Quell’esilarante tragicommedia che chiamiamo “vita”

Kurt Vonnegut, Jr. è nato a Indianapolis, nell’Indiana, l’11 novembre 1922, dall’architetto Kurt Vonnegut e da Edith Sophia Lieber, terzo di tre fratelli. Bernard, il fratello maggiore, è uno scienziato brillante specializzato nella fisica delle nuvole. Alice, la sorella secondogenita, era una scultrice ed è morta di cancro all’età di quarantuno anni. Suo nonno era un tedesco emigrato in America nel 1848.La famiglia Vonnegut vede dissolversi il proprio patrimonio negli anni della Grande Depressione. Nel 1940 Kurt si iscrive alla Cornell University di Ithaca (New York). Frequenta i corsi di biochimica con risultati non entusiasmanti fino al 1943, affiancando all’attività di studente quella di direttore del Cornell Daily Sun, un quotidiano studentesco. Nel marzo di quell’anno lascia i suoi studi per arruolarsi nell’esercito degli Stati Uniti. Viene mandato al Carnegie Institute e alla Tennessee University per seguire corsi di ingegneria meccanica, dopodiché prende parte alla Seconda Guerra Mondiale come esploratore sul fronte europeo.Il 14 maggio del 1944 la madre si suicida in seguito a un attacco di depressione. Il 22 dicembre dello stesso anno Kurt viene catturato in Germania e tradotto in un campo di prigionia alle porte di Dresda. Qui, il 13 febbraio del 1945, si trova coinvolto nel terribile bombardamento alleato che rase al suo la città. Resta sepolto sotto le rovine dello Schlachthof-fünf, il Mattatoio n. 5 che avrebbe immortalato quasi un quarto di secolo più tardi nel suo capolavoro. Quella notte, una città intera fu annientata nel corso di una rappresaglia inutile ai fini strategici: le sue macerie divennero la tomba per 135.000 persone. L’evento segnò profondamente il giovane Vonnegut.Liberato dall’Armata Rossa, in maggio Kurt rientra in America e qui gli viene conferita la medaglia per le ferite riportate in guerra (la Purple Heart). Il primo settembre dello stesso anno, sposa Jane Marie Cox, già sua compagna di studi. In dicembre si trasferiscono a Chicago, vanno a vivere nel ghetto nero e Kurt s’iscrive al dottorato in antropologia. Per sbarcare il lunario lavora come reporter di cronaca nera per il City News Bureau of Chicago. Nel 1946 la tesi di dottorato “Sulle fluttuazioni tra Bene e Male nei Simple Tales” viene rifiutata all’unanimità dalla facoltà di antropologia.Nel 1947 Vonnegut viene assunto dalla General Electric Company di Schenectady, nello
stato di New York, come responsabile delle pubbliche relazioni. Quello stesso anno nasce Mark, il suo primogenito, a cui segue due anni dopo Edith.L’11 febbraio del 1950 viene pubblicato su Collier’s il suo primo racconto, Rapporto sull’effetto Barnhouse . Si tratta di un’irriverente satira antimilitarista incentrata sulla scoperta di un brillante scienziato, che dapprima offre i suoi risultati al Dipartimento della Difesa e poi, sorpreso da una sorta di crisi di coscienza, si nega facendo perdere le sue tracce ai federali. Sull’onda del successo, Vonnegut lascia il suo impiego alla General Electric e nel 1951 si trasferisce a Cape Cod, nel Massachusetts, per dedicarsi alla scrittura a tempo pieno. Si guadagna così da vivere destreggiandosi tra la fantascienza e le storie sentimentali (ovvero, come le chiama lui, “stupide storie d’amore”). Nel 1952 viene pubblicato il suo primo romanzo, Piano meccanico . Prima di arrivare al secondo, sarebbero trascorsi diversi anni.