Si chiama G-Force One ed è un Boeing 727-200 adattato per consentire voli che, durante alcuni minuti di planata parabolica, simula l'assenza di gravità a beneficio di un certo numero di passeggeri (molto) paganti. A proporre la singolare attività per la modica cifra di 3750 dollari più le tasse è la Zero Gravity Corporation, una compagnia americana che ha mutuato le tecniche di allenamento degli astronauti consolidate da oltre vent'anni sul fronte dell'intrattenimento. In pratica il Boeing decolla e sale con un'inclinazione di circa 45 gradi fino a una quota di circa dieci chilometri, dopodiché mette i motori al minimo e va giù, come un carrello che scende a rotta di collo dopo aver superato il picco della salita di un ottovolante. La caduta e quindi la sensazione di assenza di peso, dura per circa 20-25 secondi, dopodiché l'aereo si inclina di circa 30 gradi verso il basso per aumentare gradualmente la gravità e fare in modo che gli apprendisti astronauti si possano posare delicatamente sul pavimento del vano dell'aereo che, naturalmente, è libero da seggiolini e attrezzato appositamente per questo tipo di esperienza. Nel complesso un ciclo dura circa un minuto e ogni volo prevede una decina di questi cicli. Recentemente però la compagnia ha modificato il programma di volo, poiché portare bruscamente i passeggeri da gravità terrestre a gravità zero provocava troppi problemi di stomaco al punto che inizialmente l'aereo si era guadagnato il soprannome di Vomit Comet. Così, tramite condizioni di planata opportune, il volo adesso prevede situazioni intermedie. Prima di portare i passeggeri all'assenza totale di gravità, si passerà attraverso l'esperienza della gravità di Marte (circa G/3), e quella della Luna (circa G/6). I voli di linea, attivi ormai da un anno, partono una volta al mese da Fort Lauderdale (Florida), ma è possibile richiedere voli su altri aeroporti del Nord America. Non è esclusa neanche la possibilità di affittare l'intero aereo per svolgere attività di ricerca, per attività cinematografiche o, addirittura per organizzare insoliti meeting, feste o come singolare premio e incentivo aziendale. Pare che la Zero Gravity Corporation sia già stata contattata anche per organizzare sfilate di moda. Ma il vulcanico Peter Diamandis, dirigente della compagnia, ha già in serbo un nuovo servizio che dovrebbe partire entro brevissimo tempo. Si tratta della possibilità di praticare sport in condizioni di microgravità. Sebbene ci siano già state nella storia dell'astronautica delle performance sportive spaziali, come il lancio del giavellotto di Edgar Mitchell o la giocata di golf di Alan Shepard avvenute sulla Luna durante la missione dell'Apollo 14 nel febbraio del 1971, Diamandis ha in mente uno sport del tutto inconsueto, il dodgeball che, ispirato all'omonimo film con Ben Stiller, consiste nell'evitare di essere colpiti da ciò che vi cade addosso. Ma Diamandis è convinto che sarebbe molto divertente anche una versione particolare di wrestling da effettuare sia durante le parti di volo a gravità zero che durante le cabrate in cui la gravità soggettiva dei passeggeri è quasi raddoppiata rispetto a quella terrestre. Dal canto suo Rocky Persaud, magnate dell'IPX Entertainment Inc. di Toronto, non ha perso tempo e ha già presentato un progetto basato su uno sport chiamato paraball (ovvero Parabolic Football, ma col football non c'entra alcunché) e nato dall'unione di più sport appositamente per essere giocato in condizioni di microgravità. Inutile dire che, per il paraball, Persaud si figura già un campionato a squadre e, naturalmente, un reality show chiamato Space Champions.