.

Delos: Ringraziamo Gianfranco Viviani per la cortese disponibilità, le opinioni su autori come Gibson, Haldeman, Banks e tanti altri possono essere variegati, ma siano ben lieti d'avere potuto presentare il suo punto di vista sulla fantascienza e sull'editoria in generale. Ci auguriamo che possa presto tornare sulle nostre pagine e lo salutiamo in attesa del prossimo scambio di opinioni.

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