a cura di Roberto Genovesi

Scrittore, sceneggiatore di fumetti, designer di videogiochi e giochi di ruolo e giornalista si dice che riesca anche a trovare il tempo, qualche volta ma non tutti i giorni, per dormire e mangiare. Ma forse sono solo leggende.

Interazioni

Tra le forme della narrativa insieme a libri, cinema, televisione e fumetti oggi c'è anche il videogioco. Un canale espressivo che sta raggiungendo una notevole complessità e maturità e che non di rado scambia bidirezionalmente ispirazione con il cinema. Roberto Genovesi, scrittore, sceneggiatore e direttore di alcune delle più vendute riviste di settore in Italia, tiene d'occhio per noi questo mondo magico e interattivo, nei suoi rapporti col nostro genere preferito.

Quello attuale non è un grande momento per i giochi di ruolo da tavolo. Molti appassionati hanno preferito portare la loro attenzione sul monitor dei computer dove è possibile realizzare progetti più complessi e graficamente accattivanti (anche se credo che la fantasia del cervello umano in assenza di immagini sia superiore a qualunque splendore grafico) e dove, soprattutto, è possibile fare a meno di altri giocatori tanto difficili da reperire per la stessa ora e nella stessa serata. Non è la stessa cosa naturalmente e non solo per l'aspetto aggregativo che viene a mancare. Spesso non è facile trasformare il regolamento di un gioco di ruolo in un programma informatico ed è per questo che molte volte si preferisce progettare un programma tutto nuovo, più flessibile e adattabile agli strumenti e ai mezzi messi a disposizione di un pc.

Vampire: the Masquerade, nel panorama dei giochi di ruolo da tavolo, è uno dei prodotti più apprezzati e giustamente famosi tanto da diventare negli ultimi anni un vero e proprio classico. Complesso, articolato, intrigante disegna un panorama di famiglie di vampiri che si combattono nei secoli per la conquista del potere assoluto. Storia, essoterismo, horror in una formula assolutamente vincente. Un bocconcino succulento per la Activision che ne ha subito acquistato i diritti per trasformarlo in un videogioco. Un grande gioco di ruolo, una grande software house: le premesse c'erano tutte ed invece il risultato è stato assolutamente fallimentare.

Activision

www.activision.com

Vampire: The Masquerade

www.activision.com/games/vampire

Il videogioco Vampire: the Masquerade è banale, graficamente mastodontico ma stucchevole. I personaggi, per quanto dettagliati si muovono come marionette, gli ambienti, complessi, giganteschi e corposi risultano monotoni proprio perché immensi. Ma, soprattutto, non c'è nemmeno una goccia dell'atmosfera magica che emerge dal rpg. Il videogame di Vampire è un banale gioco di scenari successivi a difficoltà crescente dove il giocatore deve uccidere nemici, raccogliere oggetti e andare avanti. Ridicolo risulta il tentativo di creare attorno allo schema di gioco una atmosfera storica credibile. I dialoghi sono stupidi, la faccia del protagonista sembra quella di una comparsa nei film di Ercole che tanto andavano di moda negli anni '50. Si cerca di dare enfasi dove non ne serve e di accentuare situazioni per conferire sacralità a scelte che appaiono banali e scontate per qualunque mediocre giocatore di videogame.

Ci si chiede come si faccia nel 2000, di fronte a tutto quello che ormai offre il mercato, a propinare al pubblico un videogioco dagli schemi vecchi ma, soprattutto, noioso e banale. Sprecata dunque la licenza per Vampire. Chi ama questo rpg può continuare a godersi la versione cartacea.. Per ora, di meglio non c'è.

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