La stessa ispirazione e sensibilità alla base di Harry Potter e della saga de Il Signore degli Anelli sono presenti anche ne Le cronache di Narnia. Con l'unica differenza che pure essendo simile (nello spirito) ad entrambi i film, questa pellicola diretta da Andrew Adamson trova una sua voce e un suo stile originale e differente dalle altre pellicole ispirate a serie di libri che - in maniera peculiare hanno cambiato la cultura mondiale.

Tutto inizia nella Londra dei bombardamenti della Luftwaffe. Una famiglia di quattro fratelli viene spedita lontano dalla città, in una remota zona di campagna dove un anziano studioso vive con un'arcigna governante. Giocando a nascondino i quattro trovano per caso un armadio che conduce ad un luogo fatato: Narnia. Governato da una strega malvagia il luogo che è popolato soltanto da animali parlanti e da figure mitiche attende il ritorno del potente Re Aslan. Un Leone senza paura che insieme ai quattro umani riporterà la primavera nella terra dominata dalla malefica Signora dell'inverno.

Intenso, emozionante e dalla forte vocazione spirituale, Le cronache di Narnia è una pellicola che riporta qualsiasi adulto nella terra dei suoi sogni. Un luogo incantato che è nascosto nei recessi della nostra anima e non della nostra gioventù.

Al di là dell'evidente e marcata metafora cristiana (il sacrificio e il martirio come testimonianza...), questa pellicola che ha tra i suoi protagonisti una Tilda Swinton strepitosa e sensualissima nel ruolo della malvagia strega, è visivamente seducente. Il luogo dominato da un eterno inverno, gli esseri fantastici e gli animali parlanti trasportano lo spettatore in un luogo di sogno dove anche i bambini protagonisti della pellicola in dinamiche sospese tra il gioco e l'eroismo personale.

Al di là degli evidenti punti di contatto con la sensibilità visiva de Il Signore degli Anelli (Tolkien e l'autore di Narnia, C.S. Lewis erano amici...) quello che colpisce di più di questo film è il suo volere insistere su una dimensione onirica che non si vergogna del suo essere talora vagamente infantile. Se questo film ha qualche difetto, può essere certamente riscontrato in alcuni momenti un po' più piatti e scontati come l'incontro con Babbo Natale e alcuni dialoghi di cui si poteva fare a meno. Momenti adolescenziali che sembrano più venire dalla matrice produttiva Disney che dall'immaginario di Lewis, ma che - in ogni caso - non alterano eccessivamente il risultato finale del film.

Il suo punto di forza sta nell'essere una pellicola in crescendo che - tra una sorpresa e l'altra -  esplode nella battaglia finale. Un film importante, primo capitolo di una nuova serie di pellicole, che sebbene più rivolte ad un pubblico di bambini non mancherà di sorprendere tutto il pubblico portandolo in uno spazio e un tempo decisamente incantati e indimenticabili.