- Patsy? - azzardò il tappetto, sempre più confuso, all'indirizzo dell'ultimo arrivato.

- No, guaglio', non mi chiamm' Patsy. Ma, parlando di pazzi, tu 'o sai chi so' chisti?

Il tappetto scosse la testa. - Tu che ne dici, Ten?

Il primo terrestre, quello incartapecorito, si grattò la testa canuta. - Sono rossi: devono essere sovietici... Nessuno vuole una nocciolina?

...

Dalle mura di Helium, e fino all'orizzonte, si stendeva l'esercito degli assedianti. Sembrava che tutte le razze senzienti di Barsoom avessero mandato i propri guerrieri a pugnare contro la nostra sfortunata città. A ovest erano accampate le armate barbariche dei Tark: gli squittii dei loro thoat da battaglia si confondevano con i grugniti degli zitidar da tiro e con il clangore del metallo quando, in media ogni due minuti, tra commilitoni scoppiava un diverbio che invariabilmente sfociava in un duello all'ultimo sangue.

A nord, le orde dei Warhoon ondeggiavano tra i riflessi degli ornamenti preziosi dei maschi e delle canne dei cannoni al radium accuditi dalle femmine e dagli schiavi. A sud e ad est, gli incrociatori volanti di Zodanga oscuravano la pianura, gravidi di armati, di spade, proiettili ed esplosivi, appoggiando poderosamente dal cielo le truppe di terra che avanzavano calpestando il fondo color ocra dell'antico mare prosciugato.

Questa immagine, o piuttosto questo incubo materializzato, che ho descritto con tanta cura, era ciò che i tre terrestri osservavano, tra espressioni di meraviglia ed eccitazione, dagli spalti del bastione principale.

- Che forza, guaglio'! - esclamò il più robusto - Sembra di stare al San Paolo!

- Qui ci vuole un bel summit di pace. - considerò quello con le noccioline - Possiamo andare a Camp David. Chissà se fanno ancora quelle ottime aragoste...

- Perché si sono alleati tutti contro di voi? - fece il terzo, il tappetto - Patsy, occorre investigare.

- T'aggio ditt' che non mi chiamm' Patsy!

Mio padre intervenne, spiegando con la gravità di un regnante qual era. - Llorquas Ctolmas, il Jeddak dei Thark, ha accusato Helium di aver rapito il guardiano della fabbrica dell'atmosfera... Effettivamente Bar Gazhos, il guardiano, è sparito. Gli altri Jed di Barsoom hanno creduto alle accuse di Ctolmas, ed eccoli in armi contro la nostra città.

- Helium non potrà resistere a lungo. - aggiunsero i sapienti, intorno ai quali si andava raccogliendo una folla di curiosi - Solo un grande guerriero potrebbe salvarci. Per questo siete qui.

Mio padre annuì. - Dovete gettarvi nella pugna, come avrebbe fatto John Carter, e uscirne vincitori o morti.

- 'spetta 'nu moment', guaglio'! - protestò il terrestre in canotta - Perché l'amm' 'a fa'? Che ci guadagniamo?

Io mi avvicinai a lui. Cercai di ricordare il suo nome. Aveva detto di chiamarsi Pietrotar Hjkon, o qualcosa del genere. In realtà non ne ero sicura: la sua lingua mi risultava quasi incomprensibile.

- Guadagnerete la riconoscenza di tutti. - dissi con la dignità del mio ruolo - Degli uomini di Helium, che morirebbero dal primo all'ultimo prima di deporre le armi, e delle donne, che si ucciderebbero pur di non cadere nelle grinfie dei barbari, proprio come le vostre eroiche donne bianche della Frontiera, che si suicidavano piuttosto di finire in mano ai selvaggi e sporchi indiani... - abbassai la voce - Guadagnerete la mia riconoscenza, e io saprei ricompensarvi come solo una vera principessa di Helium può fare.

Il terrestre non replicò. Sembrava ammutolito. Mi accorsi che fissava la mia pelle rosata con gli occhi fuori dalle orbite e la bava alla bocca. In quel momento ricordai quanto John Carter aveva detto sull'uso terrestre di coprire il proprio corpo. In effetti io indossavo soltanto gli ornamenti del mio rango, cioè una collana di diamanti azzurri e un bracciale d'oro tempestato di zaffiri, zirconi e corindoni. Sembra che gli facesse un certo effetto.

- Be', guaglio' - balbettò alla fine, rivolto ai suoi due compagni - Non ce putimm' tira' arretr', no?

- Certo che no. - ammise il tappetto - Che dice il saggio, Ten?

- Non mi chiamo Ten! - protestò il terrestre più vecchio.

- Molto bene. - approvò mio padre. Poi chiamò i suoi schiavi personali, che sopraggiunsero facendosi largo tra la folla ormai numerosa - Procurate a questi eroi armi e bardature adatte alla bisogna.

Un urlo collettivo si levò nella moltitudine. Le spade vennero battute contro gli scudi, echeggiando sorde nella crescente frenesia bellica che la nostra gente per la sua stessa natura eternamente agogna.

Avevamo i nostri condottieri.

...

Ai terrestri vennero concessi gli appartamenti destinati ai luogotenenti del Jeddak di Helium, tre thoat da battaglia a testa, e poi spade mazze lance scudi pugnali azze scimitarre stocchi baionette pugni di ferro fionde alabarde zagaglie daghe carrarmatini del Risiko e ogni altro utile accessorio del guerriero.

Il più basso dei tre, che aveva detto di chiamarsi Nick, insistette nel voler tenersi addosso impermeabile e berrettino. Disdegnò le armi e sfoderò invece una lente di ingrandimento piena di ditate, cui si disse molto affezionato. Il più vecchio, con l'aria non esattamente lucida, si lasciò invece denudare completamente dalle schiave, che poi gli cosparsero il corpo di grasso di zitidar, nell'uso dei lottatori.

- Ah! - lo sentii gongolare soddisfatto - Le stagiste della Casa Bianca, ai miei tempi, non lo facevano. Deve averglielo insegnato Clinton...

Pietrotar Hjkon si attardava molto. Chiesi alle schiave, e costoro mi dissero che si trovava ancora nella stanza per le abluzioni. Andai a bussare. Accostai l'orecchio al legno e sentii che gridava: - L'acqua a tremila gradi non può fargli assolutamente nulla! E' un pezzo di acciaio temperato di 3, no 5, no 7 centimetri!

Bussai di nuovo. Lui uscì con un gran sorriso, pavoneggiando con ostentazione il suo fisico scultoreo.

Io e gli altri due terrestri lo guardammo da capo a piedi. Per fermarci, tutti e tre, a metà strada. Nick si avvicinò con la lente di ingrandimento per esaminare meglio. Era davvero quasi inavvertibile a occhio nudo.

- Guaglio', chista è colpa delle vostre macchine al radium! - protestò con veemenza Pietrotar Hjkon - L'hanno detto anche chilli di "Striscia", che le radiazioni gli fanno male!