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Quando ebbe finito di presentarsi e di illustrare il suo incarico, Zeb si divertì a osservare le reazioni dei membri del consiglio comunale. Per la verità non furono molte: i consiglieri battevano le palpebre con aria torpida e si limitavano a lanciargli fuggevoli occhiate, per poi tornare a fissare, in posa d'attesa, il capogruppo della propria corrente. Il sindaco attese a lungo. Poi, quando proprio non poteva più farne a meno, prese insofferentemente la parola. - Ehm... dottor Martinis

- Può chiamarmi ammiraglio.

- Ammiraglio, vede... la Giunta si è già occupata del ritardo nei lavori all'ambasciata.

- E che provvedimenti avete preso?

- Noi... diciamo che... nell'ambito delle nostre competenze istituzionali - il sindaco parlava con lentezza esasperante, intercalando i periodi con lunghe pause. Zeb, contrariato, aprì altre due connessioni auricolari con i suoi broker. Prima che l'altro terminasse la frase aveva già completato due scalate azionarie e venduto con perdite trascurabili le sue quote di investimenti deficitari a medio termine. Pecunia non olet, che egli aveva portato con sé come mascotte, ronfava sulla poltrona.

- Dicevo... la maggioranza ha proposto la costituzione di una commissione congiunta... dotata di competenze di revisione contabile e controllo con l'incarico... di redigere una relazione organica sulle cause dei ritardi. Tale progetto è stato portato... in Consiglio discusso e deliberato in soli sei mesi... il che testimonia il nostro profondo impegno e dedizione al problema Zockaira.

Zeb cominciò a innervosirsi. - Al sodo... quali sono le conclusioni di questa commissione?

Il sindaco si rivolse al corpulento individuo che lo affiancava. - Assessore Grimaldi?

L'interpellato si schiarì la voce. Il suo cipiglio rivaleggiava in vivacità e sagacia col muso di uno gnu tibetano.

- I lavori della commissione che ho l'onore di presiedere non sono ancora completi. - ruminò - Purtroppo ci è stato assegnato un insufficiente budget di cancelleria, come ho segnalato in ben tre interpellanze. Inoltre, devo lamentare un atteggiamento ostruzionista da parte dei colleghi dell'opposizione. E' la stessa tattica che ha bloccato per anni i lavori del comitato Tronti.

Zeb levò il sopracciglio con aria interrogativa. Il sindaco intervenne per spiegare. - Il mio predecessore, l'onorevole Tronti, due anni fa, nel 2008, creò un comitato per indagare sulle cause che ancora impedivano il completamento dei lavori del Giubileo.

- Ma quale ostruzionismo! - tuonò un consigliere dai banchi dell'opposizione - Il regolamento della Giunta prevede che noi controfirmiamo ogni relazione dei comitati interni! E' basilare per la par-condicio!

- Voi ci fate aspettare sessanta giorni per ogni firma! - protestò Grimaldi - E' inammissibile! Solo i membri della maggioranza possono tanto! Voi dovete limitarvi a trenta!

- Niente affatto! Il regolamento afferma che...

- Basta! - gridò Zeb - I vostri battibecchi non mi interessano. Ditemi soltanto perché non avete ancora costruito l'ambasciata!

Grimaldi assunse un'aria burocraticamente compita. - Non mi sembra adeguato formulare una plausibile risposta senza poterla suffragare con le dovute prove documentali e protocollate. Al massimo, posso invitarla alla prossima riunione della commissione, che si terrà... - l'assessore consultò con fiero cipiglio la propria agenda - il mese prossimo, a villa Torlonia. A meno che non manchi il numero legale, nel qual caso la convocazione successiva è prevedibile per il 30 ottobre prossimo venturo.

- Aspettare un mese? - Zeb si imporporò - Lei è pazzo! Oggi stesso mi accompagnerà a visitare i cantieri e a parlare con le maestranze.

Grimaldi impallidì. Zeb vide che i membri della Giunta si agitavano, e ne fu crudelmente compiaciuto.

- Non è mia competenza! - protestò l'assessore - Mi ha preso per una guida turistica? Io sono un membro eletto del Consiglio Comunale, e i miei compiti istituzionali

- Dei vostri compiti istituzionali me ne sbatto - lo zittì Zeb - E' ora che tutti voi solleviate finalmente il culo dalle vostre poltrone imbottite e vi confrontiate con il mondo reale.

Intorno al tavolo si sollevò un putiferio. - E' uno scandalo!

- Cosa diavolo c'entra l'Amministrazione con il mondo reale?!

- Non si è mai sentita una cosa simile!

- E' assurdo! Noi...

- Silenzio! - intimò Zeb - Grimaldi farà ciò che ho detto, o lo dichiarerò decaduto dall'incarico seduta stante.

L'assessore si alzò in piedi, paonazzo. - Lei non ha alcuna autorità! - balbettò.

Zeb sollevò il kilt tricolore, estrasse la MK43Plus e la sbatté sul tavolo, raggelando i presenti. Poi si avvicinò a Grimaldi e prese ad annusarlo sotto le ascelle.

- Questo odore - accusò - Lei non sarà mica un avvocato, vero?

L'assessore arretrò lentamente verso la porta. - Io veramente...

- Ne ero certo. - sibilò Zeb, prendendo accuratamente la mira - Sentivo la puzza fin da quando sono arrivato.

- No! Aiuto! - Grimaldi si gettò a capofitto verso la porta, quasi sfondandola, e scomparve dalla sala prima che chiunque dei presenti riuscisse a vincere lo stupore.

Zeb sorrise. - Altri dubbi sulla mia autorità?

Il sindaco aprì la bocca, ma non pronunciò una sola parola. I membri della Giunta erano impietriti, sospesi tra il rispetto e il terrore. Zeb notò che le consigliere donne, come si aspettava, lo guardavano con occhi grondanti interesse e ammirazione. Le più giovani fremevano e si mordevano le labbra. Non ora, si disse Zeb: il tempo è denaro.

Se ne fece solo una, alla svelta, mentre scendeva in ascensore verso piazza del Campidoglio, dove Nat lo aspettava in macchina.

- Qualche problema là dentro, capo?

Zeb si accomodò sul sedile posteriore, accanto alla bandiera, lasciando che Pecunia non olet gli si acciambellasse in grembo.

- Affatto. - rispose - Non mi divertivo tanto dai tempi di Ustica.

- Dove devo andare?

- Ai cantieri dell'ambasciata.

Nat accese il motore e si immise nel traffico. - Ti sei già fatto un'idea, capo?

- Naturalmente. - Zeb fece schioccare le nocche. - Si tratta della solita incapacità dirigenziale: metti il potere nelle mani dei politici - entrambi si toccarono per i dovuti scongiuri - invece che, come dovrebbe essere, in quelle dei militari, ed ecco il risultato: burocrati che sanno solo ciarlare e preoccuparsi dei loro sofismi da legulei.

- Hai ragione, capo. - approvò Nat.

- Io ho sempre ragione. - corresse Zeb - Sono un ammiraglio.