Incominciamo il 2000, l'ultimo anno del secolo, con il presentare Scienza Fantastica, la prima rivista di fantascienza (il termine appare comunque la prima volta sul numero 3 dei Romanzi di Urania, il famoso L'orrenda invasione di Jonh Wyndham, nel novembre del 1952, anche se un trattino divideva fanta da scienza).

Uscita nell'aprile del 1952, sei mesi prima della pubblicazione mondadoriana, ebbe vita breve e tribolata, come tutte le pubblicazioni di fantascienza nate in quel di Roma, salvo l'eccezione di Oltre il Cielo.

La casa editrice, la Krator, prendeva il nome dal vicedirettore Vittorio KRAmer e dal direttore Lionello TORossi (quest'ultimo lo rivedremo in altre iniziative editoriali, come scrittore e traduttore).

Le copertine sono tutte, seppur non esplicitamente accreditate, di N. Benedettucci, salvo il numero 4, illustrato da tale A. Zucchelli.

Tutto il materiale americano era tratto da Astounding SF e le scelte erano di tutto rispetto, rivelando come i due curatori fossero degli esperti.

Sul primo numero apparvero un Arthur Clarke e un Lester Del Rey, seguiti nei numeri successivi da C. M. Kornbluth, L. Sprague De Camp, Murray Leinster, Harry Bates (con il famosissimo Uomo di carne... uomo d'acciaio..., meglio noto forse, ai più giovani, come Klaatu-Farewell to the Master), Cyril Judd (pseudonimo della collaborazione fra Kornbluth e la Merril) con il romanzo a puntate Gunner Cade, praticamente in contemporanea con la pubblicazione americana. Il romanzo rimase incompiuto per la cessazione della rivista con il 7 numero, nel marzo del 1953.

Ma intanto aveva pubblicato anche racconti di Isaac Asimov, Theodore Sturgeon, Chad Oliver.

Non mancarono, era una vera rivista, rubriche scientifiche, corrispondenza con i lettori ed i concorsi, i racconti ed i disegni dei lettori.

Com'era l'uso del tempo, i racconti erano illustrati. Gli artisti non erano esaltanti, ma aiutavano comunque a sognare.

Oltre il materiale americano era presente materiale autoctono presentato come tale e di non cattivo livello. Purtoppo un esempio non seguito dalle riviste di fantascienza per moltissimo tempo.

Non ho mai avuto il piacere di incontrare la rivista in edicola anche se avevo la fortuna di avere un cugino giornalaio che mi lasciava leggere tutti i fumetti che uscivano (e i gialli e i western). Probabilmente nei piccoli paesi del Nord la rivista nemmeno arrivava. A dire il vero, nemmeno Urania mi era capitato mai di vedere fino al settembre del 1956. Orrore su Manhattan di Judith Merril, un romanzo strano e poco caratteristico come fantascienza, mi ammaliò e mi rese schiavo del genere. Incominciai a girare frenetico le bancarelle di Milano a caccia di Urania e fu così che misi le mani sul mio primo numero di Scienza Fantastica: il n. 7; era il febbraio del 1957.

La storia della ricerca dei numeri arretrati è una storia quarantennale.

Non sono mai riuscito a completare la mia collezione. Tutte le volte che ci ho provato, mi hanno sempre chiesto più soldi di quanto fossi disposto a spendere oppure quando il costo era ragionevole, era relativo ai pezzi che già possedevo.

E poi temo, il giorno che riuscissi a completare la mia collezione, di perdere una componente importante del collezionare: la ricerca.