Se vi chiedo di pensare a un alieno è molto probabile che voi sarete tentati di immaginarlo nella migliore tradizione di X-Files o di Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo: grandi occhi scuri ovali, pelle grigia, testa grande, naso piccolo appena abbozzato, labbra inesistenti, eccetera. E questo senza, naturalmente, che voi ne abbiate mai visto uno. E' abbastanza curioso altresì rendersi conto che, nella pressoché totalità dei casi di fenomeni di rapimenti alieni o comunque di incontri ravvicinati, coloro che si professano vittime o testimoni, affermano le stesse cose. Anche per i testimoni, veri o presunti essi siano, gli alieni hanno grandi occhi scuri ovali, pelle grigia, testa grande, naso piccolo appena abbozzata, labbra inesistenti, eccetera. Qual è il motivo? Da dove nasce questa immagine? Naturalmente non è facile risalire alle radici della rappresentazione mentale figurativa che abbiamo dell'alieno. L'immaginario letterario, televisivo e cinematografico è stato alimentato dalla realtà di immagini avvistate oggettivamente oppure è accaduto il contrario? I testimoni potrebbero raccontare di avere visto negli alieni le medesime caratteristiche fisiche solo perché ormai, riguardo la figura dell'alieno, siamo tutti imbevuti di un cliché collettivo più o meno consapevole dal quale è difficile scostarsi. Ebbene per Frederick Malmstrom la spiegazione è un'altra. Lo psicologo americano ritiene infatti che l'immagine tipica dell'alieno non sia altro che la reminiscenza ancestrale di un volto femminile come rimane fissato nel cervello di un bimbo appena nato. Per provare la sua tesi, Malmstrom ha fatto un esercizio molto semplice. Ha preso l'immagine di una donna e l'ha distorta secondo la visione caratteristica di un neonato, ovvero una vista fortemente astigmatica con un piano focale poco profondo. Il risultato è stato molto simile all'immagine classica di un alieno dai grandi occhi.