Una cosa va chiarita subito: questa nuova versione di Superman non piacerà a tutti. Questo perché il regista Brian Singer non si è accontentato 'semplicemente' di riportare - dopo quasi venti anni - l'uomo d'acciaio sul grande schermo, tentando - piuttosto - di rifondare l'intera franchise alla radice. Un tentativo di innovazione nel rispetto della tradizione che ha seguito un equilibrio complicato tra passato e presente, aspettative e speranze, necessità narrative e voglia di rischiare.

Risultato? Semplicemente 'perfetto' per chi scrive che si è letteralmente commosso dinanzi alla portata del progetto e alla sua grande forza emotiva. Una produzione di grande lungimiranza al punto da fare dimenticare i piccoli buchi e le tante incertezze di un film che, forse, potrebbe avere un unico vero e grande difetto: essere troppo 'forte' e ambizioso nel volere diventare il trait d'union tra passato e futuro della saga.

Un progetto speculare - per qualità e contenuti - a quello compiuto, forse con maggiore fortuna, l'anno scorso da Christopher Nolan per Batman Begins e che punta a riportare Superman al cinema per lungo tempo.

Ma dove stanno la forza e il coraggio di questo film? Soprattutto nel dare una svolta molto forte alla vita privata di Superman rivelando dettagli sconosciuti della sua storia. Dopo avere plasmato gli X Men che senza di lui alla regia hanno vissuto la loro avventura peggiore, Brian Singer ha puntato a creare nuove prospettive per una figura - apparentemente - esaurita sul piano narrativo ed emotivo. In maniera letteralmente sorprendente Singer ha ripreso l'iconografia visiva del Superman tradizionale e l'ha gerovitalizzata, aggiornandola ai giorni nostri e inserendo in essa i semi di nuove storie e aprendo in maniera assai brillante nuove possibilità narrative.

In un certo senso, a parte forse per l'eccessiva giovinezza dell'attore principale, l'acerbo, ma al tempo stesso interessante e convincente Brandon Routh, Superman Returns potrebbe essere davvero considerato un sequel ai film con Christopher Reeve. Da cinque anni, infatti, Superman ha abbandonato il nostro pianeta per tornare fino al suo pianeta natale Krypton avvistato dagli scienziati terrestri. Lois Lane ha un compagno con cui alleva un figlio, il Daily Planet continua la sua ricerca delle notizie più interessanti, mentre Lex Luthor è diventato miliardario grazie all'unione con una vedova facoltosa e - sfortunatamente - deceduta in maniera improvvisa e 'inaspettata'...Il mondo sembrerebbe potere fare a meno di Superman, ma quest'ultimo può davvero fare a meno del mondo dove è cresciuto? Quando torna sulla Terra alla fattoria dei Kent dove è stato allevato e cresciuto, l'eroe sembra confuso sul da farsi. La sua vecchia vita lo aspetta, ma - oggi - dopo avere fronteggiato il suo passato, Superman sembra volere qualcosa di più....Lois Lane? Un'altra vita? Un figlio? Difficile dirlo, ma quando si troverà a fronteggiare Lex Luthor un'altra volta ancora, ecco che il mondo si fermerà a rendere omaggio al suo più grande e insostituibile eroe.

Fedele alla serie originale anche nei dettagli (il tema musicale è quello di John Williams....) Superman è un film letteralmente pieno di grandi piacevoli sorprese: intimista, ironico, divertente, ma anche spirituale al limite della New Age, intenso e anche commovente in quanto inserito in una certa ciclicità della vita, il Superman di Brian Singer è un gioiello formale per idee e contenuti. Visivamente eccitante, propone delle sequenze pazzesche come quella del salvataggio dello Shuttle nel più puro stile delle avventure di Superman. Pieno di citazioni e di riferimenti a tanto cinema del passato ("E' un aereo, è un uccello, è..." viene detto ad un certo punto...) questo film dona nuova linfa vitale ad una saga tutt'altro che esaurita e riportata in maniera sensibilmente appropriata nel contesto del ventunesimo secolo.

Una produzione curatissima in ogni dettaglio narrativo - visivo con - in più - l'intelligenza di non volersi accontentare: questo film, infatti, non è una storia su come Superman tenterà di fermare ancora una volta la fame di speculazioni immobiliari di Luthor (un Kevin Spacey ironico, ma convincente in maniera diversa da come lo è stato Gene Hackman). Come Batman Begins anche Superman Returns è piuttosto una pellicola incentrata sull'identità e sul legame tra padri e figli nel contesto della ciclicità dell'esistenza umana. La differenza, però, è che questa versione dell'uomo d'acciaio non è dark e ha mantenuto intatta - nonostante le difficoltà - la luminosa positività dell'eroe originale. Superman non è e non sarà mai un eroe tormentato: ha superato i dubbi su se stesso e - facendo quello che doveva essere fatto - è pronto per vivere di nuovo tra gli uomini.

Una cosa - dopo la visione di questo film - è certa: Superman è tornato per restare a lungo e per regalare nuove emozioni e perfino commuovere il nostro immaginario collettivo soprendendo il pubblico con un'idea: non solo i terrestri del film, ma anche noi abbiamo ancora bisogno di Superman.