punti di vista diversi di Roberto Quaglia

Ciò che s'incontra qui appartiene alla Grande Famiglia delle Tracce di Quaglia, cioè quella roba che avanza quando qualcuno che si chiama Quaglia esiste senza farne segreto.

Pensiero stocastico

Secondo Robert Sheckley, per troppo tempo ormai Roberto Quaglia non è stato famoso. Secondo Ugo Malaguti, è un genio. Roberto Quaglia, ovvero il rappresentante della fantascienza del nostro Paese più famoso all'estero e più sconosciuto in Italia, continua a fare tante domande e a rifiutare tutte le risposte.

C'era una volta la notte, ed era buia e minacciosa. Ma era anche l'intervallo magico nel quale le fatiche diurne venivano smaltite e metabolizzate. Fuori dalla caverna c'erano solo pericoli, e dormire era l'unica cosa sensata da fare. Era ancora il tempo in cui di notte faceva buio davvero, ed il buio rendeva impossibile qualsiasi attività di caccia o di fuga dai pericoli della natura. Quel tempo durò a lungo, milioni e milioni di anni, e l'invenzione del fuoco lo incrinò appena. Ci volle l'invenzione dell'energia elettrica, una manciata di decenni fa, per iniziare ad insidiare davvero la notte. L'energia elettrica e soprattutto la luce che essa produce è uno di quei miracoli straordinari che ci sembrano scontati soltanto perché ci siamo abituati fin dalla nascita. Esistono animali che di notte ci vedono, come i gatti e i gufi. Hanno impiegato milioni di anni per adattare i loro occhi al buio. Agli esseri umani della preistoria non interessava poi troppo vedere al buio, altrimenti anche noi avremmo sviluppato occhi più sensibili. Nel corso del tempo abbiamo tuttavia evidentemente cambiato idea, ed in quattro e quattr'otto abbiamo inventato la luce elettrica per non stare a perdere tempo con l'evoluzione. Chi mai al giorno d'oggi ha milioni di anni a disposizione per farsi crescere un paio di occhi che funzionino come Dio comanda anche nell'oscurità?

La sola luce elettrica non è tuttavia stata sufficiente ad eliminare la notte. Ha parzialmente risolto il problema del buio, d'accordo. Ma la notte non è solo buio. Per esempio è anche freddo. Di notte fa più freddo, e ciò d'inverno può costituire un problema. Possiamo illuminare casa nostra e le strade della città, ma possiamo scaldare soltanto casa nostra. Per quanta luce mettiamo nei lampioni stradali, all'aria aperta se fa freddo fa freddo. Non è qualcosa che ci impedisca di uscire di casa, tuttavia ci scoraggia un po'. Ma la notte non è soltanto buio e freddo. E' anche assenza di gente attiva. E' il momento in cui tutti o quasi dormono. Risolti o comunque attenuati i sintomi di buio e freddo, capiamo che è notte dal fatto che intorno a noi non c'è nessuno perché dormono tutti. E allora cosa ci resta da fare se non andare a dormire anche noi? Anche perché tradizionalmente gli altri esseri umani ci servono per lavorarci assieme, divertirci assieme, insomma tutte quelle cose sociali lì. E se dormono tutti, forse ci conviene dormire anche noi. Anche perché in caso contrario ci toccherebbe dormire quando loro sono svegli e così via. E alla fine, in perfetta solitudine, cosa mai combineremmo? E come sopravviveremmo? E con chi ci accoppieremmo?

Ci rendiamo allora conto che la notte ha un'inerzia dura a morire. Ne eliminiamo tutti i sintomi che l'hanno resa tale, tuttavia essa persiste, sebbene non intatta. Se in un piccolo villaggio rurale ancora oggi la notte è notte al 100% perché dormono tutti, questo non è già più vero in una grande città. In qualsiasi metropoli c'è una percentuale della popolazione che non risponde infatti al richiamo della notte e non va a dormire. Taluni agiscono così per lavoro, altri per divertimento, altri ancora per disperazione. E' comunque il primo segno di cedimento della notte. In città è possibile stare svegli anziché dormire e trovare anche qualcuno con cui fare qualcosa di bello o di brutto o di utile. Ma la notte rimane sempre la notte. Cioè il periodo più opportuno da dedicare al necessario riposo. In teoria non c'è più alcun motivo drammatico (buio, freddo, pericolo) che impedisca agli esseri umani di fare le loro cose umane di notte anziché (od oltre che) di giorno. L'unica vera ragione per cui la notte continua ad esistere è perché tutti gli esseri umani sono convinti che essa esista, e che si trovi in una sezione ben precisa dell'arco delle ventiquattrore. E' quindi un cane che si morde la coda. La notte, ormai inutile, non sparisce perché nessuno si aspetta che essa sparisca. Tutti vanno a dormire alla stessa ora perché tutti vanno a dormire alla stessa ora.

Quanto tempo ancora può reggere la notte prima di scomparire, dato che - come abbiamo appena visto - essa ormai fonda la propria esistenza solo sulla persistenza delle abitudini umane?

Poco tempo, dico io. Meno di quanto si creda. In effetti, essa è già idealmente già morta. Ed in un certo ambito essa ha ormai perso qualsiasi significato. Ma non si tratta di un ambito da poco. E' un ambito con il quale presto tutti avranno a che fare per sempre.

Tanto per cambiare, sto parlando di Internet, il vero ed unico regno sul quale non cala mai il sole. Internet sta eliminando il concetto di notte dalla vita dell'umanità. Da quando di notte non c'è più buio freddo e pericolo, la notte è una mera faccenda di convenzioni. Che però smarriscono ogni significato se ci si sposta in un'altra regione del mondo. Con Internet, tutti i luoghi sono equidistanti ed in ogni momento si è in qualsiasi ora del giorno e della notte. Tu navighi o lavori su Internet e decidi tu in quale momento della giornata o della nottata ti trovi. E' notte in Italia e tu vuoi fare le cose che tipicamente si fanno di giorno? Lavorare, comunicare, ecc.? Per qualche ora hai l'America a disposizione. Compri e vendi a Wall Street. Poi anche lì si fa sera e allora ti sposti in Australia o in Asia dove è mattino e combini qualcosa anche lì. Se impari a vivere su Internet dopo un po' le tue relazioni, sia quelle commerciali che personali, si estendono per tutto il globo terrestre.

Per il momento Internet rappresenta ancora una minoranza delle attività umane. Ma tutti concordano sul fatto che in futuro il grosso delle relazioni umane passerà di lì. Allo stato attuale, quindi, se tu fai parte di questa minoranza online, accendi il computer ed esci a piacimento dalla notte in cui i tuoi vicini di casa si trovano e vivi nell'orario mentale che vuoi per il tempo che vuoi. Ma quando spegni il computer, attorno a te ricompare l'orario mentale dei tuoi connazionali. Tutto ciò è destinato a cambiare drammaticamente in futuro.

Quando Internet sarà uno strumento di lavoro imprescindibile per la maggior parte del ricco mondo occidentale, gli orari condivisi scompariranno per sempre, e con essi, la notte. Il Villaggio Globale è un'entità cronoclasta. In uno stesso luogo fisico, conviveranno in futuro individui che vivranno con sincronie bioritmiche sfasate. Una domanda sempre più frequente, già oggi tipica su Internet, un domani usuale anche in contesti al di fuori di Internet, sarà: Che ora è lì adesso? Questo succederà anche incontrando un vecchio amico per strada. Che ora è per te? potrebbe essere una delle prime domande di prammatica che ci si scambierà al posto di Come va?

Per me è tarda notte. Sto crollando dal sonno. risponderà allora qualcuno alle 9 del mattino. Anche per me è notte. risponderà magari l'altro, Ma io di notte non riesco mai a dormire. Così ne approfitto per lavorare e poi dormo un po' di giorno, appena fa buio.

Sarà un mondo più confuso e complesso di quello al quale eravamo abituato, ma anche un mondo più libero, denso di nuove opportunità. Una coppia di coniugi che non andassero d'accordo, anziché divorziare o separarsi potrebbero inizialmente limitarsi a sfasare i propri bioritmi, così che per l'uno sia giorno quando per l'altro sia notte, di modo da non incontrarsi mai altro che fuggevolmente, a colazione o cena a seconda dei punti di vista. D'altra parte, lo stesso fenomeno potrebbe spesso essere la causa, anziché l'effetto, di una crisi matrimoniale. Un giorno si potrebbe giungere alla necessità di includere, tra le clausole del contratto matrimoniale anche una cosa del tipo ...nonché vi impegnate a vivere secondo orari sincronizzati nonché amarvi finche morte non vi separi ecc.

Mettendo fine alla notte, Internet permetterà inoltre di dimezzare il problema della sovrappopolazione. Oppure di raddoppiarlo, a seconda dei punti di vista. Il problema della sovrappopolazione dimezzerà perché ci sarà il doppio di spazio per tutti. Non è forse sempre stato vero che di notte non c'è in giro nessuno? Tutto spaziotempo inutilizzato! Con la fine della notte, niente più spreco di spaziotempo. In qualsiasi momento ci sarà il doppio dello spazio e delle opportunità che ci potrebbero essere in un mondo che abbia ancora la notte. In ogni luogo del mondo ricco, infatti, da un terzo a metà della popolazione sarà costantemente impegnata a dormire. Un'altra percentuale vivrà in orario soggettivo serale, cioè in poltrona davanti al teleschermo. In tutto, metà della popolazione che se ne sta buona a casa propria in stato vegetativo senza intralciare né interferire con gli altri. Anche per le strade, il traffico si dimezzerà. D'altro canto, il problema della sovrappopolazione intrinsecamente raddoppierà, nel senso che, essendoci spazio ed opportunità per il doppio delle persone, finiranno dopo un po' per esserci il doppio delle persone, che satureranno tutti gli spazi e i momenti disponibili. Anche per le strade, il traffico si risaturerà fino a giungere all'inevitabile stadio finale dell'ora di punta permanente. A questo punto, per migliorare la situazione ci vorrebbe un'altra notte da eliminare, ma non ci sarà. Sarà quindi prima o poi forse necessario raddoppiare per legge la quantità di tempo che ciascuno dovrà trascorrere dormendo (con qualche aiutino chimico obbligatorio disciolto magari per legge nell'acqua potabile), così da fare spazio agli altri, ma questo è un altro discorso. Anche perché prima o poi, al raddoppio della popolazione successivo, ci vorrà comunque un'altra Terra da riempirsi quanto la nostra in un'altra manciata d'anni, e così via. Meglio non pensarci.

Facciamo un passo indietro. Inizialmente, la fine della notte raddoppierà i posti di lavoro. Questo dovrebbe renderci allegri per qualche tempo. E saranno contenti anche i capitalisti, dato che la fine della notte permetterà ovviamente di raddoppiare il prodotto nazionale lordo di qualsiasi paese. Pazienza se raddoppierà anche l'inquinamento.

Per tutti quelli che non moriranno di fame o di cancro sarà un futuro grandioso oppure no. Buona notte.

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