Succede che nel mare di kolossal dalle ambizioni più o meno sfacciate, remake dei remake e sequel dei sequel, trasposizioni di qualunque fumetto abbia avuto la dignità di una singola striscia, film orientali che s'ispirano all'occidente e film occidentali che s'ispirano all'oriente, ogni tanto spunti qualche pellicola che cerchi di ripercorrere le strade di una fantascienza fatta principalmente di idee più che di fuochi d'artificio. Poco importa che si tratti di un soggetto originale o della trasposizione di un romanzo (non è obbligatorio usare il tritacarne come si fa da decenni con i libri di Philip K. Dick), conta la voglia di ri-pensare il futuro, la capacità speculativa che, unità al sense of wonder, ha regalato fortuna e gloria a questo genere. Succede che questo tipo di film si facciano, e anche meno raramente di quanto si pensi.

Questo potrebbe essere il caso di I figli degli uomini, film di fantascienza inglese vecchio stile tratto dall’omonimo romanzo di P.D. James, scrittrice nata a Oxford nel 1920. Questo libro rappresenta qualcosa di veramente atipico nella produzione della James, incentrata quasi tutta sul thriller e sul giallo dai risvolti psicologici; molto nota infatti la lunga serie (più di quindici romanzi) delle inchieste dell’ispettore di Scotland Yard Adam Dalgliesh, alle prese con i delitti più efferati e i criminali più contorti.

I figli degli uomini si svolge in un prossimo futuro, nel 2027. Da circa vent’anni in tutto il pianeta non nasce più neanche un bambino, gli scienziati non sono ancora riusciti a scoprire le cause di questa sterilità globale e ovviamente il mondo è in preda al caos. Gli Stati si preparano al peggio, lasciando testimonianze della civiltà a eventuali posteri, mentre l’Inghilterra è governata da un dittatore privo di scrupoli e Londra è percorsa da frange di fanatici nazionalisti che voglio espellere tutti gli immigrati. Gli anziani sono spinti verso il suicidio mentre i criminali vengono esiliati e abbandonati a sé stessi. In quest’atmosfera di cupa disperazione, improvvisamente una ragazza rimane incinta…

La storia si snoda attraverso le vicende dei due protagonisti, Theo Faron (interpretato da Clive Owen), un ex attivista pacifista diventato un semplice burocrate, e la sua ex moglie Julian (la bella Julianne Moore), che è anche membro di un’organizzazione di ribelli antigovernativi. I due si trovano alle prese proprio con la ragazza futura madre, decidono di proteggerla e di portarla in salvo in un santuario sul mare, dove la nascita del bimbo potrà ridare un barlume di speranza all’umanità.

Il cast del film, diretto dal messicano Alfonso Cuaròn (Harry Potter e il prigioniero di Azkaban), autore anche della sceneggiatura, è impreziosito dalla monumentale presenza di Micheal Caine, uno degli ultimi mostri sacri del cinema inglese, qui nella veste di Jasper, una specie di santone hippy. L’uscita internazionale del film è prevista il 29 settembre prossimo, mentre in Italia dovrebbe arrivare il 17 novembre. Che peraltro è anche un venerdì…