Il nostro amico Dan lo Sbudellatore, oltre agli indiscutibili pregi artistici per cui lo abbiamo elogiato (leccato?) a dovere il numero scorso, possiede un sagace intuito editorial/commerciale. Al pari di molti altri scrittori di successo, Simmons ha capito che il meccanismo dei sequel è, nel mercato della narrativa (non solo SF) un sicuro metodo per portare a casa la pagnotta. Diversamente da altri autori, però, lo ha capito dopo aver scritto le prime opere (in particolare il romanzo iniziale del ciclo di Hyperion). Perciò, quando si è trattato di mettere penna sui seguiti (La caduta di Hyperion, Endymion, Il risveglio di Endymion), il truculento Dan ha dovuto compiere alcune acrobazie narrative degne del Circo Togni.

Certo, potremmo essere buoni con il sanguinolento Dan: in diverse opere (compreso Hyperion), il nostro cruento amico si scaglia contro gli editori che impongono romanzi commerciali e sequel "di cassetta", boicottando invece le opere più letterariamente valide. Potrebbe essere che anche il povero Dan sia stato vittima di un simile ricatto editoriale, e che il suo inconscio ferito lo abbia spinto a lasciare le incongruenze e/o stiracchiamenti nei suoi romanzi come traccia carsica (o sopita protesta) dell'affronto subito.

Ho detto potremmo essere buoni... In qualche altra vita, forse. Qui siamo perfidi, e tali rimarremo. Ragion per cui una simile giustificazione non ci convince affatto. Il necrofilo Dan ci sembra un po' troppo cazzuto per cedere tanto bovinamente ai diktat di qualche editore. Un tipetto come lui, con arnesi da sbudellamento multiplo sempre a portata di mano, di certo non si fa mettere sotto così. Dev'essere stato consenziente.

E le toppe nei sequel, allora? Be', forse il geniale Dan ha capito che non sono un problema, grazie all'esistenza di una nutrita categoria di appassionati, i cosiddetti "mirror-climber-fan".

Gli appartenenti a questa singolare setta (più popolosa di quanto si possa pensare) sono persone che dedicano la loro vita a ricercare arzigogolate giustificazioni per le sviste presenti nelle opere dei loro autori preferiti. Sono certo che tutti voi conoscete, o frequentate, o avete discusso almeno una volta, con un mirror-climber-fan. Se non vi è mai capitato, be', mi dispiace per voi.

La patologia del mirror-climber-fan è, infatti, fantastica. Più la svista è enorme, più la giustificazione è artificiosa, fragile e assurda, più il fan gode. Le pretestuosità dei sequel, poi, per il mirror-climber-fan è il massimo piacere della vita. Si racconta di fan in estasi di fronte alla orripilante (soprattutto per la logica) clonazione di Sigourney Weaver in Alien 4, di orgasmi raggiunti alla spiegazione escheriana del paradosso temporale di Terminator 2, di ebbrezze di piacere perverso prodotte dalle rivelazioni dinastico/botteghin/familiari nei prequel di Star Wars...

I parti cerebrali dei mirror-climber-fan a volte sono così allucinanti che meriterebbero di essere raccolti in volume e pubblicati (in effetti, almeno a livello amatoriale, qualcuno lo ha già fatto). Si racconta che alcuni autori producano volutamente sequel farciti di cazzate e si divertano poi un mondo a sentire le giustificazioni affannosamente concepite dai fan (come spiegarsi in altro modo, ad esempio, il sublime Highlander 2?).

Ma torniamo al sadico Dan. Non è una pura applicazione della Legge del Contrappasso (chi di sequel ferisce...) che ci spinge a insistere nella parodia di Hyperion. Il fatto è che il romanzo di Simmons, scritto ormai da dieci anni, sembra oggi essere straordinariamente (e bizzarramente) profetico. Mentre lo leggevo, qualche giorno fa, mi domandavo come potesse suonare plausibile una fede come il Culto dello Shrike (descritto nel romanzo), una religione autoflagellatoria a dir poco, che prevede un pellegrinaggio masochista, fanatico, agghiacciante e da cui è difficile tornare vivi.

Poi però ho alzato gli occhi dal libro e mi sono guardato intorno. Tre lettere: GMG.

Simmons la sapeva lunga.

La caduta di SanPeteryon

di Dan Simmons (?) Schizzi di sangue e bile. Morte in marcia al ritmo di un sonetto di Yeats. Non c'entra niente, ma adoro questi incipit.

Sul limitare del colonnato John Milton si imbatté in un gruppo di volontari. Indossavano una maglietta con la scritta "Ero forestiero e mi avete accolto. Menomale non ero laziale". Vestivano di bianco e sudavano come facoceri.

- Dove sta andando, pellegrino? - chiesero.

Milton lasciò cadere il pesante sacco a terra. Rinchiusa nella tela grezza, Siri gemette. L'uomo ghignò.

- In udienza dal Wojt... - si morse la lingua, appena in tempo - In udienza. Devo far benedire alcune sante reliquie.

I volontari si scambiarono un'occhiata perplessa. Erano giovani, e non avevano l'aria molto sveglia. Davano l'impressione di essersi appena fatti una Santa Canna.

- Non ci sono udienze, oggi.

- Come sarebbe? - protestò Milton.

Uno dei volontari scosse la testa, spargendo tutto intorno tracce di sé come fosse un innaffiatore automatico di sudore.

- La basilica è deserta. Sono tutti a Tor Vergata per la veglia.

- Tor Vergata? E dov'è?

I volontari sorrisero. - Segua gli altri, pellegrino. - e si congedarono.

Milton si portò al riparo di una colonna e liberò Siri. La donna emerse dal sacco con aria dolorante.

- Devi avermi spaccato qualche costola. - ansimò, tra estatici schizzi di sangue e bile.

- Meglio. Il cervello riceve il dolore come frastuono e lo ristruttura come poesia.

- Ma che stronzate dici?

- Saranno pure stronzate, ma la gente paga per leggerle.

Lei lo zittì con un cenno brusco. - Lascia perdere. Che si fa?

Milton si carezzò il mento affilato come un coltello da macellaio, di quei begli arnesi dalla lama lunga con cui si sbudella, si disossa, si scanna e altre sensuali piacevolezze.

- Dobbiamo proseguire la missione. - meditò - Occorre cercare questa "Tor Vergata" e raggiungerla.

- C'è qualcosa che non capisco. - osservò Siri.

- Sarebbe?

- Nello scorso romanzo abbiamo fatto una strada della madonna per arrivare fin qui alla Basilica. Ci hanno detto che era il termine del pellegrinaggio.

- E con ciò?

- Be', allora da dove salta fuori questa mai sentita "Tor Vergata"? Non è coerente!