- E chi può dirlo? Magari avranno avuto sentore di un complotto per ribaltare le sorti della battaglia di Marengo. C'è sempre qualche idiota che tenta di ribaltare la storia, come se questa fosse una baldracca che si lascia rivoltare dal primo imbecille che passa, e basta toccare Napoleone o la guerra Franco-prussiana per vedere i francesi diventare isterici. Ancora non sono riusciti a digerire di quando qualcuno è tornato indietro nel tempo per andare a fischiare all'orecchio di Zola delle informazioni riservate sul caso Dreyfuss. Una volta, se vuole vedere qualcuno diventare livido, vada a un ballo dell'ambasciata e davanti al suo omologo provi a iniziare una frase con Dr.. Il vicedirettore si chiese quando mai il vecchio avesse potuto partecipare a un ballo di un ambasciata. Forse secoli prima, alla corte del Re Sole? Il Vecchio si permise una risata, breve e secca come un colpo di tosse. - Magari sapevano della mia assenza e volevano semplicemente metterla alla prova. Si tolse qualche pelucchio dal gilet. - Invece lei non ha fatto neanche finta di prendere in considerazione i loro tentativi di depistaggio. Per loro deve essere stato un bello schiaffo morale.

- E per quanto riguarda lo scienziato, signore?

- Non stia a preoccuparsi troppo di scienziati provenienti dall'anno 200.000. Probabilmente a quest'ora sarà già tornato a casa sua. Lei ce li vedrebbe Einstein o Niels Bohr a cercare di dominare gli australopitechi solo con la forza delle idee? Lei sa che il viaggio nel tempo non consente il passaggio di oggetti inanimati, e quell'idiota probabilmente non è in grado neanche di cucinarsi due uova senza un proiettore atomico. Scienza del secolo 2000 avvolta in tecnologia del secolo ventesimo? Invece parliamo di cose serie!

Da uno dei suoi cassetti senza fondo prese l'ennesima cartellina e la aprì sul tavolo. Ne estrasse due prime pagine dello stesso giornale e le passò al suo vice.

Il vice direttore sentì la propria sedia diventare la graticola di S. Lorenzo, e si accorse di essere scivolato fino al bordo di essa.

Le due prime pagine del quotidiano Il Messaggero sarebbero state identiche, a parte il titolo a tre colonne che su una di esse strillava di una vincita al superenalotto di otto miliardi.

Guardò le date, identiche.

- Sono costoro quelli che preoccupano me, – disse acido il direttore, - non gli scienziati del futuro remoto, ma i furbetti del giorno dopo: i politici che pensano di poter vincere le elezioni la mattina dopo averle perse, i furbastri che credono di poter fare il botto a Piazza Affari il venerdì con il Sole Ventiquattrore del lunedì successivo. Magari qualche furbacchione di qualche servizio che avrebbe tanto piacere che la RSI uscisse vincitrice dalla guerra.

Mercoledì mi aspetta una lunga chiacchierata con un sottosegretario all'Industria che vorrebbe sapere chi è che ha speculato con la lira come se prevedesse il futuro. Incontro che avrei preferito risparmiarmi. E tutto perché lei andava a caccia di farfalle. Suppongo mi toccherà dare la colpa ad una fuga di notizie dalla centrale tedesca. Tanto i tedeschi esistono apposta.

- Mi dispiace signore.

- Lo spero bene, e spero che lei abbia imparato la lezione. Signorina Alfonsi, le dispiacerebbe andare a prendere il suo blocco? Debbo dettarle alcune lettere.

Uscirono insieme dalla stanza, il vice direttore disse: - La ringrazio per non avergli detto che per l'informativa francese il merito era suo. - Gli costò molto ringraziarla, ma conosceva i suoi debiti.

Lei lo guardò senza espressione, e non rispose, come una nobile che ignori un plebeo, si limitò a prendere un notes e a rientrare nell'ufficio.

Il direttore attese che si fosse seduta e chiuse il fascicolo che stava studiando. - Forse penserà che sono stato troppo duro, ma non è dando pacche sulle spalle che si preparano i dirigenti. Tutto sommato non se l'è cavata troppo male ma ha ancora molto da imparare prima di essere pronto a sostituirmi. Però gli serve una segretaria che sia una segretaria, non quella sciacquetta con le cosce sino alle ascelle che si è trovato. Quella riuscirebbe a farsi nominare capo divisione mezzo secondo dopo che io avessi tolto il distubo.

- Gliene procureremo una, - disse la signorina Alfonsi, e il direttore, come in altre occasioni, non seppe dire se quel "noi" fosse un collettivo o un plurale majestatis.

La signorina Alfonsi si preparò a scrivere cercando di allontanare da sé il nauseabondo pensiero del lattante nominato direttore a tutti gli effetti.

Intanto, il ragno era finalmente tornato al centro della sua tela e ciò la faceva sentire protetta. E questo bastava.