Si chiama melliniite ed è un minerale di cui si ignorava l'esistenza. E' un composto di fosforo, nickel e ferro ed è stato trovato all'interno di un campione di NWA 1054, un meteorite appartenente alla famiglia delle acapulcoiti rinvenuto a Erfoud in Marocco nel 2001. Artefice della scoperta è stato un gruppo di ricerca del Museo delle Scienze Planetarie di Prato di cui fanno parte Giovanni Pratesi e Vanni Moggi Cecchi, rispettivamente direttore e ricercatore del Museo e Luca Bindi del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Firenze. Il minerale, rinvenuto nel corso di un lavoro di classificazione delle meteoriti del Museo stesso, è stato dapprima analizzato presso la sede della Fondazione Prato Ricerche con il microscopio ottico Zeiss di proprietà della Provincia, dopodiché analisi più approfondite sono state condotte presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Firenze. I risultati di questi studi hanno consentito di stabilire che il minerale ha una composizione chimica non corrispondente a quella di alcun minerale conosciuto. Attraverso l'analisi di un frammento di circa 100 micrometri (milionesimi di metro), Luca Bindi ha inoltre analizzato la struttura cristallina, risultata unica nel suo genere. In essa infatti l'atomo di fosforo ha attorno a sé 12 atomi di metallo, come non accade in nessun composto conosciuto in natura. La Commissione Mineralogica Internazionale ha già ratificato la scoperta. Il nome del minerale deriva da quello di Marcello Mellini, ordinario di mineralogia presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Siena e direttore della sezione di Siena del Museo Nazionale dell'Antartide, uno dei maggiori esperti di meteoriti antartiche presenti in Italia. La scoperta del minerale apre prospettive interessanti sia riguardo la composizione del nucleo del nostro pianeta sia in merito alla formazione della vita.