Il Premio James Tiptree jr è probabilmente il più bizzarro della fantascienza. Mentre tutti gli altri presentano una rosa di candidati, poi puntano sul riconoscere il miglior romanzo e hanno categorie predefinite come quelle di romanzo, racconto breve, etc., il premio Tiptree ha, invece, sue proprie regole, del tipo: non ha categorie predefinite, nel senso che può vincere il premio sia un racconto sia un romanzo, o anche un’antologia; non vince la migliore opera, ma quella che esplora ed espande la nozione di science fiction; dopo l’annuncio del vincitore, viene annunciata anche la rosa delle opere candidate al premio.

Questo bizzarro riconoscimento, istituito nel 1991, è forse spiegabile in qualche modo con l’alone di mistero che ha contraddistinto in parte l’autore a cui il premio è dedicato.

Fino al 1977, tutto ciò che si conosceva di James Tiptree era solo un indirizzo: una casella postale vicino a Washington, a poche miglia dal Pentagono. Gli unici indizi sul suo conto erano le sue opere, alcune delle quali di notevolissimo spessore, come i racconti La ragazza collegata e Houston, Houston, ci sentite?

Per anni appassionati, critici e lettori hanno fatto varie congetture su Tiptree, ma quasi nessuno si avvicinò alla realtà. In un numero del 1977 della rivista Locus, apparve un trafiletto che rivelò la vera identità: la psicologa e scrittrice americana Alice Bradley Sheldon.

Una parte delle opere vincitrici del premio è stata ristampata di recente in America in un’antologia dal titolo The James Tiptree Award Anthology 2, curato da Karen Joy Fowler, Pat Murphy, Debbie Notkin, Jeffrey D. Smith ed edito dalla Tachyon Publications. Anche qui, cosa strana: un’antologia curata da quattro editors!

Tra gli autori presenti segnaliamo due nomi: uno notissimo e uno che si sta affermando anche in Italia, ma entrambi, a modo loro, originali almeno quanto il premio: Ursula K. Le Guin, con Another Story, or A Fisherman of the Inland Sea, e Jonathan Lethem con Five Fucks.