Come avevamo annunciato, giovedì 19 gennaio scorso, la capsula proveniente dalla sonda Stardust contenente campioni cometari è stata aperta. L'operazione è avvenuta all'interno una camera sterile predisposta presso il Johnson Space Center della NASA a Huston, per evitare qualsiasi tipo di contaminazione. E, stando ai primi commenti degli scienziati che hanno dato un'occhiata alla griglia di Aerogel, i risultati sono stati eccellenti. "Il recupero di particelle cometarie ha superato le nostre aspettative," ha dichiarato un euforico dottor Donald Brownlee dell'Università di Washington (Seattle), il cosiddetto Principal Investigator del progetto, ovvero il responsabile del team che si occuperà delle analisi scientifiche relative alla missione. "Siamo eccitati di avere visto che gli impatti nell'Aerogel sono addirittura migliaia!" Le particelle di polvere cometaria e interplanetaria sono state raccolte dalla sonda Stardust durante l'attraversamento della coda della cometa Wild-2, avvenuto il 2 gennaio 2004 a oltre 270 milioni di chilometri di distanza dalla Terra e a soli 300 chilometri di distanza dal nucleo della cometa in questione. La raccolta dei campioni è stata resa possibile dall'impiego di una griglia riempita con uno speciale materiale molto leggero e poroso chiamato Aerogel, che consente di avere un'altissima resistività acustica e termica, una bassa costante dielettrica e un basso indice di rifrazione, tutte caratteristiche che lo rendono ideale per catturare microparticelle e mantenerle inalterate nelle condizioni estreme dello spazio per molto tempo. Adesso la squadra guidata da Brownlee analizzerà una per una le celle della griglia e rimuoverà i singoli granelli di polvere cometaria e interstellare. Dopodiché le particelle verranno inviate ai laboratori accreditati per lo studio sparsi in giro per il mondo.